Per il quotidiano inglese Trump potrebbe provocare una crisi militare per ritardare il passaggio delle consegne a Biden
Secondo l’editoriale del Financial Times di oggi, Trump sta tentando un sovvertimento che “equivale a un colpo di stato non dichiarato”. L’indizio più rilevante che viene citato è un appello firmato da tutti gli ex-segretari alla difesa viventi, tra cui perfino gli ultra-destrorsi Donald Rumsfeld e Dick Cheney, che invita i vertici militari americani a restare fedeli alla Costituzione, e a non “giocare alcun ruolo nel tentativo di cambiare il risultato delle elezioni”.
Il giornale si interroga sui motivi che hanno spinto personaggi di questo calibro ad rendere pubblica questa loro preoccupazione, e su cosa stia accadendo dietro le quinte del potere americano. E cita al riguardo le minacce di alcuni “Trump loyalists” come Michael Flynn, il suo ex-consigliere per la sicurezza nazionale, secondo i quali il presidente dovrebbe dichiarare la legge marziale.
L’editoriale continua evocando la possibilità che Trump provochi una qualche sorta di crisi militare all’estero allo scopo di creare un clima di emergenza che gli consenta di ritardare o evitare il passaggio delle consegne a Biden.
L’editoriale si conclude con la valutazione (scontata) che il tentativo di sospensione delle garanzie democratiche quasi certamente non funzionerà, e che le prossime due settimane saranno il test della forza delle istituzioni americane.
Ma la mia valutazione è di segno opposto. Non c’è bisogno di dimostrare nessuna forza. Quanto accaduto da novembre in poi ha già dimostrato a iosa quanto siano deboli queste istituzioni, e quanto la cosiddetta “democrazia americana” sia rimasta indietro rispetto all’Europa e al resto del mondo.