Slovacchia. Ministri per rifiuto Spuntik V. Premier ribadisce: "Non rinuncerò perché fatto in Russia"
La Slovacchia non restituirà alla Russia un lotto del vaccino Sputnik V arrivato nel paese lunedì scorso. Lo ha chiarito il premier del Paese, Igor Matovic, in un messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, con il quale ha voluto confrontarsi con le polemiche che interessano il suo governo, dove alcune voci si sono levate per chiedera la rinuncia all'uso della medicina russa.
Allo stesso tempo, Matovic ha difeso l'acquisto del farmaco russo senza attendere la sua registrazione nell'Unione Europea, poiché non ci sono abbastanza vaccini e in Slovacchia ogni giorno decine di persone muoiono di covid-19.
Questa decisione ha causato gravi dissensi all'interno del governo slovacco. In particolare, il ministro degli Esteri Ivan Korchok ha definito il vaccino Sputnik V uno "strumento di guerra ibrida", mentre due vice primi ministri hanno minacciato di lasciare il governo di coalizione a quattro partiti in seguito all'acquisto del vaccino.
"Mai avrei restituito [Sputnik V] e mai lo avrei permesso. Mai", ha scritto Matovic. "Siamo parte integrante dell'UE, ma non posso rifiutare [l'opportunità] di salvare la nostra gente con un vaccino di qualità solo perché è prodotto in Russia. Non sono un assassino", ha aggiunto.
Il premier ha ricordato sui social come sia stato definito "l'amico di Putin", dopo che il primo lotto di Sputnik V è arrivato nel Paese il 1 marzo, mentre il vaccino stesso subiva qualifiche dispregiative come "arma geopolitica della Russia".
Tuttavia, Matovic ha notato che i suoi oppositori in qualche modo sono rimasti "in silenzio" dopo che il Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF), che finanzia la produzione e la distribuzione dello Sputnik V, ha offerto di riprendersi il vaccino della discordia che stava generando all'interno del paese.
"Lo Sputnik V non tornerà in Russia e salverà vite in Slovacchia", ha ribadito il primo ministro.