Razzismo ed ipocrisia nella politica occidentale dei “valori”

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Razzismo ed ipocrisia nella politica occidentale dei “valori”

 
di Francesco Corrado


Josep Borrell, l'alto commissario europeo per gli affari esteri e la sicurezza, intervistato in Lussemburgo a margine di una riunione dei ministri degli esteri dei paesi UE ha detto: "La guerra in Israele e quella in Ucraina hanno diverse radici e conseguenze ma causano egualmente scosse in tutto il mondo. La Russia si sta certamente avvantaggiando di questa situazione. Le accuse di doppi standard c'erano prima della guerra e ora ritornano: dobbiamo essere molto attenti a mostrare la stessa preoccupazione per ogni civile ucciso".
 
La preoccupazione di Borrell è ovviamente di non far vedere agli occhi del mondo che la politica estera dell'UE è oscenamente razzista. Ma soprattutto non bisogna far capire all’opinione pubblica mondiale che, ai dirigenti dell’UE non interessa nulla, della legalità internazionale e delle famose regole.
 
Il diritto internazionale è stato violato, dai paesi occidentali, in modo osceno, causando un’infinità di sofferenze in giro per il mondo. Il catalogo è così ampio e grave da far risultare stucchevole la costante ripetizione delle atrocità commesse negli ultimi 30 anni. Basterebbe ricordare, invece delle violenze belliche, cosa disse la Albright: che la morte di 500.000 bambini iracheni, causata da sanzioni illegali, era stata una mossa utile. 
 
Borrell era preoccupato per il fatto che durante il summit per la pace tenutosi al Cairo la cosa fosse stata tirata fuori dai dirigenti dei paesi non occidentali. 
 
A titolo di esempio il re di Giordania ha detto "Sono scandalizzato dagli atti di crudeltà perpetrati contro civili innocenti a Gaza, in Cisgiordania e nel resto di Israele. Il continuo bombardamento di civili indifesi è crudele ed irragionevole sotto tutti i punti di vista. E’ una punizione collettiva contro una popolazione assediata ed indifesa. E’ una palese violazione del diritto internazionale umanitario. E' un crimine di guerra. Più aumenta la crudeltà, meno il mondo sembra interessato. Chiunque altro attacchi infrastrutture civili, affami deliberatamente un'intera popolazione, gli impedisca l'accesso ad acqua ed elettricità ed a tutti i beni primari, verrebbe condannato dalla comunità internazionale. Sarebbe chiamato a rispondere. Ed è stato fatto di recente, in un altro conflitto (allude all’Ucraina). Ma questo non vale per Gaza. Sono due settimane che Israele pone in essere il più completo assedio di Gaza, eppure in gran parte, silenzio assoluto della comunità internazionale.”
 
 
Il messaggio che il mondo arabo sta ricevendo è forte e chiaro: le vite palestinesi contano meno di quelle degli israeliani. Le nostre vite contano meno di quelle di altri. L’applicazione delle regole internazionali è un optional. I diritti umani hanno frontiere. Si fermano ad alcuni confini, si fermano di fronte alle differenze razziali e si fermano di fronte alle religioni.
 
Questo è un messaggio molto, molto, molto pericoloso. Le conseguenze dell’inazione internazionale saranno catastrofiche per tutti noi…. Oggi Israele sta affamando civili a Gaza, ma per decenni ai palestinesi sono stati negati futuro, speranza, libertà. Perché quando smettono di piovere le bombe nessuno chiede conto ad Israele, che non deve mai assumersi la responsabilità di ciò che fa. Mentre l’ingiustizia delle occupazioni continua…”
 
Con la vicenda ucraina si era già visto che il diritto internazionale, le cosiddette regole ed i valori su cui si dovrebbe basare la politica internazionale dei paesi occidentali in realtà sono solo slogan.
 
Il re di Giordania dice bene e speriamo che tutto il sud globale capisca l’antifona e ne tragga le dovute conseguenza.
 
 
 

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