Perché la nomina di Rutte alla Nato è una grande sconfitta per l'Europa
di Alessandro Volpi
La nomina di Mark Rutte a Segretario generale della Nato è una clamorosa sconfitta dell'Europa. Rutte è stato infatti uno dei più acerrimi nemici di ogni ipotesi di debito comune europeo, ha sempre votato contro qualsiasi ipotesi di allentamento del Patto di Stabilità persino di fronte alle più gravi emergenze e ha preso posizione feroce contro qualsiasi aumento della spesa pubblica, sia di quella per gli investimenti sia di quella corrente.
Dunque un rigorista aggressivo. Al tempo stesso però ha varato leggi destinate a fare dell'Olanda un paradiso fiscale, a discapito dei bilanci degli altri paesi europei - secondo varie stime l'Olanda sottrae al fisco italiano una decina di miliardi di euro l'anno - e ha votato contro ogni prospettiva, anche solo remota, di limitare il dumping fiscale. In pratica, Rutte è stato un rigorista con le risorse degli altri.
Nel frattempo ha predicato la totale subordinazione agli Stati Uniti, e ai grandi fondi e alla grandi banche americane, verso cui dirottare il risparmio europeo drenato dal paradiso fiscale olandese.
E' stato anche convinto fautore della centralità della "Borsa" energetica di Amsterdam, dove i fondi, che non hanno nulla a che vedere con il mercato reale del gas, fanno i prezzi tramite la speculazione. Ora questo signore sarà il terminale nel Vecchio Continente degli Stati Uniti: la subordinazione è completata.