"Stargate": L'Intelligenza Artificiale alla conquista del mondo

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"Stargate": L'Intelligenza Artificiale alla conquista del mondo

 

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

 

L'annuncio di Donald Trump di un investimento da 500 miliardi di dollari (in quattro anni) per un progetto di sviluppo dell'intelligenza artificiale denominato Stargate ha sconvolto il mondo e ha dato la misura di quella che è l'importanza della sfida tra grandi potenze sul tema della IA.

Il progetto americano coinvolge le società OpenAI, Oracle, Softbank e il fondo emiratino Mgx, e ha lo scopo di creare la migliore infrastruttura (data center e supercomputer per il calcolo avanzato) con il fine di garantire agli Stati Uniti la leadership mondiale in questo settore chiave. 

Di questo annuncio ciò che colpisce l'immaginario collettivo è la promessa della creazione di centomila posti di lavoro già nel breve termine. Un evidente specchietto per le allodole per creare quel consenso sociale necessario allo sviluppo di progetti che hanno un esborso finanziario colossale come in questo caso. In un mondo occidentale sempre più affamato di quel lavoro sempre più rarefatto a causa dell'impetuoso sviluppo tecnologico la promessa (falsa) della creazione di posti di lavoro investendo proprio in settori che tendono a distruggerlo ha comunque il suo effetto.

E' lo stesso World Economic Forum che nel suo Future of Jobs Report del 2025 dichiara apertamente come il 41% delle aziende in tutto il mondo prevede di ridurre la forza lavoro entro il 2030 a causa dell'intelligenza artificiale e non menziona più la congettura (non era nulla più di questo in realtà) che la maggior parte delle tecnologie, inclusa l'intelligenza artificiale, sarebbero state comunque "un fattore positivo netto" per il numero dei posti di lavoro come si affermava per esempio nel Report del 2023.

La verità vera è che il tumultuoso “progresso” tecnologico sta generando un fenomeno mai verificatosi nella storia: la sussunzione del lavoro da parte del capitale. Il capitale (lavoro morto, per dirla con Karl Marx) sta “strangolando” il lavoro demolendo posti ad un ritmo inaudito come mai era avvenuto nel corso della storia. Al momento gli animal spirits degli imprenditori e degli inventori non sembrano porsi il problema che se la maggior parte delle persone perderà il reddito da lavoro non potrà neanche acquistare ciò che viene prodotto con il fondamentale supporto dell'Intelligenza Artificiale. Contraddizioni interne al capitalismo, dicevano i vecchi comunisti d'un tempo!

Ma con l'annuncio di Stargate da parte di Trump siamo saliti di un diverso piano del problema. Quello del rapporto diretto tra politica (intesa in senso alto, come governo della polis) e Intelligenza Artificiale. Se a livello economico tutto appare chiaro ed è perfettamente nella norma, perchè gli imprenditori si muovono accecati dalla ricerca dei profitti a breve termine a livello politico il rapporto tra Intelligenza Artificiale e Government è tutto da indagare. Cosa cercano i politici nell'Intelligenza Artificiale?

Se si considera la guerra come la continuazione della politica con altri mezzi (come diceva Metternich) certamente lo Stato – e chi ne tiene le redini – cerca strumenti in grado di consentire alle armi di avere una maggiore efficacia. Per esempio nella guerra in Ucraina, le aziende della difesa occidentali (ma vale anche per quelle russe ovviamente) testano l'efficacia dei loro algoritmi, e soprattutto raccolgono dati da dare in pasto ai loro strumenti di Machine Learning e di Deep Learning così da consentire una maggior precisione ai loro sistemi d'arma. Giusto per fare qualche esempio, le aziende KNDS France e Helsing stanno testando una versione migliorata con AI dell'obice semovente Caesar presso il campo di addestramento ucraino, oppure le Forze armate ucraine stanno utilizzando droni d'attacco con AI in condizioni di combattimento. O ancora l'Estonia vuole utilizzare l'Ucraina per testare missili antiaerei con AI. Invece, per quanto riguarda tutte le esperienze nell'uso di UAV, difesa aerea e intelligenza artificiale la Nato sta realizzando un Centro congiunto per l'analisi, la formazione e l'istruzione che aprirà a Bydgoszcz, in Polonia.

Dunque, certamente si può sostenere che il primo interesse dei governi per la Intelligenza Artificiale è quello dell'uso nei conflitti. Ma non basta, a mano a mano che la riflessione e la comprensione di questi strumenti diviene sempre più approfondita diventa anche più ampio il ventaglio dei possibili utilizzi dell'IA  in ambito governativo. Si va dall'utilizzo medico, tendente a generare un vero e proprio strumento biopolitico in grado di gestire secondo standard prestabiliti (e magari prefissati dai livelli apicali dello stato) la degenza e la cura dei cittadini ammalati fino alla gestione dell'istruzione formando (ma anche addomesticando!) le nuove generazioni evitando così la nota dissonante dei docenti che un tempo venivano chiamati “cattivi maestri”. Oppure ancora, come non pensare all'uso dell'AI sul Web così da “prevenire” la circolazione di notizie ritenute “false” da chi detiene le redini del potere, creando di fatto un formidabile meccanismo di censura. Dunque come si può vedere, il ventaglio di strumenti di Intelligenza Artificiale che sono in gestazione consentono agli Stati di creare una gabbia nella quale l'intera vita dei cittadini può essere incapsulata e regolata. Come la vita delle piante in un vivaio, o, se si preferisce...come la vita delle “larve umane” descritta nella saga cinematografica di Matrix.

Per quanto riguarda i possibili utilizzi delle AI che può essere fatta dagli Stati, emblematico è un articolo di Henry A. Kissinger, Eric Schmidt e Craig Mundie  che teorizza l'utilizzo di questi strumenti per supportare le scelte dei governanti nei rapporti con gli altri Stati. Un utilizzo davvero distopico che aprirebbe scenari inquietanti dove la Intelligenza Artificiale non solo combatte le guerre ma, di fatto, contribuisce anche a dichiararle quando il suo asettico algoritmo ritiene che ciò sia conveniente.

Questa qui descritta è la reale posta in gioco per gli stati in materia di Intelligenza Artificiale, anche se viene nascosta dietro il paravento della creazione di posti di lavoro per i cittadini.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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