Patriarcato o matriarcato? Una falsa antinomia
Pubblichiamo il contributo di Sergio Martella "Patriarcato o matriarcato? Una falsa antinomia" scritto per il ciclo di incontri "Svelarsi" degli studenti di Lecce al fine di un'analisi del contesto socio-affettivo che scardina la falsificazione ideologica dominante.
Sergio Martella, ha scritto il contributo “Patriarcato o matriarcato? Una falsa antinomia” e lo ha presentato lo scorso 8 marzo per la festa delle donne, nell’ambito ciclo di incontri “SVELARSI” organizzato da un gruppo di giovani studenti Unisalento come spazio culturale all'interno del quale poter far nascere il confronto su temi sociali, attraverso la fruizione di materiale letterario, cinematografico e conoscitivo come strumenti di supporto e incontro. Durante i seminari iniziati a gennaio con cadenza bisettimanale e in programmazione fino ad aprile, presso l’ex Convitto Palmieri di Lecce, sono stati affrontati temi sociali e di affettività come: Intelligenza artificiale; Energia e sessualità; Invidia, gelosia e possesso. Tale iniziativa è da rimarcare come segnale della presa di coscienza, dello sviluppo e della partecipazione della componente giovanile della nostra società, seppure in minoranza, all’analisi del contesto in cui viviamo, facendo breccia nella narrazione dominante contrassegnata da falsificazione e manipolazione ideologica. Gli studenti che organizzano gli incontri sono: Simone Alfarano, Nina Marikla Adilardi, Alessio Mocavero, Francesco Tocci, Arianna Termo. Ciascun argomento è stato sintetizzato in un video pubblicato su internet:
Intelligenza Artificiale. Il rischio di una nuova teocrazia
https://rumble.com/v6qgug2-intelligenza-artificiale.-il-rischio-di-una-nuova-teocrazia..html?fbclid=IwY2xjawI_uT5leHRuA2FlbQIxMAABHWaODbgAzuOHQ1mcSbPa1IxbF6i_VO4boPR-VWBOq4auaO1ZqurjdgDL-A_aem_TxJyusEB-kEzU-202mSlwQ
Energia e sessualità
https://www.youtube.com/watch?v=2vTObnVynz4
Invidia, gelosia e possesso
Patriarcato o matriarcato? Una falsa antinomia.
https://rumble.com/v6qf1lm-patriarcato-o-matriarcato-una-falsa-antinomia..html?e9s=src_v1_upp
Sergio Martella è Psicologo Psicoterapeuta con indirizzo analitico, specializzato in psiconcologia e ipnosi, già docente di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chiururgia di Padova; autore di pubblicazioni scientifiche, cultura sociale e saggi di divulgazione analitica.
Michela Maffei, giornalista e psicologa
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Da qualche decennio ormai le agenzie di opinione, di formazione culturale e di informazione sociale, come pure le istituzioni governative, i sindacati, i partiti e le associazioni sorte con i finanziamenti dei centri di potere europei stanno imponendo una narrazione organicamente orientata a modificare gli assetti tradizionali della cultura umanistica incentrata sull'uomo e sul rispetto dei principi di natura, di evoluzione e di sovranità degli individui in quanto artefici della realtà sociale e politica.
Al posto dei principi cardine che definiscono l'identità umana nei suoi risvolti individuali e sociali, la manipolazione degli Enti di Programmazione Sociale, li chiameremo così, impone l'adozione di un pensiero unico che non ammette obiezioni, tale cioè da scardinare la stessa identità biologica e cognitiva del soggetto umano. L'obbiettivo principale di questa riscrittura dei valori fondanti della figura umana è il target dei giovani in formazione di identità a cominciare fin dalla nascita, imponendo il battesimo o circoncisione vaccinale come imprinting di appartenenza fisiologica ad una teocrazia del potere scientista che domina e governa al di sopra di ogni controllo sociale e politico. Siamo alla realizzazione nel mondo reale delle prefigurazioni di Matrix o del Grande Fratello.
Agire sulle nuove generazioni garantisce il successo di una società del dominio nonostante le resistenze di una memoria biologica attiva nelle generazioni mature in procinto di estinzione. La forza di legittimazione per l'attuazione di questo processo di governo indiscriminato dei corpi e delle coscienze fa leva sulle istanze più profonde della soggettività umana sostituendosi in tutto ai processi naturali di costruzione dell'identità: organizza architetture della gestione sociale che riproducono le funzioni di dipendenza affettiva e famigliare di legame, di controllo digitale, di gestione del corpo, della sessualità, della riproduzione in chiave sempre più artificiale. Pianificano pandemie, malattie e rimedi, promettono modifiche funzionali del corpo con l'ibridazione con le macchine e con le reti neurali artificiali. Si introduce una banca universale dell'Intelligenza Artificiale quale unica verità ufficiale, nascondendo l'evidenza che gli algoritmi su cui è costruita sono solo i parametri che garantiscono gli interessi di chi detiene il potere.
Ci dicono cosa e come pensare, disumanizzano, confondono e manipolano; censurano ogni libera produzione di intelligenza e di cultura autonoma. Nessuna visibilità mediatica e pubblica per chi non si conforma alle direttive. E dove non basta la manipolazione cognitiva allora fanno ricorso alla tradizionale logica dell'economia, della guerra e della paura.
Ma soprattutto, per acquisire consenso in larghi strati della popolazione, fanno appello alla perversione presente negli istinti più regressivi ed immaturi. Permettono la legittimazione di comportamenti immorali come la pratica della corruzione, dell'arrivismo servile, l'esaltazione di comportamenti edonisti esasperati sia sessuali che di esibizione sociale. Condannano i giovani alle dipendenze economiche famigliari e, come unico sfogo, li orientano in qualità di prodotti dell'incesto, nei labirinti del Minotauro digitale, nei videogiochi, nelle monadi cieche dell'isolamento esistenziale.
È un processo strisciante, attivo da tempo. Ne possiamo descrivere alcuni passaggi.
Il potere transumanista non fa mistero di voler manipolare l'uomo nella sua struttura biologica e genetica al pari di come l'industria delle carni ha manipolato le specie animali. Ma per costruire i nuovi mostri alieni, di cui già si parla, bisogna prima destrutturare.
Ecco allora che imperversa la moda ossessiva del conflitto di genere, l'istigazione alla guerra tra i sessi riscrivendo la storia dell'emancipazione non più come processo unitario dell'umanità nel progredire della civiltà ma come dominio di riscatto di una parte presunta offesa a danno di un'altra pretesa opprimente. A questo proposito risulta evidente la mistificazione ragionata per cui si sostituisce la guerra dei sessi alla lotta di classe che storicamente oppone le classi oppresse agli oppressori del profitto capitalista.
Anziché riconoscere l'esistenza evolutiva di un conflitto di generazione tra le istanze conservatrici della società in opposizione alle spinte innovatrici delle nuove generazioni, come è sempre accaduto nell'evoluzione della storia umana, gli enti della manipolazione cognitiva di massa impongono l'ottusità del conflitto di genere. Inventano neologismi sgraziati ed improbabili come il "Femminicidio", per scatenare l'aggressività dei soggetti frustrati dagli effetti di una violenza che ha origini certe e verificabili nei difetti della famiglia di origine. Gli esiti nefasti nei rapporti secondari affettivi vengono volutamente indicati come cause e non come conseguenze del disagio quali in realtà sono.
La violenza non ha genere ma è l'esito individuale o sociale reattivo di una violenza pregressa subita già in fase di formazione evolutiva. È impossibile che la persona cresciuta in un ambiente di reciprocità e rispetto possa sviluppare comportamenti distruttivi o che scelga di accompagnasi con persone immature e violente, incapace di riconoscerle in quanto tali. Le statistiche vengono manipolate, falsificate, ingrandite. La pratica della menzogna informativa è ormai prassi diffusa sui media.
Persino i sindacati perdono la loro funzione di salvaguardia del diritto dei lavoratori e blaterano di "Lotta al Patriarcato", tradendo l'esigenza storica della lotta contro il capitale. Invitano alla resilienza della sopportazione passiva anziché alla resistenza attiva del dissenso organizzato.
Invece di proteggere bambini e minori dai pericoli diffusi di abuso psichico e sessuale, sia nelle famiglie che nelle parrocchie che nelle pratiche di devianza sociale che emergono anche nei circuiti del potere politico, si spendono miliardi in seminari per avvalorare la tesi del bambino cattivo, il bullo per sentenza ministeriale, l'essere diabolico da trattare con debite classificazioni diagnostiche innovative e soprattutto con la pratica diffusa della psichiatrizzazione da farmaci psicotropi. Maestre e mamme complici e convinte assertrici del valore del conformismo e della dipendenza a vita. La scuola ridotta a struttura di omologazione, non più di socializzazione e di riscontro del disagio sintomatico infantile.
È scomparso il concetto cardine di Stato di Salute e di normalità in relazione all'ambiente ed allo sviluppo organico della persona. L'esperienza della pandemia politica ha imposto il credo che l'individuo sano asintomatico sia invece il sospetto untore, pericolo assoluto per ogni suo simile. Chi è sano è un pericolo sociale. Bisogna curarlo preventivamente per obbligo ministeriale. Tutto ricade nel calderone del governo medicale per una destabilizzazione della salute a vantaggio del presidio farmacologico a MRNA, cioè a modifica genetica. La pelle e la salute del corpo non sono più il confine tra la sovranità dell'individuo e l'interferenza sociale.
Ma c'è di più e di ben peggio. Se gli Enti di Programmazione Sociale hanno deciso di estendere il controllo del loro dominio di élite globalista sul resto dell'umanità pianificando la programmazione dell'uomo in termini di prodotto industriale e di merce secondo la logica creazionista, su cui ci hanno indottrinato da tempo, è chiaro che l'obbiettivo primario per una tale trasformazione è avocare alla produzione industriale la funzione creatrice sessuale che appartiene a ciascuno di noi per definizione di natura. Non si produce più per riprodursi, produzione e riproduzione sono ad unico appannaggio di un ristretto club di decisori sulla pelle del restante gregge degli umani.
Quindi il nemico da battere è la Differenza Sessuale!
Finché saremo padroni della nostra stessa riproduzione saremo anche liberi per statuto naturale nei confronti di qualunque altro essere umano. Se diventiamo polli da riproduzione è chiaro che ogni sovranità biologica viene a mancare. Marx definiva il proletariato come quella classe che ha giurisdizione solo sulla proprietà di riproduzione, di fare figli. In quanto tale il proletariato era però legittimamente portatore del principio di uguaglianza di tutti gli esseri umani e condannava l'abuso dello sfruttamento capitalista come un crimine sociale.
Non solo la riproduzione ma l'intero apparato cognitivo, psichico e intellettivo del soggetto umano si formano sulla base della differenza sessuale. È un fattore di identità così importante che presiede anche alla differenza dell'essere umano dagli altri esseri viventi e naturalmente dalle macchine. Se si compromette l'equilibrio della differenza sessuale in quanto processo complementare e sincronico del maschile e femminile nella specie, allora si modifica la struttura identitaria della specie umana stessa. L'uomo non è un programma open source, non è modificabile a piacere, perché non è oggetto di nessun padrone; è sovrano egli stesso.
Capite cosa c'è in gioco quando le istituzioni del potere si affannano a spiegare che la differenza sessuale è solo un fattore culturale, quindi aleatorio e modificabile a piacere?
Dietro gli ipocriti programmi di inclusività imposti nelle scuole c'è già la prefigurazione dell'accettazione dell'alieno, del mutante e dell'androide costruito ad uso e consumo di una razza eletta per statuto di auto definizione.
Questa prefigurazione è ben descritta nel celebre film di Fritz Lang, Metropolis (1927). Scenario di una società fabbrica, divenuta attuale, in cui il conflitto tra operai e padrone si risolve con la mutazione dell'uomo in macchina. Il processo è ambiguo ed è mediato dalla centralità della figura femminile che interagisce in modo enigmatico sia con gli oppressi che con l'oppressore.
Questo è un tema estremamente importante e problematico, perché delinea il concetto cardine del destino umano che è profondamente condizionato sia dall'alienazione femminile come soggetto tradizionalmente in difetto di individuazione, sia dal suo potere affettivo sui figli e sul mondo maschile proprio perché il suo corpo e la sua emotività sono i codici di riferimento obbligato nel processo di creazione del mammifero umano. In natura il corpo femminile è anche la cifra del cambiamento e della sostituzione del vecchio potere con il nuovo, ha intrinsecamente un effetto rivoluzionario, se ovviamente non è contrastato da attribuzioni di colpa e di sottomissione preventiva.
In un simile contesto fisiologico riproduttivo e affettivo non ha alcun senso logico parlare di "patriarcato". La Sfinge che guida i passi di Edipo verso la catastrofe dell'incesto è esattamente l'inconscio della madre Giocasta. Donna, divinità e animale.
Tutte le funzioni di legame e di dipendenza riferite al corpo ed al sangue della razza, quelle appartenenti al legame con la terra, con il clan o la setta, la religione e la famiglia, sono funzioni di esplicita derivazione materna. Questo potere affettivo, funzionale ed effettivo appartiene alla Donna Madre. È suo il potere costituito. La sua divinità archetipica ancestrale lo esercita indifferentemente sia sui maschi che sulle figlie donna prima ancora che queste possano subentrare nel medesimo ruolo di potere generativo.
Anzi, predilige i maschi come suoi ministri ed esecutori mentre tende a legare a ruoli servili le figlie in quanto reali antagoniste del ricambio generazionale e portatrici dello stesso potenziale generativo. Ne fa fede la maledizione che Eva subisce dal suo creatore: partorirai con dolore! Colpa e condanna al posto del naturale processo di sostituzione nel ruolo a sua volta di madre per una nuova generazione che mette in mora la precedente dominazione.
Quindi, ancora una volta, diffondere interi programmi di convincimento culturale sulla prevaricazione del ruolo maschile nel sociale si rivela l'ennesima falsificazione di un potere teocratico che si pretende stato unico mondiale nella fattispecie di una élite settaria.
La funzione maschile presiede invece alla differenza cioè all'individuazione del soggetto. Alla capacità di riconoscersi altro e diverso dal corpo di con-fusione primaria che lo ha generato. In quanto corresponsabile della fecondazione, il padre è causa della nominazione del figlio in funzione di contrasto di originalità nei confronti dell'origine. L'originalità di ciascuno è la differenza dall'origine.
Distruggere o depotenziare il maschile equivale a condannare il soggetto umano alla caverna dell'autismo indifferenziato, impedire la formazione dell'Io attraverso un Super Io che salvi il figlio dall'incesto. L'inganno indotto dalle agenzie di manipolazione sociale consiste proprio in questo, prendere a modello del suo sistema di dominio la condizione matriarcale in cui si trova la "rana bollita" a fuoco lento: essa vede il coperchio che la sovrasta ma non distingue sé dalla pentola in cui è rinchiusa in un rapporto di identità e di fusione.
Il potere si sostituisce alla suggestione creatrice della madre e ne fa la sua industria di riduzione della specie umana in schiavitù.