Renault, rivolta nella fonderia in vendita: operai sequestrano i dirigenti

I lavoratori di una fabbrica di componenti per automobili Renault nel nord-ovest della Francia hanno impedito a sette dirigenti dell'azienda di lasciare lo stabilimento in un disperato tentativo di interrompere i piani della casa automobilistica per vendere l'impianto.

9427
Renault, rivolta nella fonderia in vendita: operai sequestrano i dirigenti

350 dipendenti hanno picchettato lo stabilimento Renault di Fonderie de Bretagne, bloccando sette dirigenti per 12 ore nella giornata di ieri. Tutto questo dopo che la casa automobilistica ha annunciato l'intenzione di vendere o chiudere la struttura, 

Il sindacalista della CGT Maël Le Goff ha denunciato in un'intervista a RT francese come questa azione si sia resa necessaria dal momento che non c'erano segnali di dialogo da parte della dirigenza dell'azienda. Gli operai hanno agito "semplicemente per poter discutere con loro". E ancora: "Chiediamo un mediatore per avviare vere discussioni perché è da un anno che siamo in loro balia", ha proseguito il sindacalista che con altri dirigenti ha già incontrato le delegazioni ministeriali, senza che per ora emerga alcuna speranza.

 "Ci confermano che non c'è acquirente, siamo sotto il ricatto della decisione della Renault che vuole separarsi da noi", ha proseguito. “Come al solito, la Renault non mantiene i suoi impegni, annunciati nel maggio dello scorso anno. Per questo usiamo spesso la parola "tradimento", tutte le parole e tutti gli impegni della Renault non sono mai rispettati per la Fonderia di Bretagna", ha sottolineato Maël Le Goff.

Mentre il picchetto e la mobilitazione è ancora in corso, il sindacalista bretone ha insistito sull'impegno dei dipendenti a voler mantenere gli impegni con l'azienda: “È un know-how generazionale, veniamo tutti da famiglie di fonderie. Come si dice spesso, questa azienda è nostra: [...] perché le nostre famiglie ci lavoravano, [...] perché vi si investiva denaro pubblico, pagato con le nostre tasse ".

Renault ha annunciato l'11 marzo la decisione di vendere l'impianto e il governo ha annunciato il 26 aprile la creazione di un fondo di 50 milioni di euro per sostenere la riqualificazione dei dipendenti del settore automobilistico, comprese le fonderie in grande difficoltà. Più in generale, la casa automobilistica francese ha annunciato all'inizio del 2020 un piano di risparmio di oltre due miliardi di euro in tre anni, che prevede in particolare 4.600 tagli di posti di lavoro su 48.000 in Francia. Infine, per uscire dalla crisi, il gruppo ha beneficiato di un prestito bancario da cinque miliardi di euro garantito dallo Stato francese.Insomma, in Francia si chiama Renault, in Italia Fiat-FCA. Il bello di essere capitalisti con i soldi pubblici.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

I 5 punti della Sicurezza Economica degli USA di Giuseppe Masala I 5 punti della Sicurezza Economica degli USA

I 5 punti della Sicurezza Economica degli USA

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani” di Michelangelo Severgnini “Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo? di Raffaella Milandri Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Il (vero) partito della guerra di Paolo Desogus Il (vero) partito della guerra

Il (vero) partito della guerra

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La rimozione dell'esistente di Giuseppe Giannini La rimozione dell'esistente

La rimozione dell'esistente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La realtà è diversa dalle notizie false di Michele Blanco La realtà è diversa dalle notizie false

La realtà è diversa dalle notizie false

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e lo stato di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e lo stato di Israele

Il PD e lo stato di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti