Repressione nelle università USA. Greenwald: “Se accadesse in Russia o in Iran..."
Negli Stati uniti d’America dal 18 aprile sono partite le manifestazioni studentesche in solidarietà con la popolazione di Gaza vittima della brutale aggressione di Israele, iniziata il 7 ottobre scorso dopo l’operaizone di Hamas, ‘Tempesta di Al Aqsa. Le proteste che contestano anche la complicità degli USA in questo genocidio che finora ha provocato quasi 35.000 morti sono partite dalla Columbia University, a New York, e da lì si sono estese ad altri centri universitari.
Queste proteste definite anche “antisemite” dai politici repubblicani e democratiche hanno incontrato anche la brutale repressione della polizia.
Tali scene di repressione, come ha ricordato il giornalista Glenn Greenwald su X, “Se ciò accadesse in Russia o in Iran – una forza di polizia di queste dimensioni schierata contro gli studenti che protestano contro le politiche di guerra dello stato – sarebbe universalmente denunciata come una tirannia malvagia.
If this were in Russia or Iran -- a police force of this size deployed against students protesting the state's war policies -- it'd be universally denounced as evil tyranny.
— Glenn Greenwald (@ggreenwald) May 1, 2024
The problem for the protesters is they chose the one issue that could provoke police force of this kind: https://t.co/VOC7WXIqCk
Dove sono partite le proteste
A metà aprile, gli studenti della Columbia University hanno montato alcune decine di tende, un paio di bandiere palestinesi e alcuni cartelli scritti a mano con slogan come: "La Columbia finanzia il genocidio" e "Mentre leggi, Gaza sanguina", tra gli altri. Il risultato è stato l’arresto di oltre 100 manifestanti, ma la protesta è continuata.
Estudiantes de la Universidad de Columbia, en Nueva York, realizaron este lunes una protesta propalestina. Algunos de ellos instalaron un campamento a las afueras del campus. pic.twitter.com/knvKnWF6f4
— Sepa Más (@Sepa_mass) April 30, 2024
Lunedì scorso, la Columbia University ha annunciato di aver cominciato ad espellere temporaneamente gli studenti che avevano continuato a partecipare alla protesta filo-palestinese.
Manifestantes propalestinos rompen las ventanas y se atrincheran en la Universidad de Columbia
— Sepa Más (@Sepa_mass) April 30, 2024
Numerosos activistas se concentran fuera, formando una barricada humana para bloquear las puertas y corean: "Desde el río hasta el mar, Palestina será libre". pic.twitter.com/8COlIWM2Dk
Il giorno successivo, i manifestanti hanno rotto le finestre e si sono barricati all'interno di un edificio accademico nel campus di Manhattan.
Las manifestaciones de los estudiantes a favor de Palestina siguen adelante en la Universidad de Columbia, ubicada en Nueva York.
— Sepa Más (@Sepa_mass) April 30, 2024
Los participantes han colocado barricadas dentro de los edificios. pic.twitter.com/TeuxBP2cw6
La protesta iniziale ha scatenato un’ondata di manifestazioni simili nei campus universitari di tutto il Paese. Harvard, l’Università della California del Sud, l’Università del Texas ad Austin, l’Università di Yale, l’Università della California a Los Angeles e il Virginia Polytechnic Institute e State University, tra gli altri, erano pieni di giovani insoddisfatti delle azioni del suo governo in sostegno di Tel Aviv.
Cosa chiedono i manifestanti?
I partecipanti alle proteste chiedono che le loro università smettano di sostenere Israele e le sue azioni militari in Palestina. In questo contesto, il Washington Post precisa che i fondi delle università americane possono essere spesi per vari progetti, compresi gli aiuti finanziari.
Le richieste specifiche variano: mentre in un'università vogliono che l'Amministrazione interrompa gli investimenti nel settore militare israeliano, in un'altra cercano di fare pressione sulle aziende americane, come Google o Microsoft, che collaborano con Israele.
La risposta delle autorità
Le autorità locali e federali hanno soltanto represso le proteste, ricorrendo alla forza. Il numero degli arresti pare abbia superato i 900 a livello nazionale.
Così, sui social network sono circolate le immagini dell'arresto di uno degli insegnanti nei pressi di un campo organizzato dai manifestanti nel campus della Emory University, ad Atlanta. La donna, come si vede nel video, dichiara di essere un'insegnante, ma un agente di polizia l'ha gettata a terra e, con l'aiuto di un altro agente, l'ha trattenuta e ammanettata.
Brutal detención de una profesora universitaria en protesta propalestina en EE.UU.
— Sepa Más (@Sepa_mass) April 26, 2024
Decenas de personas fueron detenidas el jueves en el campus de la Universidad Emory en Atlanta. pic.twitter.com/0F1HK5EpVN
Inoltre, è stato riferito che lunedì scorso la polizia ha utilizzato granate stordenti e spray al peperoncino contro gli studenti dell'Università del Texas.
Texas police fire pepper spray at crowd with one student activist having to drench himself in water to try stop the sprays effects.
— Oli London (@OliLondonTV) April 29, 2024
Students refused multiple dispersal orders, leading police to fire pepper spray and flashbangs to clear the crowd.
pic.twitter.com/7uyhAfnXKZ
Da parte sua, il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Mike Johnson, ha dichiarato che il suo Paese potrebbe avvalersi della Guardia Nazionale per disperdere le manifestazioni. "La Columbia è fuori controllo. Nelle ultime ore, durante la notte, penso che [gli studenti] abbiano invaso l'edificio del campus. [...]. Quindi chiediamo alla Polizia di andare a occuparsene. Se non ne sono capaci, allora avremo bisogno della Guardia Nazionale".
Columbia, notte di proteste e repressione
Decine di agenti di polizia in tenuta antisommossa sono entrati la scorsa notte nel campus della Columbia University di New York per disperdere i manifestanti filo-palestinesi radunati davanti a uno degli ingressi dell'edificio.
La misura è stata adottata circa 20 ore dopo che un gruppo di studenti ha fatto irruzione nell'edificio della Hamilton Hall, ha chiuso le porte e si è barricato all'interno utilizzando tavoli, sedie, barricate metalliche e altri oggetti.
??Policías con equipo antidisturbios ingresan a la Universidad de Columbia para disolver una protesta propalestina pic.twitter.com/KlK8EyWAXX
— Sepa Más (@Sepa_mass) May 1, 2024
La reazione dell'ONU
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, non ha nascosto la sua preoccupazione per le misure adottate dalle forze dell'ordine statunitensi per disperdere le manifestazioni.
"La libertà di espressione e il diritto di riunione pacifica sono fondamentali per la società, soprattutto quando ci sono forti disaccordi su questioni importanti, come nel caso del conflitto nei territori palestinesi occupati e in Israele", ha osservato nel suo commento.
Ha quindi espresso preoccupazione perché le azioni delle autorità "sembrano avere un impatto sproporzionato".
Turk ha ribadito che il comportamento antisemita è inaccettabile, ma “deve essere chiaro che il legittimo esercizio della libertà di espressione non può essere confuso con l'incitamento alla violenza e all'odio”.