Putin sui bombardamenti della Jugoslavia: "L'Occidente ha iniziato una guerra in Europa"
Il Presidente russo Vladimir Putin ha definito il bombardamento della Jugoslavia nel 1999 "un'enorme tragedia".
"Ciò che l'Occidente ha fatto è inaccettabile, infatti ha scatenato una guerra in Europa". Putin ha fatto le osservazioni in questione nell'ambito del documentario "Belgrado" del direttore generale della TASS Andrei Kondrashov, un estratto del quale è stato trasmesso domenica dal canale russo Rossiya 1.
Questo documentario commemora il 25° anniversario di quegli eventi, di cui il canale televisivo ha rilasciato finora solo un teaser.
L'operazione militare della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ebbe inizio il 24 marzo 1999. Denominata "Allied Force", l'obiettivo primario della campagna aerea era quello di prevenire il genocidio della popolazione albanese in Kosovo, come dichiarato all'epoca dai vertici dell'Alleanza. Secondo i rapporti della NATO, l'operazione è durata 78 giorni, durante i quali l'aviazione dei Paesi membri ha effettuato 38.000 sortite di combattimento.
Gli esperti militari stimano che siano stati lanciati 3.000 missili da crociera e che siano state sganciate circa 80.000 tonnellate di bombe, comprese quelle a grappolo e quelle contenenti uranio impoverito. I dati serbi indicano che sono state uccise tra le 3.500 e le 4.000 persone, con circa 12.500 feriti, due terzi dei quali erano civili. Gli esperti serbi sostengono che durante i tre mesi di campagna di bombardamenti, le forze NATO hanno sganciato 15 tonnellate di uranio impoverito sul territorio serbo, portando la Serbia al primo posto in Europa per tasso di cancro. Nel decennio successivo ai bombardamenti, circa 30.000 persone hanno sviluppato il cancro, con 10.000-18.000 morti. I danni materiali sono stati stimati in 100 miliardi di dollari.