"Salvare il Natale": il fallimento clamoroso del Governo Draghi
E meno male che dovevano servire a “salvare il Natale” le ultime restrizioni imposte dal Governo Draghi. Turismo azzerato, ristoranti deserti e, soprattutto, innumerevoli famiglie che non si sono potute riunire per via dell’immancabile tampone positivo che trasformava in untore il nonno vaccinato o il pargoletto vispo più che mai. E tutto questo mentre in Sud Africa, “patria” dell’Omicron si aboliva la quarantena per i positivi e si dichiarava che “questa direttiva è il primo passo per accettare un modo di convivere con il virus piuttosto che evitarlo”. Perché di questo si tratta: di un virus ormai endemico che non si potrà schiodare dalla popolazione con mascherine, lockdown, vaccini o con un “monitoraggio” affidato a tamponi incapaci di distinguere il Sars-Cov-2 da uno dei tantissimi virus influenzali.
Sarebbe quindi il caso di farla finita con la caccia al contagiato e il terrorismo mediatico (che ora mette sul banco degli imputati anche le coccole al gatto di casa) e puntare, invece, su cure già dimostratesi efficaci e che continuano ad essere ufficialmente negate perché solo così è possibile somministrare un vaccino sperimentale (si veda l'articolo 4, comma 2, ultimo capoverso, del Regolamento CE 507/2006). E, soprattutto, farla finita con la criminalizzazione di medici che, a differenza di tanti loro colleghi, non si limitano a mandare a morire negli ospedali i loro pazienti Covid.
Parole al vento? Si direbbe di sì: avanti con i vaccini e con i booster, continuando a celare i loro effetti avversi.
Intanto, Felice Anno Nuovo.