Siria, a Damasco “colloqui per l'unità nazionale” con i partiti curdi
Damasco sta cercando di riportare il nord-est della Siria sotto il suo controllo sovrano dopo anni di occupazione illegale curdo-statunitense.
Accademici, personalità politiche ed esponenti delle tribù locali del nord-est della Siria stanno cercando di aprire un dialogo diretto tra tutti i partiti curdi che occupano la regione e lo Stato siriano, secondo quanto ha riferito, ieri, Sputnik.
Una fonte curda ha riferito all'agenzia di stampa russa che una delegazione della cosiddetta ‘Iniziativa nazionale per il dialogo’ in Al-Jazeera si è recata a Damasco per incontrare alcuni funzionari del governo siriano. L’obiettivo di questo incontro è stato quello di “avvicinare i differenti punti di vista per condurre un dialogo tra lo Stato siriano e i partiti curdi”.
Il nord-est della Siria, noto come Al-Jazeera in arabo, è attualmente occupato dalle Forze Democratiche Siriane (SDF) a guida curda in collaborazione con le truppe statunitensi. Gli Stati Uniti e l'SDF hanno collaborato per conquistare parti della Siria precedentemente occupate dall'ISIS, compresi i principali giacimenti petroliferi del Paese, sottratti alla sovranità del governo siriano.
Allo stesso tempo, la Turchia si oppone all'attuale entità autonoma curda al suo confine e negli ultimi anni ha invaso più volte parti della Siria settentrionale e orientale. Questa circostanza ha portato le SDF ad ipotizzare la riconciliazione con lo Stato siriano per ottenere protezione. Negli ultimi due anni, le SDF hanno affrontato una ribellione da parte delle tribù arabe che godono del sostegno di Damasco.
Sputnik ha precisato che, secondo la sua fonte, l'iniziativa si concentra sulla “promozione dell'unità e della sovranità del territorio siriano, sul rifiuto di tutte le occupazioni, sull'uscita di tutte le forze straniere, oltre che sull'unità dell'identità nazionale siriana globale, sulla conservazione delle identità locali e sull' esigenza che la ricchezza nazionale appartiene a tutti i siriani e sia distribuita in modo equo al fine di ottenere il beneficio massimo dalla ricchezza per i cittadini siriani”.
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