Pechino lancia la ciambella di salvataggio all'Europa (l'ultima)

Pechino lancia la ciambella di salvataggio all'Europa (l'ultima)

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di Fabrizio Verde


“Per la Germania, la Francia e l'Europa nel suo complesso, la prima visita ufficiale all'estero del premier cinese Li Qiang dopo l'insediamento del nuovo governo cinese non è solo un viaggio per portare avanti la tradizionale amicizia e approfondire la cooperazione, ma anche un'importante visita per attuare la proposta del leader cinese di promuovere lo sviluppo dei legami Cina-Europa. È anche un'occasione rara per escludere le interferenze interne ed esterne e per risolvere le loro complesse e intricate riflessioni sulla Cina. L'Europa non dovrebbe perdere questa opportunità”. Si apre così un importante editoriale del quotidiano cinese Global Times.

Nei fatti dalla Cina ci dicono che Pechino sta lanciando una ciambella di salvataggio a un’Europa che sta affondando a causa del servilismo di una classe dirigente ottusa e asservita agli interessi Washington. Sono infatti gli Stati Uniti che hanno fatto precipitare la situazione in Ucraina riportando il dramma della guerra in Europa. Provocato la rottura tra Europa e Russia, con il prossimo obiettivo di staccare l’Europa anche dalla Cina - il suo primo partner commerciale.

Non è difficile credere che visto il livello scadente della classe dirigente europea anche questo obiettivo di Washington sarà facilmente raggiunto. Di nuovo a scapito dei popoli europei che ne pagheranno le peggiori conseguenze. Tra gli applausi scroscianti dei soliti media mainstream che ormai hanno fatto del capovolgimento della realtà e della propaganda atlantista la loro unica ragione di esistenza.

Così, gli ‘europeisti’ duri e puri, nella politica tanto quanto nell’informazione, procedono alla distruzione dell’Europa nell’interesse dell’egemone unipolare in declino. Washington pur di rallentare il processo di creazione del nuovo mondo multipolare pronto a scalzare il vecchio ordine unipolare è pronta a sacrificare l’Europa sull’altare dei propri interessi.

Come spiegato in un editoriale del quotidiano Global Times alla vigilia del viaggio in Europa del premier cinese Li Qiang “l’Unione Europea, in particolare i suoi membri principali, devono trovare nella cooperazione con la Cina la possibilità di superare lo stallo della crisi ucraina e di ripristinare la pace e la stabilità nel continente, nonché di affrontare la prepotenza degli Stati Uniti che mira a minare l'ambiente e il potenziale economico dell'UE”.  

Per questo il primo viaggio all’estero del premier cinese acquista particolare importanza e “dimostra che la Cina attribuisce grande importanza ai legami strategici Cina-UE. E’ stato osservato che la visita di Li porterà maggiore certezza alla cooperazione Cina-Europa e favorirà la ripresa economica globale in un momento in cui il mondo è ancora in preda alle turbolenze causate dalla crisi ucraina e in cui l'unilateralismo e l'egemonia degli Stati Uniti minacciano la tendenza al multipolarismo”.

Quello della Cina sembra quasi essere un estremo tentativo di salvare l’Europa. Una sorta di ultima chiamata.


L'Unione Europea e la necessità di un assetto mondiale multipolare


L'Unione Europea si trova di fronte a una serie di sfide geopolitiche che richiedono una valutazione accurata del suo ruolo nell'arena internazionale. Nell'attuale configurazione a guida statunitense, l'UE si trova in una posizione di svantaggio - eufemismo per non dire a rimorchio di Washington - che potrebbe portare al fallimento e alla disintegrazione dell'Unione stessa. Pertanto, l'UE dovrebbe aspirare a un assetto mondiale multipolare, in cui diverse potenze condividono l'influenza globale.

Curioso è che questi semplici e lampanti concetti debbano essere spiegati ai cosiddetti ‘europeisti’ da chi invece ha sempre avversato il mostro neoliberista europeo. Ma tant’è. Evidentemente più che di ‘europeisti’ si tratta di fanatici atlantisti, pronti a sacrificare il progetto europeo a cui tanto dicono di tenere, per soddisfare quelli che Washington ritiene interessi vitali.

Siamo quindi costretti a spiegare a costoro che in un mondo multipolare l’Unione Europea avrebbe degli innegabili vantaggi:


Riduzione della dipendenza dagli Stati Uniti:


L'UE attualmente dipende in larga misura dagli Stati Uniti per la sicurezza, la difesa e la politica estera. Tuttavia, l'amministrazione statunitense prende decisioni che non rispecchiano gli interessi dell'UE, ma bensì la danneggiano fortemente. Con un assetto multipolare, l'UE potrebbe ridurre questa dipendenza e sviluppare una maggiore autonomia nella definizione delle proprie politiche, aumentando la sua capacità di perseguire gli interessi europei in modo indipendente.


Maggiore influenza geopolitica:


L'UE, con la sua economia ancora forte seppur in netto declino e la sua ricchezza di risorse, avrebbe il potenziale per diventare un attore geopolitico di primo piano. Tuttavia, nel contesto attuale, la sua influenza è limitata a causa della predominanza statunitense. Un assetto multipolare permetterebbe all'UE di assumere un ruolo più centrale nella definizione delle dinamiche globali, ampliando la sua influenza sia in termini di politica estera che economica.

Protezione degli interessi economici:

L'UE è uno dei principali attori nel commercio internazionale. Tuttavia, la sua posizione viene indebolita da politiche unilaterali degli Stati Uniti. Un assetto multipolare consentirebbe all'UE di diversificare i suoi partenariati commerciali e di difendere meglio i suoi interessi economici, mitigando il rischio di pressioni esterne che vanno a danneggiare l'economia europea.

Gestione dei flussi migratori:

L'UE si trova ad affrontare sfide significative legate ai flussi migratori provenienti da regioni instabili o in conflitto. Un assetto multipolare offrirebbe l'opportunità di stabilizzare le regioni di origine dei migranti attraverso una cooperazione internazionale più ampia ponendo fine alle folli politiche di destabilizzazione portate avanti dall’imperialismo solo per perpetuare il proprio dominio e saccheggiare le risorse naturali.

L'attuale assetto mondiale a guida statunitense pone l'UE in una posizione svantaggiata che potrebbe portarla al fallimento e alla disintegrazione. Per evitare tale scenario, l'UE dovrebbe perseguire attivamente un assetto mondiale multipolare, in cui le diverse potenze condividono l'influenza globale. La Cina sta provando a far aprire gli occhi ai paesi che di fatto guidano le sorti europee, Francia e Germania.

Gli ‘europeisti’, i cultori del sogno europeo, hanno invece da tempo scelto di immolarsi per la sopravvivenza del declinante mondo unipolare segnato dal dominio statunitense.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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