Pepe Escobar - La strategia tedesco-americana sprofonda nella pagliacciata

La saga degli ufficiali della Bundeswehr che complottano per far saltare il ponte di Kerch con missili Taurus e per farla franca è un dono che continua a dare e a dare…

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Pepe Escobar - La strategia tedesco-americana sprofonda nella pagliacciata


di Pepe Escobar – Strategic Culture

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

 

La saga dei Quattro Marmittoni della Bundeswehr che complottano per far saltare il ponte di Kerch con missili Taurus e per farla franca è un dono che continua a dare e a dare.

Il Presidente Putin, nella sua ampia intervista a Dmitry Kiselev per Russia 1/RIA Novosti, non ha mancato di parlarne:

"In primo luogo, stanno fantasticando, incoraggiando se stessi. In secondo luogo, stanno cercando di intimidirci. Per quanto riguarda la Repubblica Federale Tedesca, lì ci sono problemi costituzionali. Dicono giustamente: se questi Taurus colpiscono quella parte del ponte di Crimea, che, ovviamente, anche secondo i loro concetti, è territorio russo, questa è una violazione della Costituzione della Repubblica Federale di Germania."

 

Ma la cosa si fa sempre più losco.

Quando la trascrizione della fuga di notizie su Taurus è stata pubblicata da RT, tutti hanno potuto ascoltare il generale di brigata Frank Gräfe – capo delle operazioni dell'Aeronautica militare tedesca – parlare con il tenente colonnello Fenske delle operazioni aeree del Comando spaziale tedesco sul piano di dispiegamento dei sistemi Taurus in Ucraina.

Un punto chiave è che, durante la pianificazione, questi due menzionano che i piani erano già stati discussi "quattro mesi fa" con "Schneider", il successore di "Wilsbach".

Si tratta di nomi tedeschi, ovviamente. Quindi a nessuno è venuto in mente che (Kevin) Schneider e (Kenneth) Wilsbach potessero essere invece... americani.

Tuttavia, questo ha fatto sollevare le sopracciglia del giornalista investigativo tedesco Dirk Pohlmann – che ho avuto il piacere di incontrare a Berlino anni fa – e del suo collega ricercatore Tobias Augenbraun.

Hanno scoperto che i nomi dal suono tedesco identificavano effettivamente degli americani. Non solo: nientemeno che l'ex e l'attuale comandante delle Forze Aeree statunitensi del Pacifico.

L'elemento dei Quattro (in realtà Sei) Marmittoni riceve un'ulteriore spinta quando si stabilisce che il Cancelliere Salsiccia di Fegato Scholz e il suo Ministro della Totalenkrieg Pistorius sono venuti a conoscenza del piano Taurus non meno di quattro mesi dopo.

Quindi, a quanto pare, abbiamo un chiaro caso di alti ufficiali militari tedeschi che prendono ordini diretti per un attacco alla Crimea – che fa parte della Federazione Russa – direttamente da ufficiali americani delle Forze Aeree del Pacifico.

Questo di per sé apre il dossier a un ampio spettro che va dal tradimento nazionale (contro la Germania) al casus belli (dal punto di vista della Russia).

Naturalmente nulla di tutto ciò viene discusso dai media mainstream tedeschi.

Perché, insomma, l'unica cosa che sembra preoccupare il generale di brigata Gräfe è che i media tedeschi possano iniziare a indagare seriamente sui metodi dei Molteplici Marmittoni della Bundeswehr.

Gli unici che hanno svolto un'indagine adeguata sono stati Pohlmann e Augenbraun.

Sarebbe troppo aspettarsi dai media tedeschi del tipo "Bild" un'analisi di quella che sarebbe la risposta russa alle marachelle dei Molteplici Marmittoni contro la Crimea: una devastante rappresaglia contro i beni di Berlino.

 

Fa così freddo in Alaska

Durante l'allegra conversazione della Bundeswehr viene menzionato un altro "piano":

"Nee, nee. Ich mein wegen der anderen Sache." ("No, no. Intendo l'altra cosa") Poi: "Ähm ... meinst du Alaska jetzt?" ("Ahm, ma intendi l'Alaska?").

Tutto diventa più succoso quando si viene a sapere che l'ufficiale del Centro operativo aereo del Comando spaziale tedesco Florstedt incontrerà nientemeno che Schneider martedì prossimo, 19 marzo, in Alaska.

E anche Gräfe "dovrà tornare in Alaska" per spiegare tutto da capo a Schneider, visto che è "nuovo" nell'incarico.

Quindi la domanda è: perché l'Alaska?

Si tratta di un gioco di ombre americano su molte "attività" in Alaska – che si dà il caso riguardino nientemeno che la Cina.

E c'è di più: durante la conversazione emerge anche un altro "Auftrag" ("Auftrag" significa "missione"), con un nome in codice non chiaramente comprensibile che suona come "Kumalatra".

Tutto questo ci dice che l'amministrazione di Crash Test Dummy alla Casa Bianca, la CIA e il Pentagono sembrano puntare, per disperazione, sulla Guerra Totale nel suolo nero della Novorossia.

E ora lo dicono a voce alta, senza giochi di ombre, e direttamente attraverso il capo della CIA, William Burns, che ovviamente fa schifo in fatto di segretezza.

Questo è ciò che Burns ha detto ai membri della Commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti all'inizio di questa settimana:

"Penso che senza un'assistenza supplementare nel 2024, vedrete altre Avdeevka, e questo – mi sembra – sarebbe un errore massiccio e storico per gli Stati Uniti."

Questo spiega quanto il trauma di Avdeevka sia impresso nella psiche dell'apparato di intelligence statunitense.

Ma c'è di più: "Con un'assistenza supplementare, l'Ucraina può resistere in prima linea fino al 2024 e all'inizio del 2025. L'Ucraina può continuare a far pagare i costi alla Russia, non solo con attacchi di penetrazione profonda in Crimea, ma anche contro la Flotta russa del Mar Nero."

Ci risiamo: La Crimea ancora una volta.

Burns crede davvero che l'enorme pacchetto di "aiuti" da 60 miliardi di dollari che deve essere approvato dal Congresso degli Stati Uniti consentirà a Kiev di lanciare un'"offensiva" entro la fine del 2024.

L'unica cosa che azzecca è che se non ci sarà un nuovo pacchetto, ci saranno "significative perdite territoriali per l'Ucraina quest'anno".

Burns potrebbe non essere la lampadina più brillante nella stanza dell'intelligence. Molto tempo fa era un diplomatico/una risorsa della CIA a Mosca, e sembra non aver imparato nulla.

A parte il fatto di aver fatto uscire dal sacco gatti e gattini a bizzeffe. Non si tratta solo di attaccare la Crimea. Questo viene letto con immenso diletto a Pechino:

"Gli Stati Uniti forniscono assistenza all'Ucraina in parte perché queste attività aiutano a contenere la Cina."

Burns ha fatto centro, vincendo l'Oscar per "Il miglior svuotamento del sacco", quando ha detto che "se ci si accorge che stiamo abbandonando il sostegno all'Ucraina, non solo si alimenteranno i dubbi dei nostri alleati e partner nell'Indo-Pacifico, ma si alimenteranno le ambizioni della leadership cinese in situazioni che vanno da Taiwan al Mar Cinese Meridionale".

L'inestimabile Andrei Martyanov ha riassunto perfettamente la stupefacente incompetenza, condita da un pacchiano eccezionalismo, che permea questa performance di Burns:

"Ci sono cose che non possono capire a causa del basso livello di istruzione e cultura. Questo è un nuovo paradigma per loro – tutti loro sono 'laureati' alla scuola di 'studi strategici' di fare il culo alle nazioni indifese', e con il livello di 'scienza' economica dell'Occidente non possono capire come si svolge tutto questo."

Ciò che rimane è quindi il panico, come espresso da Burns al Senato, misto all'impotenza di comprendere una "diversa cultura guerriera" come quella russa: "Semplicemente non hanno punti di riferimento."

E scelgono comunque la guerra, come magistralmente analizzato da Rostislav Ishchenko.

Anche se l'acronimo della CIA e di altre 17 agenzie di intelligence statunitensi ha concluso, in un rapporto presentato al Congresso all'inizio di questa settimana, che la Russia sta "quasi certamente" cercando di evitare un conflitto militare diretto con la NATO e calibrerà le sue politiche per evitare una guerra globale.

Dopotutto, l'Impero del Caos punta tutto sulle Guerre Eterne. E noi tutti ci troviamo nel bel mezzo di una questione di "fare o morire". L'Impero non può permettersi l'umiliazione cosmica della NATO in Novorossia.

Eppure ogni "piano" – stile Taurus sulla Crimea – è un bluff. La Russia è consapevole di un bluff dopo l'altro. Le carte occidentali sono ora tutte sul tavolo. L'unica domanda è quando e quanto velocemente la Russia smaschererà il bluff.

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