Perché la prima mano della crisi di governo l'ha vinta Renzi

3450
Perché la prima mano della crisi di governo l'ha vinta Renzi

Giornata decisiva oggi al Senato. Il governo Conte si sosterrà su senatori che hanno il massimo interesse personale a restare tali anche cambiando gruppo o sarà sostenuto da parlamentari che, come dice Conte nel suo drammatico appello di aiuto, hanno "a cuore" primariamente il bene dell'Italia, collocata in Europa ed alleata naturalmente con gli USA di Biden e della NATO?

In attesa del voto di fiducia al Senato che avverrà solo in tarda serata, sembra ormai quasi scontato che il Conte Bis avrà solo una maggioranza relativa (155 voti il numero più gettonato) e non assoluta (161).

Prime due considerazioni.

1. Conte ha deciso di non rassegnare le dimissioni nonostante non si siano trovati (come avevamo anticipato in un altro articolo su l'AntiDiplomatico) costruttori dalle macerie che si accollassero pubblicamente la responsabilità della fase più difficile (e fallimentare) della gestione della Pandemia economica e quindi procederà sull'astensione del "nemico" Renzi.

2. La speranza di Conte, PD e 5 stelle è che, solo dopo, si possano stabilizzare i numeri della maggioranza con ulteriori "trattative".

Intanto si andrà avanti, azzoppati, ma senza standby dei dicasteri.

Usque tandem non si sa.

Ma, e qui sta l'elemento che forse è stato sottovalutato, Renzi ha vinto la prima mano, costringendo Conte a fare un appello disperato alle forze non sovraniste (smentendo la prima versione del governo gialloverde che non aveva timori a rispondere così alla domanda di Siri: “Ti senti populista?”, “Si”, e giù gli applausi scroscianti del pubblico del Carroccio), europeiste e atlantiste.

Appello raccolto in primis da quel Movimento 5 Stelle ormai perfettamente interscambiabile in bieco europeismo e fondamentalismo atlantista con il Pd. Se non è una vittoria di Renzi e di chi lo sostiene questa, esattamente cos'è? Se la principale forza di propulsione su cui un italiano su 3 aveva investito la sua fiducia per un cambiamento reale è diventata perfettamente interscambiabile con quella forza che in teoria doveva essere spazzata via, esattamente chi ha vinto la prima mano?

Conte, che sta dimostrando qualità di sopravvivenza politica da Prima Repubblica, ha avuto poca difficoltà a passare da Trump al nuovo sceriffo che si sta per insediare alla Casa Bianca. Il suo discorso alla Camera e al Senato è stato praticamente una cessione totale della sovranità nazionale pur di restare in piedi.

In pieno stile Pd, e quindi Renzi.

L'ex premier e ex segretario del Pd ha vinto perché ha dimostrato di essere ancora oggi l'ago della bilancia, indispensabile con la sua astinenza. E' rimasto vivo fino al giorno in cui a Washington si insedierà il nuovo rais che ha l'ultima parola sulle decine di bombe nucleari e installazioni militari presenti nel nostro territorio, nonché, come dimostra l'Obamagate, legato indissolubilmente e non solo politiccamente con i nuovi coinquilini della Casa Bianca. E' lui la persona di cui si fidano di più a Washington e questo da domani avrà un peso da non sottovalutrare. 

Con la sua astensione, Renzi continuerà a fare da quarta gamba al Governo, ma sfilandosi da qualsiasi responsabilità politica nella fase più difficile perché la crisi economica quella vera sta iniziando a mordere ora e i sussidi forniti dal governo stanno per scadere.  "Sono mesi che le chiediamo una svolta. La comunicazione per cui questo non e' il momento per aprire una crisi è passata. Ma noi pensiamo all'opposto che questo e' un kairos, un momento opportuno, ora o mai più. Ora ci giochiamo il futuro, non tra sei mesi", ha dichiarato Renzi nel suo intervento in Aula. L'ora coincide non a caso con un nuovo presidente degli Stati Uniti, oggi punto di riferimento di Conte e Movimento 5 Stelle, proni ad attaccare la Russia per l'arresto del blogger di estrema destra Navalny. Se non è una vittoria di Renzi e chi lo sostiene questa...

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Quando il tennis oscura un genocidio di Paolo Desogus Quando il tennis oscura un genocidio

Quando il tennis oscura un genocidio

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Necropolitica e Tanatopolitica di Giuseppe Giannini Necropolitica e Tanatopolitica

Necropolitica e Tanatopolitica

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

I metodi mafiosi e i servi sciocchi di Michele Blanco I metodi mafiosi e i servi sciocchi

I metodi mafiosi e i servi sciocchi

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti