Talebani a Oslo e gestione pandemia: quando l'Afghanistan non fa più notizia...

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Talebani a Oslo e gestione pandemia: quando l'Afghanistan non fa più notizia...

 

La carestia minaccia 23 milioni di Afghani, il 55% della popolazione, secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, nel quale si sostiene che serviranno 5 miliardi di dollari quest'anno per affrontare la crisi umanitaria nel paese.

Da quando i Talebani hanno preso il potere però gli Stati Uniti hanno congelato 9,5 miliardi di dollari in beni della banca centrale afgana detenuti all’estero.

Secondo il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres l'Afghanistan è "appeso a un filo", dato che l'economia si è fermata in seguito alla presa di potere dei Talebani e alle conseguenti sanzioni internazionali, compreso il congelamento di più di 9 miliardi di dollari di beni della banca centrale afgana. Tuttavia ha esortato i Talebani "a riconoscere e proteggere i diritti umani fondamentali che ogni persona condivide”.

Come raccontato in un altro articolo pubblicato lo scorso 31 ottobre (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lasse_bidendraghi_affamare_lafghanistan_per_frenare_la_cina/41939_43705/), continua a oggi quello che era il ricatto dell’Occidente sul governo talebano: rassicurazioni politiche (definite genericamente “rispetto dei diritti umani”)  in cambio dell’accesso ai 9,5 miliardi di dollari di proprietà del popolo afgano.

 

TALEBANI AD OSLO (NEL SILENZIO DEI MEDIA ITALIANI)

 

Il 24 gennaio scorso una delegazione talebana guidata dal ministro degli Esteri in carica Amir Khan Muttaqi ha preso parte ai colloqui di Oslo con funzionari del governo norvegese e rappresentanti della società civile afgana.

Le riunioni a porte chiuse hanno coinvolto per la prima volta rappresentanti talebani e attivisti dei diritti delle donne e difensori dei diritti umani dell'Afghanistan e della diaspora afgana.

"La Norvegia continua ad impegnarsi nel dialogo con i Talebani per promuovere i diritti umani, la partecipazione delle donne nella società e per rafforzare gli sforzi umanitari ed economici in Afghanistan a sostegno del popolo afgano", ha sostenuto la ministra degli Esteri norvegese Anniken Huitfeldt in un comunicato. Tuttavia “la visita non è stata una legittimazione o un riconoscimento dei Talebani, ma vi è la necessità di discutere con chi oggi è al potere e governa il Paese”.

I Talebani al contrario però sono consapevoli della valenza politica dei colloqui. Shafi Azam, un funzionario del ministero degli esteri del governo talebano afgano presente ai colloqui, li ha definiti "un gigantesco risultato”: "Senza dubbio, i colloqui di Oslo sono stati una gigantesca conquista per l'Emirato islamico dell'Afghanistan", ha detto. "È stata un'opportunità fruttuosa per i Talebani di rivolgersi alla maggioranza dei membri dell'Unione europea e di ascoltare le loro preoccupazioni e condividere con loro i nostri risultati e parlare delle sfide e anche trasmettere i nostri piani futuri all'Europa", ha dichiarato Azam.

I Talebani stanno cercando il riconoscimento internazionale in modo da porre le condizioni per il rilascio dei 9,5 miliardi di dollari in beni della banca centrale afgana congelati dagli Stati Uniti dopo il ritorno al potere del gruppo il 15 agosto 2021.

Il segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC) Jan Egeland, che ha partecipato ai colloqui, ha infatti chiesto infatti la revoca delle sanzioni: "Non possiamo salvare delle vite se non vengono tolte tutte le sanzioni”.

 

IN AFGHANISTAN PROVIAMO PIETA’ PER VOI

Abbiamo sentito in questi giorni un cittadino afgano di Kabul tra coloro che intervengono nel libro “Simposio afgano”. Abbiamo chiesto lui un parere sui colloqui di Oslo, ma anche sulla vicenda arcinota della giornalista neozelandese Charlotte Bellis costretta a chiedere asilo ai Talebani per partorire dal momento che le restrizioni nel suo paese non le consentivano il ritorno a casa.

 

<<Ti ricordi i miei primi commenti sulla tua pagina riguardo al dare una possibilità ai Talebani? Stanno lavorando sodo. Sono flessibili, di buon cuore. Sono esseri umani migliori del resto del mondo. Ho incontrato molti Talebani delle autorità superiori con cui ho parlato, come Amir Khan Muttaqi, il ministro degli esteri. Zabihullah Mujahid, la persona che ha parlato. L'Afghanistan è sicuro ora per tutti. Se volete venire in Afghanistan sentitevi liberi e potrete osservare la situazione da vicino. Lo so che ci sono alcuni ostacoli finanziari dovuti alle sanzioni e ai fondi congelati. Stanno ancora lavorando per risolvere i problemi. Sono tranquilli. Avete letto le notizie della conferenza di Oslo (Norvegia)?>>

 

Circa la vicenda della giornalista neozelandese.

<<La notizia è veritiera ed è pubblicata anche qui nelle agenzie di stampa locali. Sai una cosa? I Talebani rispettano molto le donne. Intendo davvero tanto. Se c'è una donna con te in macchina non ti fermano ai controlli di sicurezza>>.

 

A proposito. Come è stata gestita la pandemia da Coronavirus in Afghanistan dai Talebani?

<<Oh, non so cosa ci sia di sbagliato nella gente e nel mondo. Credetemi è una specie di business nel nome del Virus. Sai cosa? Sono passati quasi 4 mesi dalla presa del potere da parte dei talebani e non abbiamo registrato un solo rapporto o notizia sul Covid. Ho capito una cosa, che non c'è nessun virus Covid. Se fosse presente, perché non siamo stati colpiti dal virus in questi giorni? È una specie di guerra biologica o un affare biologico. Puoi chiamarlo come vuoi. Onestamente sto provando pietà per te>>.

 

TALEBANI DEMOCRATICI

 

Infine il nostro contatto a Kabul ci invia un messaggio vocale che è possibile ascoltare qui: https://www.youtube.com/watch?v=5BokNJqqnSg.

<<Non so di quale immagine dei Talebani tu stia parlando. Già ti avevo detto che questi non sono i vecchi Talebani ma sono cambiati parecchio. Questi sono Talebani democratici. Sono buone persone. Ora c'è libertà di parola. Sono persone molto gentili. Non prendono di mira la gente, non ammazzano. Non stanno ammazzando nemmeno i capi militari di prima e coloro che collaboravano con gli occupanti. Stanno lavorando tutti insieme. Stanno diffondendo messaggi sui media dicendo: "per favore, unitevi a noi, lavorate con noi, tutto andrà a posto, il paese è in pace”. Gli unici problemi sono economici, finanziari. Ma è un paese adorabile. Non ci sono mazzette, non c'è corruzione con i Talebani. Quindi ci sono molte cose positive portate dai Talebani. Ma in Occidente la gente e i media stanno diffondendo un'immagine falsa dei Talebani. Sono davvero bravi, credimi. Nulla è sbagliato, nulla è distrutto e tutto il Paese è in buone condizioni. Sai, ogni volta che c'è un cambio di governo c'è sempre molta confusione, ma ora tutto è andato a posto. Sono molto ottimista per i Talebani>>.

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

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