Putin apre alla tregua: "Sì al cessate il fuoco, ma servono garanzie"
Conferenza stampa congiunta con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a Mosca
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia è pronta a considerare un cessate il fuoco nel conflitto con l'Ucraina, ma solo se tale accordo porterà a una pace duratura e risolverà le cause profonde della crisi. Durante una conferenza stampa congiunta con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a Mosca, Putin ha sottolineato che l'idea di un cessate il fuoco è "giusta" e che Mosca la sostiene pienamente, ma ha anche sollevato una serie di questioni critiche che devono essere affrontate prima di raggiungere un accordo.
Le condizioni di Mosca per la tregua
Putin ha evidenziato che, prima di qualsiasi cessate il fuoco, è necessario discutere e risolvere alcune questioni chiave, tra cui i sistemi di "controllo e verifica" per monitorare il rispetto della tregua. Inoltre, il presidente russo ha espresso preoccupazione per la possibilità che il regime di Kiev utilizzi la pausa nei combattimenti per riarmarsi e rafforzare le proprie truppe sul fronte. Come già accaduto in passato con gli accordi di Minsk, le ammissioni di Angelka Merkel e altri ex leader occidentali in merito lo confermano. "Se si concordano 30 giorni di tregua, questi verranno utilizzati per continuare la mobilitazione forzata in Ucraina, per rifornirla di armi e addestrare nuove unità? Ci sono garanzie che nulla di tutto ciò accadrà?", ha chiesto Putin.
Un altro punto di contesa è la situazione nella regione di Kursk, al confine con la Russia, dove le truppe ucraine hanno invaso il territorio nell'agosto 2024. Putin si è chiesto se un cessate il fuoco significherebbe permettere a queste truppe di ritirarsi senza conseguenze. "Dovremmo semplicemente lasciarli andare dopo che hanno commesso numerosi crimini contro i civili? O Kiev ordinerà loro di deporre le armi?", ha domandato.
La situazione sul campo
Putin ha affermato che la situazione nella regione di Kursk è completamente sotto il controllo russo, con le truppe ucraine isolate e incapaci di ritirarsi in modo organizzato. "Le truppe ucraine hanno perso il controllo all'interno di questa zona di invasione. Se nelle prime fasi tentavano di uscire in gruppi separati, ora è impossibile. Stanno cercando di uscire in piccoli gruppi di due o tre persone alla volta, perché tutto è sotto il nostro pieno controllo di fuoco", ha spiegato.
Il presidente russo ha anche sottolineato che gran parte dell'equipaggiamento militare ucraino nella regione di Kursk è stato abbandonato e che sarebbe impossibile rimuoverlo. "Se si verifica un blocco fisico nei prossimi giorni, sarà impossibile uscire del tutto. Ci saranno solo due opzioni: arrendersi o morire", ha dichiarato.
Dialogo con gli Stati Uniti
Putin ha ribadito che la Russia è disposta a discutere un cessate il fuoco con gli Stati Uniti, e che potrebbe essere necessario un dialogo diretto con il presidente statunitense Donald Trump. "Dobbiamo parlare con i nostri colleghi e partner statunitensi, e forse chiamare il presidente Trump per affrontare la questione con lui. Ma sosteniamo l'idea di porre fine a questo conflitto in modo pacifico", ha concluso.
Le sanzioni occidentali e l'economia russa
Nel frattempo, Putin ha commentato l'impatto delle sanzioni occidentali sull'economia russa, definendole una "vaccinazione" che ha rafforzato l'indipendenza e la sovranità del paese. "Le cosiddette sanzioni ci hanno dato una buona spinta verso l'autosufficienza. Continueremo a sviluppare programmi per rafforzare la nostra sovranità tecnologica", ha affermato. Tuttavia, il presidente russo ha chiarito che Mosca non si oppone alle imprese straniere e che è aperta al loro ritorno, ma senza offrire preferenze speciali.