Stop armi e intelligence USA: le conseguenze per KIev
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
Per riportare nei ranghi il “ribelle” presidente ucraino, Donald Trump ha usato la leva “fine di mondo” ed ha intenzione di andare fino in fondo. L’assistenza militare degli Stati Uniti all’Ucraina non riprenderà fino a quando non sarà fissata una data per i colloqui di pace con la Russia. Lo ha comunicato il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, secondo quanto riporta Axios.
"Se riusciremo a definire questi negoziati e ad andare avanti e a mettere sul tavolo misure volte a rafforzare la fiducia, il Presidente valuterà attentamente la possibilità di revocare questa pausa... Ieri e oggi [sono stati] un passo avanti positivo", ha affermato Waltz.
La pausa all’assistenza militare è uno shock per la coalizione pro-ucraina, poiché gli aiuti militari statunitensi costituiscono la base del sostegno a Kiev. Inoltre mostra un’irriducibile differenza di strategia tra gli Stati Uniti e i suoi alleati.
Lo stop alla condivisione di intelligence militare
La sospensione dell’ invio di armi e della condivisione di informazione di intelligence proseguirà. Il messaggio di rammarico (ma non di scuse) pubblicato da Volodymyr Zelensky sui propri social non è bastato a ricucire con il presidente Trump, dopo la furiosa lite allo Studio Ovale.
La decisione è stata confermata dal capo della Cia, John Ratcliffe, in un’intervista a Fox Business.
“Il presidente Trump si è realmente chiesto se il presidente Zelensky fosse davvero impegnato in un processo di pace. Ha detto: "Fermiamoci un attimo. Voglio darti l'opportunità di rifletterci". E avete visto la risposta: il presidente Zelensky ha rilasciato una dichiarazione affermando di essere pronto per la pace", ha detto Ratcliffe.
Il sostegno riprenderà quando l’Ucraina accetterà l’iniziativa negoziale di Trump per un accordo di pace con la Russia, ha ribadito.
Lo stop non riguarderebbe soltanto i dati di intelligence per effettuare attacchi sul territorio russo, ma qualsiasi tipo di informazione militare. Secondo quanto riferisce il giornalista dell’Economist Oliver Carrol, sarebbero addirittura stati disattivati i sistemi di allerta per gli attacchi aerei e i sistemi di puntamento dei lanciatori di missili HIMARS dell'Ucraina. Inoltre gli Stati Uniti avrebbero già ridotto il numero di missioni ISR (intelligence, sorveglianza e ricognizione) di aerei e droni.
Conseguenze
Senza invii di armi, missili, munizioni e veicoli l’Ucraina potrebbe resistere diverse settimane, anche qualche mese, secondo gli esperti. La limitazione di condivisioni di informazioni di intelligence militare, invece, metterà le forze armate ucraine in serie difficoltà. Le ripercussioni sulle operazioni offensive e difensive delle truppe e sul lavoro della difesa aerea saranno immediate.
La sospensione indebolirà le capacità di comando e controllo dell’esercito e la pianificazione di operazioni di combattimento. Comprometterà la capacità di individuare i target da colpire in territorio russo, non solo per gli attacchi di droni ma anche con missili a lunga gittata come l'ATACMS e lo Storm Shadow. La difesa aerea ucraina non riceverà più informazioni di attacchi di caccia e missili e ciò renderà più vulnerabili le risorse critiche ucraine. Senza dati sui movimenti delle truppe russe, infine, il comando ucraino avrà difficoltà a prevedere e contrastare ulteriori offensive nemiche.
L’impegno diplomatico per ricomporre la frattura con Washington
Le pressioni hanno avuto effetto l’effetto previsto: l’Ucraina ha messo subito in moto la macchina diplomatica.
Il capo dell’ufficio politico di Zelensky, Andry Ermak, ha dichiarato che Kiev ha “discusso i prossimi passi verso una pace giusta e duratura e scambiato opinioni su questioni di sicurezza e sull'allineamento delle posizioni nel quadro delle relazioni bilaterali tra Ucraina e Stati Uniti”.
Inoltre, nel prossimo futuro sarebbe stato programmato un incontro fra le squadre ucraine e americane “per continuare questo importante lavoro".
Anche Londra si è attivata per ricucire tra le due parti e spronare gli ucraini ad accettare le condizioni di Trump. Secondo quanto riporta un’accurata ricostruzione del Telegraph, sin da subito il primo ministro britannico Keir Starmer ha svolto il ruolo di ponte tra Washington e Kiev. Sarebbe stato determinante per convincere Zelensky a scrivere il messaggio di rammarico al presidente statunitense.
Un nuovo interlocutore per Washington
Il riallineamento fra Casa Bianca e Bankova potrebbe richiedere un ulteriore sacrificio: la rimozione di colui che per molti uomini dello staff di Trump appare ormai come un ostacolo al raggiungimento di un accordo con Mosca, ovvero il presidente Volodymyr Zelensky. L’amministrazione avrebbe già avviato i colloqui con i leader dell’opposizione, riporta Politico, in particolare Yulia Tymoshenko e Petro Poroshenko. Entrambi hanno confermato i contatti con la parte americana per discutere di sostegno all’Ucraina, rafforzamento della democrazia e pace.
Le elezioni, tuttavia, potranno essere svolte dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco, che consentirebbe la revoca della legge marziale.