Sulla (sfortunata) intervista di Cecilia Sala a Zelensky

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Sulla (sfortunata) intervista di Cecilia Sala a Zelensky

 
di Agata Iacono


Appena rientrata al lavoro, Cecilia Sala ottiene l'esclusiva di un'intervista con il suo eroe. Di Zelensky aveva detto a Di Martedì, su LA7:
"[Zelensky] è un presidente molto coraggioso, è l'uomo che ha scelto di non scappare, che si veste con i pile verde oliva, che ha dismesso la giacca e la cravatta".

A rafforzare le sue scelte "deontologiche" d'altronde, la nostra eroina, (che fa sapere urbi et orbi che non ama riso e lenticchie, piatto mediorientale, palestinese per eccellenza), aveva illustrato una mappa dell'Azovstal sulla base della grafica di un gioco da tavolo, (Blackout: Journey into Darkness) e dichiarato che le truppe russe, ormai perdenti, scappavano perché prive di calzini.

Insomma, non si può certo negare che Cecilia Sala nasconda le sue posizioni. Forse questo costante auting è metodologicamente preferibile, più onesto, rispetto ad un "giornalismo" mainstream che pretende di presentarsi oggettivo.

Ma, stavolta, è evidente che l'intervista già annunciata in pompa magna da Il Foglio e rilanciata da tutte le agenzie è incappata in problemi seri di tempistica.

Vediamo perché.
 
Queste le anticipazioni dell'intervista, che saranno pubblicate sul "Foglio del Weekend".

L'intervista a Zelensky si incentra sul fatto che Giorgia Meloni sia stata l’unica leader europea invitata al giuramento di Trump.
< E’ una buona notizia per l’Italia – dice Zelensky a Cecilia Sala– forse con questo canale di dialogo privilegiato lei potrà essere utile all’Europa, io spero che potrà esserlo anche all’Ucraina. Oltre ai ruoli che ricopriamo, siamo tutti persone – Donald Trump, Giorgia Meloni e io – e i rapporti umani che siamo capaci di instaurare contano. Io ho un bellissimo rapporto con lei, la considero una persona leale e un’amica. So che Donald Trump ha un buon rapporto e si fida di lei. Spero soltanto che la relazione di Meloni con il presidente americano non sia ancora migliore di quella che ha con me!”, dice, questa volta con un sorriso da attore > (NDA: "il sorriso da attore" è una considerazione della nostra coraggiosa inviata, che immaginiamo in posa estatica di fronte a tanto sudata e adorata felpa verdognola)

E ancora:

La Sala quindi fa notare che Trump ha detto a Putin: “Ferma questa ridicola guerra, non potrà che peggiorare”. E Zelensky risponde: <Quando Trump dice ‘peggio’, intende peggio per la Russia. E’ importante che una persona forte faccia arrivare questo messaggio a Putin. Il presidente americano dice che vuole davvero mettere fine alla guerra>
 
Per il momento però, dice Cecilia Sala a Zelensky, nessuno conosce il suo piano di pace, chiediamo a Zelensky se crede che almeno lui – Trump – lo conosca. 
E Zelensky risponde che secondo lui Trump non ha
<chiari i dettagli. Quasi tutto dipende da cosa possiamo ottenere noi ucraini per proteggerci, perché non commetteremo di nuovo gli errori del passato, e da Putin, se vuole fermare l’invasione: io penso che non lo voglia>
 
Fin qui le anticipazioni.

Peccato, per la nostra futura Pulitzer, che nel corso delle ore seguenti l'intervista sia stata superata dagli eventi.
 
Infatti Lavrov ha escluso che l'Italia possa partecipare ai negoziati. "La Russia non considera l’Italia come un possibile partecipante al processo di pace in Ucraina. Se Roma vuole contribuire alla soluzione, deve smettere di armare Kiev." Lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. 
Lo riporta Ria Novosti. "Tenendo conto della posizione anti-russa assunta dall’Italia , non la consideriamo nemmeno come un possibile partecipante a processo di pace, tanto meno come una sorta di 'difensore degli interessi della Russia nell’Ue' che nelle condizioni attuali suona francamente ridicolo".
 
Il Ministro degli Esteri russo ha anche dichiarato di non vedere alcun segno oggettivo che l'Ucraina o l'Occidente siano pronti per i colloqui di pace, nonostante tutte le loro dichiarazioni sempre più forti sulla necessità di tali colloqui. "Nonostante le dichiarazioni sempre più forti sulla necessità di colloqui di pace, non ci sono oggettivamente azioni pratiche che indichino che Kiev e l'Occidente siano davvero pronti per tali colloqui",
 
E non solo: subito dopo lo stesso Putin ha evidenziato le essenziali condizioni per avviare una trattativa di Pace. Zelensky ha voluto una legge che impedisce di negoziare, pertanto qualsiasi accordo, con questa legge ancora in vigore, sarà un atto illecito, illegale. Il fantoccio della NATO è, semplicemente, l'ostacolo numero uno oggi per arrivare ad una pace e a Washington presto, molto presto, potrebbero decidere di sacrificare l'idolo di Cecilia Sala.

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