Primo Maggio. Siamo altrove da dove ci cercate
Poiché è prevedibile che questa giornata sarà riempita da omelie ipocrite l’unico augurio posso trarlo da questi versi di Hikmet, e la risposta alle omelie è la foto in alto, che dice una cosa semplice: siamo altrove da dove ci cercate.
Stiamo andando altrove, c’è una vita che pulsa e che non potete vedere, perché per comprenderla bisogna viverla e non guardarla. Bisogna esserne parte, non guide o vati.
Delle vostre mani e della menzogna (hikmet)
Uomini, ah! uomini miei,
se le antenne vi mentono a ogni istante,
se mentono le rotative,
se vi mentono i libri, di copertina in copertina,
e i manifesti sui muri
e gli annunzi sulle colonne,
se dagli schermi bianchi vi mentono
le gambe nude delle ragazze,
se le preghiere vi mentono
e le ninne nanne
e i sogni,
se nei cabaret mente il violino
e il violinista,
se vi mentono le voci
che suadenti sussurrano - taci!,
se le parole e i colori vi mentono,
se tutto ciò, che dipende dalle vostre mani,
mente,
tutto,
fuorché le vostre mani,
se tutti vi mentono inventando fandonie,
se tutto e tutti con protervia vi mentono,
allora sappiate che questo
è perché restino cieche le vostre mani, come le tenebre,
ubbidienti come cani da guardia,
cedevoli come l'argilla,
è perché non si ribellino, le vostre mani,
è perché in questo mondo mortifero,
dove tanto si desidera vivere
e dove voi troppo vivete penosamente,
le vostre mani possano
senza fine servire
l'oppressione e la schiavitù
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