Rafah. Il messaggio a Netanyahu arriva dalla Corte penale Internazionale

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PICCOLE NOTE


“Secondo indiscrezioni, la Corte penale internazionale (CPI) è pronta a emettere mandati di arresto contro Binyamin Netanyahu e alti funzionari israeliani per la guerra a Gaza”. Questo l’incipit di un articolo del Times di Londra.

Netanyahu warns ICC rulings would set ‘dangerous precedent’

Nel prosieguo della nota si dà conto della noncuranza aggressiva del premier israeliano verso la Corte, di un articolo in cui sono stati fatti fatti i nomi anche del ministro della Difesa Yoav Gallant e del Capo di Stato maggiore israeliano e si tematizza la giurisdizione della Corte,  se cioè abbia potere di indagare sulla vicenda, dato che Israele non vi aderisce oltre che sulle reali possibilità che ha di indagare sulla vicenda.

Ma al di là dei tanti quesiti sottesi al’incriminazione o addirittura all’emissione di un mandato d’arresto della Corte, e al di là anche della fondatezza della notizia, che potrebbe essere anche frutto di un’esagerazione di una indiscrezione (anche se Il Times ha certa autorevolleza) quel che è importante di questa vicenda è che sia il Times a dare la notizia.

Suona come un segnale forte e chiaro da parte di Londra, la nazione a cui lo Stato di Israele deve la sua genesi (e non solo), inviato a Tel Aviv in un momento di tempo preciso, quando cioè si appresta ad attaccare Rafah.

Una parte di mondo occidentale ha parlato e detto chiaramente a Tel Aviv di non farlo, che l’attacco avrebbe conseguenze. Braccio di ferro ad altissimo livello e di esito incerto, ma che certo non risulta gradito a Netanyahu che aveva pensato di aver ormai superato tutte le obiezioni alla nuova campagna. Vedremo.

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