Presidenti con l'elmetto
di Giuseppe Giannini
I pericolosi venti di guerra che soffiano in Europa non preannunciano nulla di buono. All'improvviso, all'indomani delle sia pur discutibili iniziative trumpiane, volenti dare una svolta alle guerre mondiali, ecco che i Paesi europei e l'Unione si sono svegliati.
Il decisionista Trump alza la voce, ribadendo ai vassalli, pardon alleati occidentali, che l'America, come sempre, viene prima. Ed ora, stanco del debito enorme accumulato dall'America e dalle sue aziende, a causa della sonnolenta ma interessata amministrazione democratica targata Biden-Harris & co. è giunto il momento di cambiare rotta.
Le soluzioni, spacciate per iniziative di pace, prevedono: la colonizzazione dei territori palestinesi da parte del brand Trump-Musk (con quel pessimo video messo in rete), che si aggiunge a quella israeliana; la presa di possesso delle ricchezze situate in terra ucraina come scambio per un accordo che porti alla fine del conflitto.
Immaginiamo la futura ricostruzione sullo stile di quello praticato in passato in Iraq.
Dopodichè, in attesa di inventarsi nuove imprese belliche per soddisfare le esigenze dei lobbisti delle armi, se gli europei vorranno continuare a difendere l'Ucraina dovranno sobbarcarsi i relativi impegni economici e sociali conseguenti a quelli militari. D'altronde l'economia di guerra in cui ci troviamo impantanati ha già presentato il conto: di vite umane, distruzioni, ed appunto di economie al collasso. Basti vedere la Germania, una volta motore dell'Europa, ed ora in piena crisi industriale. Tre anni durante i quali abbiamo dovuto sopportare ogni tipo di falsità.
Provocazioni e propaganda interessata ("l'Ucraina vincerà la guerra"), e toni rassicuranti (le forniture energetiche con l'inevitabile impennata dei prezzi sponsorizzate dall'uomo che da oltre quarant'anni condiziona, peggiorandole, le politiche economiche internazionali: Mario Draghi).
Hanno detto che Putin è il nuovo Hitler. E quante volte abbiamo sentito che avrebbe invaso gli altri Stati europei? Di fatto, fino a prova contraria, coloro che sono "espatriati" siamo noi europei.
Da quando abbiamo esportato le basi Nato tutte intorno alla Russia, e soprattutto ora, con l'invio degli apparati della logistica, l'intelligence, le continue forniture d'armi. Guerra per procura?
E' la guerra preventiva-difensiva dei Paesi Nato contro il sistema di governo russo. Essa mira ad eliminare Putin con l'intento formale di liberarsi di un dittatore, ma lo scopo precipuo è quello di poter reindirzzare la gestione di un'area afferente al polo alternativo dei BRICS. Sono i veri competitori dopo la fine della supremazia della globalizzazione economica, che sopravvive ma coabita a stento con i regionalismi, le spinte protezionistiche, i nuovi imprevedibili scenari. Tutte questioni strettamente interconnesse, riguardanti ogni continente, e che i dazi e contro-dazi, non riusciranno a frenare.
Limitandoci all'aspetto militare sono decisamente fuori luogo le esternazioni dei rappresentanti statali. La militarizzazione della vita è in atto da tempo. In Polonia lo Stato spinge per far arruolare il più possibile; in Italia l'educazione appaltata all'esercito entra nelle scuole e negli enti della formazione; in Francia lo psicopatico Macron spinge per l'invio di contingenti europei a sostegno degli esausti ucraini.
Le dichiarazioni più preoccupanti sono quelle di chi sta al vertice delle istituzioni. Di Macron abbiamo detto. C'è poi il protagonismo bellico del Presidente Mattarella. Il quale non perde l'occasione per ricordare ciò che è ovvio, spingendo la narrazione verso lidi particolaristici, che non portano da nessuna parte. Anzi, hanno il demerito di aizzare gli animi, e fomentare gli scontri.
C'è tutta una platea di provocatori, stipendiati (?) dall'affarismo bellico. Potremmo stilarne la lista dopo che gli organi della comunicazione ad essi affini ne hanno diffuso quella di proscrizione verso i non allineati, etichettati per comodità di parte come putiniani. I guerrafondai sono i liberali ed i cd. democratici, le tv ed il novanta per cento della carta stampata. Personaggi chic come la Picierno e le colleghe altolocate di partito.
Ed infine la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Seguendo quanto auspicato dall'onnipresente Mario Draghi, a proposito del piano di 800 miliardi per far ripartire l'Europa, avrà interpretato bene il suggerimento decidendo di impegnare la montagna di soldi per uno sforzo bellico, che ci trascina in guerra, e legherà i destini futuri delle economie continentali. Mentre gli americani cercano di convincere i russi per una tregua e negoziare la fine del conflitto, l'Europa sente l'esigenza di rafforzare i suoi apparati militari. Il ReArm finanziato con le tasche dei risparmiatori. Invece di pensare di utilizzare tali, ingenti somme, per la solidarietà, il sociale, le politiche ambientali e di accoglimento. Pazzi scatenati con l'elmetto.