Reddito di cittadinanza o social card alla Tremonti?

Reddito di cittadinanza o social card alla Tremonti?

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di Giorgio Cremaschi

NON SONO DIRITTI MA ELEMOSINE DI STATO CON BANCOMAT DI STATO

Leggendo oggi Il Fatto scopriamo che la viceministro Castelli presenta il cosiddetto reddito di cittadinanza. Che non sarebbe altro che un bancomat prepagato e destinato solo a specifici acquisti di sopravvivenza e di cura. E quegli acquisti bisognerà proprio farli, sottolinea l’esponente del governo, perché altrimenti la somma prepagata subirà delle penalizzazioni. Quella carta corrisponderà ad una media di 128 euro al mese, se i soldi stanziati verranno davvero distribuiti tra i 6 milioni e mezzo di poveri integrali. E ovviamente sarà più generosa se i poveri assistiti saranno meno. 



Cosa c’entra questo con il reddito di cittadinanza, un salario di disoccupazione che all’estero viene dato in soldi reali e non in buoni acquisto? Nulla assolutamente nulla. 

Casomai il provvedimento somiglia ai bonus di Renzi per giovani e insegnanti e soprattutto alla Social Card di Tremonti. Nel 2008 l’allora ministro dell’economia del governo Berlusconi varò la Carta Acquisti di 400 euro, prepagata e assegnata a ultrasessantacinquenni e famiglie povere con bambini sotto i tre anni. Il provvedimento di Salvini e Di Maio é la stessa cosa, con più persone assistite, pare tutte quelle con reddito familiare ISEE inferiore a 9000 euro all’anno e con qualche soldo in più nei bancomat. Però la sostanza del provvedimento è la stessa, una pura operazione assistenziale, con il suo corredo di sconti e affari per supermercati e banche. 

Come dicemmo allora rispetto alla card di Tremonti, queste elemosine di stato non hanno nulla a che vedere con la lotta alla povertà, che si combatte con reddito vero, lavoro, scuola, sanità, stato sociale, con la fine delle politiche di austerità e non con un bel bancomat alle sue vittime. 

Solo l’opposizione liberista, in nome dello spread, del PD può far sembrare il provvedimento assistenziale del governo come una scelta di radicale cambiamento. E coloro che sostengono che questa misura, che nulla ha a che vedere con il diritto a vero reddito e vero lavoro, sia una misura di sinistra sono anch’essi parte di quella sinistra che fa bene a scomparire. 

Chiamare reddito di cittadinanza il bancomat di stato è una ridicola fakenews, sia che la diffonda la propaganda del governo, sia che lo faccia quella di PD e Forza Italia. Propagande opposte, ma che stanno tutte dentro il campo del primo nemico del lavoro e dei suoi diritti: il liberismo più o meno caritatevole.

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