Quando Petraeus annunciava il successo della controffensiva fin dai primi giorni
Il 3 giugno, cioè il giorno precedente l’inizio della controffensiva ucraina, il generale David Petraeus preannunciava “l’impressionante” successo della stessa fin dai primi giorni.
Interpellato dalla BBC (vedi Guardian), profetizzava: “Penso che questa controffensiva sarà molto impressionante. La mia sensazione è che otterranno effetti grazie alle armi combinate, in altre parole eseguiranno con successo operazioni che si avvalgono della combinazione di armi, con gli ingegneri che superano i presidi difensivi, neutralizzano i campi minati e così via; dietro questi seguiranno i blindati protetti dalla fanteria che eliminerà la minaccia dei missili anticarro; quindi la difesa aerea, che terrà lontani gli aerei russi; la guerra elettronica che disturba le loro comunicazioni; la logistica a supporto e artiglieria e mortai [a martellare] davanti”.
“E la cosa più importante di tutte… è che quando gli elementi di testa inevitabilmente arriveranno al culmine del loro impiego, dopo 72-96 ore, cioè il massimo che puoi ottenere, e loro [i nemici ndr] avranno subito perdite… si muoveranno le altre unità, che andranno avanti, fino in fondo, per capitalizzare i progressi e mantenere lo slancio; penso che tutto ciò possa rimuovere l’intera difesa russa in quell’area e che si apriranno altre opportunità lungo i fianchi”.
Petraeus e l’Institute of Study of War
Petraeus non è quisling qualsiasi. Era comandante in capo delle forze americane per il Medio oriente, carica che lo ha portato a dirigere le forze d’invasione Usa in Afghanistan per anni; quindi, dimessi tali panni, è diventato capo della Cia, carica che ha dovuto abbandonare a seguito di uno scandalo.
Non solo, egli è uno dei portavoce più autorevoli dei neocon, godendo di un’intimità con la famiglia Kagan negata ad altri (tale famiglia controlla l’Institute of Study of War, che ha forti rapporti con l’apparato militar-industriale Usa e gestisce il flusso delle informazioni mainstream sulla guerra ucraina e tanto altro).
Petraeus, aveva previsto tutto… ma non è andata proprio così, anzi. Tale intervista va rapportata con quel che dicono adesso i suoi colleghi, cioè che i primi attacchi, risultati disastrosi per l’Ucraina, sono qualcosa di secondario, poco significativo etc. Evidente che, dopo aver sbagliato tutti i calcoli, devono ridimensionare l’accaduto.
La sua profezia rivela quanto siano distaccati i profeti di guerra, e di sventura, dalla realtà. D’altronde, Petraeus era stato il protagonista del surge in Afghanistan, avendo convinto l’America che inviando più truppe gli Stati Uniti avrebbero conseguito una sicura vittoria (poi si son dovuti ritirare con scorno).
Ed è un po’ quel che sta accadendo in Ucraina, nel quale si è assistito a un surge di altro tipo, cioè all’invio sempre più massivo di armi, e armi sempre più sofisticate, anche in questo caso preannunciato come foriero di fulgide vittorie, quelle descritte dalle parole di Petraeus.
Lo stesso generale, in un evidente stato di ispirazione, aveva pronosticato come necessaria la formazione di una coalizione di Paesi volenterosi che, al di fuori della NATO, inviassero contingenti militari a supporto delle forze di Kiev. Cioè la terza guerra mondiale.
Tale la follia che attanaglia i dirigenti Nato. Tale lo scacco inflitto loro dalla realtà. Ed è tragico che, nonostante l’evidente distacco dalla realtà, tali personaggi continuino a dettar legge, come dimostra l’intervista delle BBC a Petraeus – una delle tante -, il quale viene interpellato come una sorta di oracolo nonostante i palesi, tragici, errori del passato.