Taxi, sciopero nazionale: Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto
«Vengono fuori gli animali più strani la notte; puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l’altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre.»
Quello che disse Travis Bickle (Robert De Niro), nel capolavoro di Scorzese, è quello che ogni tassista vede nel suo turno di notte.
Certo, le grandi città italiane non sono la violenta New York degli anni ’70, ma le forti politiche di liberalizzazione che il Governo Draghi vuol portare avanti con il suo Ddl per il mercato e la concorrenza rischiano di far aumentare il numero di quelle persone che Travis chiamava “gli animali più strani”.
Uno dei settori che il governo vuole liberalizzare è proprio quello del servizio Taxi, servizio pubblico non di linea, uno tra i maggiori che in questi ultimi anni ha visto tanta concorrenza nascergli intorno, a differenza della vulgata generale che identifica questa categoria come una forte lobby corporativa che impedisce a chiunque di “intaccare” la propria fonte di reddito.
Il Ddl del governo riguarda vari settori, e incide anche sul futuro ruolo dei Comuni. Di sicuro l’agenda liberista di Draghi e dei suoi sodali non si fermerà a questo, e
sarebbe quindi riduttivo parlare solo del servizio pubblico non di linea, ma quello che ho letto su due loro volantino/comunicati, che annunciavano lo sciopero nazionale del 24 novembre, mi ha spinto a farlo.
La concorrenza nata intorno ai taxi, sulla quale ho appena accennato, non è specificamente quella che presta il loro stesso servizio, ma è tutta quella mobilità alternativa che il cittadino può usare per muoversi in città.
Si pensi alle varie aziende private, e anche pubbliche, che offrono il car sharing; le tante imprese che mettono a disposizione moto e motorini elettrici che si muovono veloci tra il traffico; bus turistici a due piani che fanno il tour delle città fermandosi nei posti più interessanti, cosa che anni fa era prerogativa del servizio taxi. A Roma si vedono addirittura dei risciò che fanno il giro turistico, oppure delle ‘golf cars’, quei piccoli veicoli progettati per trasportare i giocatori sui campi da golf. Mi dimenticavo delle biciclette a noleggio con le app e dell’ultima invasione dei monopattini elettrici nei centri storici.
Aggiungo però che, oltre a questi servizi alternativi, i tassisti hanno subito anche un’altra concorrenza, ma questa volta aggressiva, sleale e soprattutto illegale, sulla quale la categoria ha fatto sentire più volte la propria voce, sempre rimasta inascoltata dai vari governi.
La concorrenza illegale riguarda più che altro le grandi città, come per esempio Roma e Milano, dove si concentra il maggior numero di taxi (solo Roma ne ha circa 8.000).
In queste città lavora un enorme numero di N.C.C. (servizio di noleggio con conducente) con licenza rilasciata da altri Comuni sparsi in tutta Italia che, invece di operare nella propria aria di appartenenza, invade quotidianamente altre aree metropolitane, e lo fanno in modo illegale, sia perché non potrebbero prestare servizio fuori dalla propria provincia, sia perché, tramite le app di famose multinazionale straniere, alle quale il governo vuole fare un grande regalo con il Ddl concorrenza, si prestano ad offrire lo stesso servizio di “piazza” che invece è riservato ai taxi, cosa che la legge non gli permetterebbe, avendo loro l’obbligo della prenotazione con stazionamento in ‘rimessa’.
Tutti i servizi di mobilità alternativa, legali, e tutti gli altri, illegali, hanno già influito negativamente sul reddito dei tassisti, i quale, molti di loro, hanno acquistato la licenza a costi elevatissimi accollandosi un mutuo.
Negli ultimi anni questa categoria è diventata una sorta di ammortizzatore sociale, dove si sono “rifugiati”, a proprie spese, molti di quelli che hanno perso un lavoro, e sembra che ormai sia lo specchio della società: dal giovanissimo all’anziano; da chi si è fermato alla scuola dell’obbligo al laureato; da chi lavorava in cantiere al musicista jazz; dalla maggioranza onesta a quei pochi che onesti non lo sono affatto; e per ultimo, ma non per importanza, ci vediamo sempre più donne che, con molto coraggio e sacrificio, si sono inserite in questa categoria.
Ma torniamo al Disegno di legge sulla concorrenza che spalanca le porte alle grandi multinazionali, le quali, senza nessun rischio d’impresa, si prenderanno il monopolio del servizio facendo solo da intermediari con le loro app tra il cliente e il driver, e decidendo la tariffa con un algoritmo che aumenterà sempre più il costo del servizio in base alla richiesta.
Esempio: poca richiesta, costo medio; alta richiesta costo elevato o molto elevato.
Non ci sarà più una tariffa pubblica amministrata che garantisca l’accessibilità al servizio sempre allo stesso costo, garanzia che tutela le fasce sociali economicamente più disagiate.
Il sito dell’USB, nella sezione trasporti, pubblica un dettagliato articolo dal titolo “Taxi e DDL Concorrenza, Draghi mente sapendo di mentire. Ecco perché” [1], e inizia così:
«Cominciamo con l'affermazione più gettonata, che si può sintetizzare con la frase: ce lo chiede l'Europa. FALSO. L’Europa indica i taxi come esclusi dai regimi di regolazione EU nel mercato interno. Lo fa in maniera esplicita attraverso la Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12/12/2006, (denominata Bolkestein: “Art.21- I servizi di trasporto, compresi i trasporti urbani, i taxi e le ambulanze nonché i servizi portuali, sono esclusi dal campo di applicazione della presente direttiva.”) e quanto contenuto viene poi ripreso in un Dec. Leg. n.59 del 26/03/2010…»
Concludo riportando il contenuto dei due volantini che si trovano affissi dentro molti taxi. Il primo recita così:
«Sciopero perché difendo il mio lavoro da chi vorrebbe distruggere il servizio pubblico, 40.000 imprese e 40.000 famiglie; sciopero perché voglio continuare a garantirti una tariffa certa, visibile, amministrata; sciopero perché tu non cada preda di un freddo moltiplicatore di prezzo che lo raddoppia, triplica, a seconda della richiesta di corse; sciopero perché come te, sono stufo di pagare le tasse che evadono le multinazionali; sciopero perché voglio regole certe per tutti e non una giungla in cui vince il più furbo, o il più ladro; sciopero perché come te, sacrifico ogni mio attimo per dare dei sogni ed un futuro dignitoso alla mia famiglia.»
Il secondo volantino entra più sui contenuti e ho cercato di riprodurlo “graficamente” come veniva presentato:
TE LA FACCIO VEDERE IO L'AMERICA!
Il disegno di legge che il governo Draghi si appresta a portare in Parlamento interviene con l'articolo 8 sul Trasporto Pubblico Locale non di linea (Taxi e NCC) e si qualifica come:
Illegittimo: perché perfino la Direttiva Europea Bolkestein sottrae il trasporto TAXI dagli ambiti della concorrenza in virtù della natura indifferenziata e essenziale del Servizio, per evitare che l’utenza resti vittima di chi agisce per massimizzare il profitto e non per garantire il servizio.
Incoerente: perché presenta come elementi innovativi pratiche commerciali antiche come il mondo. Proprio l’intermediazione di manodopera per i tassisti, quasi come il vassallaggio medievale e lo strozzinaggio per l’utenza nei momenti di maggior bisogno.
Ingiusto: perché colpisce lavoratori già portati allo stremo dalla pandemia e dalla mancata attuazione del riordino del settore intervenuto nel febbraio 2019.
Ingiustificabile: in quanto non risponde a nessuna richiesta ufficiale dell’EUROPA, ma solo a quella delle potenti lobby che la governano, ponendo il lavoro come subordinato alla speculazione finanziaria.
Iniquo: perché costringe un settore fortemente regolamentato e recintato a subire la concorrenza sleale di soggetti liberi di muoversi senza vincoli, perfino senza rischio d’impresa.
Inaccettabile: perché pensa di poter sfruttare la debolezza economica dei tassisti e la compressione dei diritti democratici conseguenti alla pandemia, volutamente estese nella portata e nel tempo.
Inefficace: perché non genera maggiori entrate per il fisco italiano, favorendo, al contrario, i profitti delle multinazionali sapientemente annidate nei paradisi fiscali. Mentre al contempo il costo della vita sale anche per drenare ancora risorse da chi paga regolarmente le tasse in Italia.
Incostituzionale: perché viola la Costituzione che, nel titolo V (art.117) affida agli Enti locali questi servizi essenziali. Inoltre attacca concetti di eguaglianza dei cittadini, esposti all’art. 3 della Costituzione, per agevolare speculazioni rivolte a limitare l’accesso alla mobilità in funzione del censo.
Su tutte queste I, come tassisti, non vi faremo mettere i puntini
Lotteremo uniti e determinati contro il DDL concorrenza, per impedire che le MULTINAZIONALI compiano l’ennesimo scempio a danno del nostro Paese.
24 NOVEMBRE, SCIOPERO PER MANTENERE I TAXI IN UN MONDO CIVILE
Ho iniziato l’articolo citando Travis Bickle, in Taxi Driver. Io non mi permetterei mai di rivolgermi col suo stesso linguaggio a chi vuole smantellare i servizi pubblici, ma se fosse stato lui a scrivere questo articolo penso che l’avrebbe chiuso con un'altra delle sue famose frasi. La riporto solo a titolo di conoscenza per quelli che non hanno visto il film:
«State a sentire stronzi, figli di puttana io ne ho abbastanza, ho avuto anche troppa pazienza, ho avuto anche troppa pazienza, ho avuto troppa pazienza con voi sfruttatori…»
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[1] Articolo dal sito dell’USB “Taxi e DDL Concorrenza, Draghi mente sapendo di mentire. Ecco perché”: https://trasporti.usb.it/leggi-notizia/taxi-e-ddl-concorrenza-draghi-mente-sapendo-di-mentire-ecco-perche-1413-1.html