I soldi Usa per l'Ucraina utilizzati per i campi di concentramento dell'SBU

Aleksandr Dubinsky, ex parlamentare di Servitore del Popolo, ha reso in tribunale una testimonianza che potrebbe provocare un terremoto a Washington ed accelerare l’uscita di scena del presidente ucraino  

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I soldi Usa per l'Ucraina utilizzati per i campi di concentramento dell'SBU

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Soffocamento col sacco, percosse, elettroshock sui genitali, così venivano torturati i prigionieri ucraini dai servizi di Kiev nelle carceri segrete dei servizi interni (SBU). Ad un anno dal suo arresto, l’ex parlamentare di Servitore del Popolo Aleksandr Dubinsky (nella foto ndr) si rivolge ad Elon Musk, recentemente nominato al prossimo Dipartimento “antisprechi”degli USA: i soldi americani sono stati utilizzati dall’Ucraina per influenzare la politica interna statunitense. In particolare per gettare discredito su Trump. Kiev infatti torturava per estorcere ai prigionieri testimonianze contro il leader dei MAGA.

L’ex parlamentare di Servitore del Popolo ha reso in tribunale una testimonianza che potrebbe provocare un terremoto a Washington ed accelerare l’uscita di scena del presidente ucraino, il cui mandato è scaduto lo scorso maggio ma prorogato per tutta la durata delle legge marziale.  

“Ho una domanda per Zelensky. Sa che il suo amico d'infanzia Bakanov, in qualità di capo dell'SBU, insieme al suo primo vice Malyuk, ha organizzato un campo di concentramento dell'SBU nel centro di Kiev?” si legge in un post apparso sul suo canale Telegram.

Si riferisce ad Ivan Bakanov, ex capo dell’SBU, amico stretto di Zelensky, ma rimosso a fine agosto 2022. Sotto la sua direzione è avvenuto il misterioso assassinio di un negoziatore dei primi colloqui tra Kiev e Mosca. Vassily Malyuk gli è succeduto a settembre dello stesso anno. È responsabile della rappresaglia negli oblast di Kherson e Kharkov contro i civili considerati “collaborazionisisti”.

“Dato che avete una copia non autorizzata del Terzo Reich – prosegue il post - non vi siete preoccupati di fare caserme e forni crematori (ancora), ma l'avete organizzato proprio nell'edificio dell'SBU, in Volodymyrska 33. Nella palestra.”.

Nelle varie interviste che i fratelli Mikhail e Alekdandr Kononovich mi hanno rilasciato, hanno dichiarato di essere stati rinchiusi e torturati per una settimana circa nella palestra dell'edificio dell'SBU di Kiev.

Secondo Dubinsky il campo di concentramento è esistito dal marzo al novembre 2022. Circa 300 persone, per lo più ucraini, sono stati detenuti illegalmente là dentro.

“Tutti venivano torturati quotidianamente: strangolamento con sacchi, percosse, colpi elettrici sul corpo e sui genitali”, aggiunge.

La presenza di prigioni segrete è stata documentata in un dossier pubblicato dall'Alto Commissariato per i Diritti Umani dell'ONU nel giugno 2023.

“Il 99% di coloro che hanno superato questo inferno ha firmato confessioni di tradimento dello Stato e ha denunciato gli altri. Sicuramente anche i 13 attentati alla vita di Zelensky sono stati “risolti” lì. Anche la storia di “uccidere i ceceni” deve essere nata lì. Io ci credo. Ho letto le testimonianze di persone che sono state nel campo di concentramento della SBU proprio in aula. Guardate, hanno fatto un video apposta per voi https://youtu.be/WL4G3qjuGdQ”.

Anche queste informazioni trovano conferma nel dossier ONU e nelle testimonianze che mi hanno più volte rilasciato i fratelli Mikhail e Aleksandr Kononovich, dirigenti comunisti arrestati nel marzo 2022 per motivi politici. L'SBU manteneva i prigionieri al di fuori della tutela della legge, in isolamento totale e senza ufficializzare il loro arresto. I detenuti erano semplicemente spariti, desaparecidos, come in Cile o Argentina.

Le torture erano finalizzate ad estorcere confessioni, spingere i prigionieri ad auto-incriminarsi o a denunciare i loro fantomatici complici. Sulla base di queste confessioni è avvenuta la messa al bando delle organizzazioni di sinistra e dell'opposizioni.

Nello specifico fratelli Kononovich hanno dichiarato di essere stati minacciati di morte e di crimini contro le loro famiglie, se non avessero confessato di aver tentato di condurre un golpe contro Zelensky per rovesciare il potere, assieme ad altre 30 persone. Avrebbero dovuto rivelare i nomi dei loro complici, ma non hanno parlato. Successivamente la stessa accusa è stata utilizzata per incriminare altre figure scomode alla junta di Kiev.

“Penso che gli europei non capiscano e non riescano nemmeno a immaginare cosa accadesse nelle segrete dell’SBU: Gestapo nella sua forma più pura”, afferma Mikhail Kononovich alla richiesta di un commento.

Questi trattamenti non erano riservati solo ai comunisti, alla sinistra e ai partiti considerati vicini a Mosca, ma anche all’opposizione di Zelensky vicina a Trump. Anche Igor Kolesnikov, assistente di Andriy Derkach, è passato per la camera di tortura della “palestra”, per rendere “testimonianze distorte contro Trump”.

I protocolli del suo interrogatorio sono firmati all’indirizzo di Vladimirskaya 33 il 4 marzo 2022, mentre la detenzione è stata ufficializzata otto giorni dopo, il 12 marzo.

Derkach e Dubinsky sono i parlamentari ucraini legati all’inchiesta su Burisma, Hunter Biden e le influenze russe nella campagna americana del 2020. Dopo le confessioni di Kolesnikov il primo è fuggito in Bielorussia, il secondo è in carcere senza processo per alto tradimento. Trump, invece, è stato accusato di essersi servito di “agenti russi” nella competizione con Joe Biden e per avere presunti legami con il Cremlino.

Secondo Dubinsky, non solo Kiev ha utilizzato la tortura per estorcere confessioni contro Trump: l’ha fatto con i soldi del Dipartimento di Stato americano.

“Dall'inizio della guerra – prosegue- l'esistenza dell'intero apparato statale, compresa la SBU, è stata portata avanti a spese dell'assistenza finanziaria internazionale, la maggior parte della quale proviene dal Dipartimento di Stato americano”.

Dunque gli Stati Uniti “hanno finanziato il campo di concentramento dell'SBU”, in cui i servizi segreti “hanno torturato per ottenere testimonianze contro l'ormai eletto presidente degli Stati Uniti, al fine di screditarlo ulteriormente e interferire nella politica interna” statunitense.  

Poi si rivolge al prossimo direttore del DOGE: “Non so dove siano tenuti Zelensky Malyuk con Tatarov ed Ermak - in un bagno caldo o in una sauna (cioè all’oscuro, NdR), come scrive The Economist, ma in qualche modo dici gentilmente al Fuhrer in cosa è stato trascinato. Nel frattempo, ti chiederemo: ti piace questo, Elon Musk?”.

Musk ha più volte definito uno spreco di risorse l’assistenza finanziaria a Kiev. Nella futura amministrazione, il suo incarico al nuovo Dipartimento, proposto da lui stesso a Trump, sarà proprio quello di efficientizzare la struttura dello stato, tagliare le spese inutili e ridurre al minimo lo sperpero di denaro.

Dubinsky dunque fornisce un assist al CEO di SpaceX, sullo sfondo di una situazione sempre più incerta per Zelensky. I servizi russi hanno dichiarato lunedì che Washington si prepara alla sostituzione dei vertici politici di Kiev con elezioni presidenziali e parlamentari. Anche The Economist, nell’articolo sopra citato, ritiene che nel 2025 si voterà per sostituire Zelensky e indica una data: il 25 maggio.

Dall’altro lato, le informazioni riferite da Dubinsky potrebbero gettare un’ombra sull’operato del dipartimento di Stato guidato da Blinken e, più in generale sul partito democratico, che dei diritti umani ha fatto la sua bandiera. Anzi giustifica l’assistenza finanziaria e militare all’Ucraina proprio con la difesa della democrazia e dei “nostri valori occidentali” contro l’autocrazia.

Dubinsky fa sapere di aver contattato tramite i suoi avvocati l’ambasciata statunitense a Kiev e le autorità competenti negli USA, per inoltrare tutte le informazioni in suo possesso sui “campi di concentramento” dell’SBU e chiedere tutela. Si ricorda che un oppositore di Zelensky legato a Trump è morto in carcere all’inizio dell’anno. Il suo nome era Gonzalo Lira, cittadino statunitense. 

 

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

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