Silenziata la voce più ascoltata d’America

12483
Silenziata la voce più ascoltata d’America

Tucker Carlson, l’anchormen “più ascoltato della Fox, con una media di oltre 3 milioni di spettatori a notte, più di qualsiasi altro cronista della televisione via cavo”, come recita The Hill, non condurrà più il suo spettacolo serale.

La causa Dominion

La voce più ascoltata d’America viene silenziata, o almeno questo è il tentativo. Non sembra una decisione consensuale, dal momento che nell’ultima puntata del suo show, come annota sempre The Hill, aveva concluso dicendo “Questo è tutto per la settimana. Torneremo lunedì” .

L’allontanamento di Carlson viene spiegato con la causa avanzata da Dominion contro la Fox, accusata di aver calunniato l’azienda diffondendo false affermazioni secondo le quali le sue macchine avrebbero contribuito a truccare le elezioni del 2020 a favore di Joe Biden. Una causa che la Fox, all’ultimo minuto, ha chiuso con un patteggiamento milionario.

Probabile che la testa di Carlson fosse parte dell’accordo, dal momento che l’anchorman si era distinto, al solito, nell’accusa contro Dominion e che l’azienda televisiva rischiava di dover pagare più di un miliardo di dollari, come da richiesta della parte offesa.

Non si tratta di una banale querelle, dal momento che Carlson è sicuramente il giornalista più autorevole dell’informazione alternativa. E, nonostante le sue opinioni controcorrente, espresse senza mai essere sguaiato e con estrema ragionevolezza, a differenza di altri anchorman e cronisti d’opposizione, era in forza a una Tv mainstream.


Democrazia e libertà di espressione

L’allontanamento di Carlson è un brutto segnale per la libertà di espressione all’interno dell’Impero, che evidentemente sta restringendo gli spazi dell’informazione libera. Un processo proprio delle autocrazie alle quali in apparenza si contrappone, anche se condotto in maniera più soft.

In tal modo, la Fox si è piegata ai voleri del potere dominante, allineandosi agli altri media mainstream. I suoi dirigenti sanno perfettamente che ciò avrà ripercussioni gravi sull’azienda in termini di calo degli ascoltatori, come denota la subitanea flessione in Borsa, ma evidentemente non ritiene che ciò sia importante. O meglio, è più importante non incorrere nelle ire dei padroni del vapore.

Carlson probabilmente, troverà una nuova via al suo giornalismo e continuerà ad attrarre ascoltatori. Ma il segnale lanciato da Washington resta inquietante. Colpirne uno per educarne cento…

Infine si può notare che il licenziamento di Carlson avviene nello stesso giorno in cui Netanyahu ha annunciato che “incontrerà sicuramente Ron DeSantis“, rilanciando così la candidatura del governatore della Florida che negli ultimi tempi si era appannata.

Ruper Mardoch, patron di Fox News, aveva già fatto il suo endorsment per DeSantis e questo contribuisce a spiegare il licenziamento di Carlson, ancorman pro-Trump, proprio in questo giorno.

 Piccole Note

Piccole Note

 

Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale

Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale

L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle) di Giuseppe Masala L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle)

L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle)

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Trump e la bolla di Bruxelles di Paolo Desogus Trump e la bolla di Bruxelles

Trump e la bolla di Bruxelles

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa di Marinella Mondaini Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Democrack di Giuseppe Giannini Democrack

Democrack

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia... di Michelangelo Severgnini Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

C'è grande confusione di Michele Blanco C'è grande confusione

C'è grande confusione

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti