Olivier Blanchard e il falso mito dell'indipendenza della Banca centrale
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Olivier Blanchard - lo stesso del famigerato manuale di Macroeconomia e lo stesso che, insieme a Cottarelli, "sbagliò" (ovviamente per difetto) il moltiplicatore sui drammatici effetti che l'austerità imposta dalla Troika avrebbe avuto sulla Grecia - sostiene che "se c'è una linea rossa che nessun responsabile della politica economica dovrebbe mai oltrepassare, è quella di mettere in discussione l'indipendenza della banca centrale".


Peccato che non sia mai esistita una Banca Centrale indipendente.
Perché se una Banca Centrale non è e non svolge una funzione strettamente pubblica, cioè non dipende dallo Stato e dai Governi democraticamente eletti, allora dipende da un ristretto manipolo di privati.
Che sfruttano il potere sovrano per eccellenza, quello cioè di emettere moneta (e di controllare i tassi di interesse) a loro vantaggio e a scapito della maggioranza della popolazione che si sente da decenni dire che per migliorare le loro condizioni di vita "non ci sono i soldi". La più grande bugia mai raccontata.
La povertà, la disoccupazione, la disuguaglianza sociale, le milioni di vite distrutte, il futuro strappato alle nuove generazioni costrette a emigrare. Tutte queste atrocità non sono frutto del destino cinico e baro. Sono frutto di una deliberata scelta politica.
Il controllo della moneta è (sempre stato) uno dei capisaldi del finanzcapitalismo predatorio che lo usa per la sua lotta di classe contro i lavoratori.
In Italia accade dal 1981, da quando ci fu l'infame divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro.