Perché delle cavie umane utilizzate dalle multinazionali farmaceutiche non si scandalizza nessuno?
Una guerra commerciale dietro lo “scandalo” delle “cavie umane” utilizzate per testare la pericolosità dei gas di scarico di alcune auto tedesche? Parrebbe di si considerato che il tutto nasce da una “inchiesta” del New York Times. Come la campagna mediatica scatenatasi nel 2015 quando la statunitense Environmental Protection Agency accusò i diesel tedeschi di emettere ossidi d’azoto oltre i limiti consentiti. E tutto questo mentre passava quasi inosservato il ritiro di ben 800.000 auto da parte della General Motors per un difetto al blocchetto d’accensione, che aveva provocato almeno 13 incidenti mortali.
Ma, poi, dove sarebbe la novità delle cavie umane sottoposte, nel 2013 e 2014, a inalazione di diversi livelli di biossido di azoto in un ospedale universitario nella città tedesca di Aquisgrana che tanto fa fremere di indignazione Repubblica e i media mainstream?
Date una occhiata all’immagine di copertina di questo articolo. È una campagna pubblicitaria, realizzata dall’Agenzia italiana del farmaco per reclutare bambini da sottoporre ad esperimenti finalizzati a testare nuovi farmaci. Vi sembra orrendo? Forse si, ma il problema è sempre lo stesso.
Perché qualcuno decide di mettere a repentaglio la propria salute (o quella dei propri figli) trasformandosi/li in una cavia?
Per amore dell’umanità? Qualcuno forse si. Ma gli altri lo fanno per soldi. Come le migliaia di studenti italiani che per 900 franchi si sottopongono in Svizzera a test sui farmaci. Forse qualcuno tra questi ci ha rimesso le penne ma, almeno, era informato (o avrebbe dovuto esserlo) dei rischi che correva. Non così per centinaia di migliaia di disperati dei paesi “in via di sviluppo” utilizzati per testare farmaci e vaccini.
Che c’è da scandalizzarsi?
Francesco Santoianni