Pepe Escobar - Oreshnik, Apocalypse Now e l'americano medio

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Pepe Escobar - Oreshnik, Apocalypse Now e l'americano medio

 

 

di Pepe Escobar – Sputnik

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

 

Insomma, niente da vedere qui. Solo una demo ipersonica… Beh, non proprio. L'americano medio è in grado di farsi un (o una certa specie di) senso del mondo solo attraverso Hollywood. Quindi rivolgiamoci a un classico: la sequenza di apertura di Apocalypse Now di Coppola - la controparte della guerra in Vietnam di Cuore di tenebra di Joseph Conrad, ambientata in Congo.

 

 

Nel film, il capitano Willard (Martin Sheen), tutto solo in una stanza a Saigon, è a malapena in grado di recitare un soliloquio da sbronzo. Sta aspettando il suo incarico: una missione speciale fino al Cuore di Tenebra (nel film, rappresentato dall'incursione illegale americana e dal bombardamento indiscriminato della Cambogia).

Willard, nel V.O., mormora a malapena: “Ogni minuto che resto in questa stanza, io mi indebolisco e Charlie si rafforza”. Charlie, nella giungla, era il modo in cui i GI americani si riferivano ai Vietcong.

Dalla “guerra americana” - come la chiamano i vietnamiti - alla guerra per procura USA/NATO in Ucraina.

L'Impero americano è ora un capitano sbronzo che affronta la giungla (rinnovata) - come lo definisce quello spagnolo deficiente Borrell, l'uscente “capo” della politica estera dell'UE. Ogni minuto che il Capitano resta nel suo giardino decrepito - la controparte di una squallida stanza di Saigon - Charlie, nella giungla, diventa più forte.

Ciò che è ancora più nefasto è che Charlie, ora, non è il Vietcong. Charlie ora è la Russia nucleare e ipersonica.

Capitan America ha creduto di poter intimidire il Charlie russaccio con l'“autorizzazione” direttamente dallo Stato profondo all'Ucraina di attaccare obiettivi all'interno della Federazione Russa con gli ATACMS.

Attacchi di questo tipo erano già avvenuti in passato nei nuovi territori della Russia. Tuttavia, dopo l'“autorizzazione” ne sono stati sferrati due nuovi, contro Kursk e Bryansk; uno con ATACMS e l'altro con Storm Shadows.

Poi è arrivata l'inevitabile risposta russa. E che cos'era? Nuovi ipersonici multipli? Zeus? Superman?

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dimitri “Unplugged” Medvedev, non ha potuto resistere a una concisa trollata: “Quindi è questo che volevate? Beh, l'avete beccato!”.

I sorci del Collettivo Occidentale si sono prevedibilmente scapicollati su tutto lo spettro dopo aver assistito a quella che è stata inizialmente interpretata come una demo di un “pacchetto di testate convenzionali” RS-26.

 

Poi il Presidente Putin è intervenuto.

I punti chiave: Le armi occidentali a lungo raggio sono state impiegate contro la Russia, che ha risposto con il nuovo sistema balistico ipersonico a medio raggio “Oreshnik” contro la fabbrica Yuzhmash di Dnipropetrovsk; inoltre, l'uso di armi a lungo raggio da parte del nemico non può influenzare il corso dell'Operazione militare speciale (OMS).

Ma questo è stato il messaggio chiave che Putin ha trasmesso agli americani, alla NATO e a tutto l'Occidente:

“Stiamo conducendo test di combattimento del sistema missilistico Oreshnik in risposta alle azioni aggressive dei Paesi della NATO contro la Russia. La questione dell'ulteriore dispiegamento di missili a medio e corto raggio sarà decisa da noi, a seconda delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti. Gli obiettivi da distruggere durante gli ulteriori test dei nostri sistemi missilistici più recenti saranno determinati da noi in base alle minacce alla sicurezza della Federazione Russa. Ci consideriamo nel diritto a usare le nostre armi contro le installazioni militari di quei Paesi che permettono l'uso delle loro armi contro le nostre strutture. E in caso di escalation di azioni aggressive, risponderemo con decisione e in modo speculare. Raccomando alle élite al potere di quei Paesi che hanno in programma di utilizzare i loro contingenti militari contro la Russia di pensarci seriamente due volte.”

 

 

Signore, gradisce forse un'insalata alle nocciole?

L'interpretazione iniziale di questa mossa che di fatto ha cambiato la partita è stata che la Russia ha lanciato un singolo missile mobile stradale RS-26 Rubezh contro la fabbrica di produzione di missili Yuzhmash a Dnepropetrovsk, dotato di sei testate indipendenti, non nucleari (corsivo mio), ognuna delle quali a sua volta dispiegava altre testate (diciamo 6x6 = 36).

Questo di per sé ha cambiato l'“essenza” della guerra in Ucraina, come Putin stesso aveva riconosciuto in precedenza quando si trattava di “autorizzare” gli attacchi da parte degli ATACMS.

 

Il discorso di Putin ha stabilito che la Russia ha effettivamente utilizzato un missile a medio raggio (da 1.000 a 3.000 km) completamente nuovo, l'Oreshnik (“la Nocciola”). Anche i funzionari statunitensi hanno ammesso che si tratta di un sistema “sperimentale”, il che implica che ne sapevano qualcosa.

Lo stesso Putin ha parlato di “test di combattimento”. Ciò che è stato stabilito al di là di qualsiasi test, secondo le parole dello stesso Putin, è che “la Nocciola” può essere inviato come regalo a qualsiasi obiettivo in tutta la NATO.

L'Oreshnik è un missile tostissimo. Può raggiungere il Regno Unito in soli 19 minuti, Bruxelles in 14, Berlino in 11 e Varsavia in 8 minuti. E, naturalmente, viaggiando a più di Mach 10, non può essere intercettato da nulla dell'arsenale collettivo occidentale. Compresi quello degli Stati Uniti.

L'alto potere distruttivo è un dato di fatto – già garantito dal fattore sorpresa; si sa cosa ci colpisce solo dopo essere stati colpiti (forse). Un'opzione potenziale è che l'Oreshnik abbia preso di mira le officine segrete sotterranee di Yuzhmash, dove la NATO aveva inviato attrezzature e parti per missili balistici a corto raggio (da 500 km a 1.500 km).

Nei suoi quattro libri e nel suo blog, l'indispensabile Andrei Martyanov ha chiarito che “la Russia ha una schiacciante superiorità di escalation convenzionale” rispetto all'Egemone. Quindi, sì: questo test di un IRCM (un missile convenzionale) con MIRV (Multiple Independent Reentry Vehicles) ipersonico potrebbe essere solo una demo – un'anteprima di ciò che potrebbe essere in serbo.

Martyanov: “La NATO non ha alcuna capacità di fermare il fuoco a lungo raggio della Russia.” La “demo” è anche abbinata a un nuovo tentativo di rendere la guerra un affare relativamente civile: Mosca avvertirà i civili dell'imminente attacco di Oreshnik. Quelli che non se ne andranno lo faranno a loro rischio e pericolo.

Come ha osservato Martyanov, “non si tratta più solo di un'OMS”. In effetti, da un bel po' di tempo siamo ben oltre un'operazione militare speciale: questa è una guerra calda o la va o la spacca NATO-Russia, da cui non si può prescindere. Aggravata dal fatto che le élite al potere dell'Egemone sono congenitamente incapaci di fermare l'escalation.

Nemmeno la demo dell'Oreshnik fermerà l'escalation. Uno scenario plausibile è che l'intelligence militare statunitense sia venuta a conoscenza di un imminente attacco russo con missili balistici a medio raggio e abbia quindi informato Kiev e la NATO. Mosca ha poi avvertito gli Stati Uniti 30 minuti prima dell'attacco (è la norma, per evitare malintesi nucleari); gli americani non solo hanno confermato, ma hanno sottolineato che non c'era alcun rischio di un attacco nucleare russo su Kiev, né ora né nel prossimo futuro.

L'Oreshnik, infatti, è una tacita dimostrazione che la Russia non ha bisogno del nucleare per risolvere alcunché nel teatro di guerra ucraino.

Supponiamo quindi che l'escalation sia stata controllata - per ora. Tuttavia, abbiamo ancora quasi due mesi di un'amministrazione statunitense completamente squilibrata al potere. La demenza congenita della NATO suggerisce che l'escalation continuerà. La differenza, però, è stratosferica: ora non sanno se Oreshnik che gli porge un biglietto da visita è dotato o meno di una bomba nucleare.

Con tutta la demenza insita nell'attuale amministrazione uscente, gli americani che capiscono il mondo solo attraverso Hollywood potrebbero aver dimenticato che è stato proprio Trump 1.0 a ritirare gli Stati Uniti dal trattato INF, nel 2019. Se gli Stati Uniti fossero rimasti, la Russia non avrebbe potuto sviluppare e utilizzare l'Oreshnik.

Ma, ehi ragazzi, ora è tempo per una bella insalata alle nocciole; un ottimo modo per regolare la pressione sanguigna.

 

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