Telefonata Trump-Putin: l'umiliazione (finale) UE e le reazioni a Mosca
di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico
Per l’Ue è stato un colpo micidiale: i funzionari europei non sono stati avvertiti della conversazione telefonica tra Trump e Putin. Ciò li ha mandati nel panico più totale.
Ma il fatto che l’Europa si sia trovata ai margini della storia, è solo merito suo e della sua politica cieca e poco intelligente di sottomissione completa al padrone americano, il quale non ha cambiato pelle, ma agisce come ha sempre fatto in base alla sua intima natura: dopo averla usata, le ha indicato col dito quale sia il suo posto: “non sei nessuno, sei solo il mio straccio su cui io mi pulisco i piedi ogni volta che voglio, quindi giù a cuccia e continua a eseguire i miei ordini!” Perciò ora è inutile piangere, supplicare un posto al tavolo delle trattative.
L’Ue si umilia così da sola. E i motivi per essere avvilita sono diversi. ll Presidente degli Stati Uniti in un colpo solo ha spazzato via un bel po' di birilli dal tavolo, innanzitutto gettando alle ortiche la politica dei Democratici: Biden, Blinken e &, imperniata sulla fissazione dell’“isolamento della Russia”, dei colloqui per la pace in Ucraina che non dovevano escludere Kiev, il famoso mito “nessun negoziato sull'Ucraina senza l'Ucraina”. Trump ha spazzato via in un secondo anche il dogma “Putin è un criminale di guerra, col quale non si parla” e la tiritera “la Russia deve essere sconfitta sul campo di battaglia, deve capitolare”, come amava ripeteva sempre il giardiniere Josep Borrell, e alla fine ha capitolato proprio la Ue. Bloomberg ha scritto che il fatto che Donald Trump non abbia avvertito i funzionari dell'UE della sua imminente telefonata con Vladimir Putin ha suscitato molta indignazione non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti, dove molti funzionari, ancora impegnati nelle politiche della precedente amministrazione statunitense, hanno addirittura definito le azioni di Trump un “tradimento”.
Per esempio, l'ex consigliere per la Sicurezza nazionale del Presidente Usa, John Bolton ha criticato Trump, in particolare la sua conversazione telefonica con Vladimir Putin e anche la nomina di Tulsi Gabbard a direttore dell'Intelligence nazionale, avvenuta ieri ma offuscata dalla “telefonata”. Bolton ha affermato che queste azioni di Trump possono avere serie implicazioni per la sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Ma la sua frase più bella ieri è stata: “Putin non potrebbe essere più felice. Vi dico che al Cremlino stanno bevendo vodka direttamente dalla bottiglia. È un grande giorno per Mosca! Il presidente degli stati Uniti si è arreso”- ha detto l’accanito falco Bolton (https://www.rbc.ru/politics/13/02/2025/67adc1d69a794721f9e0c246)
E in Russia com’è il clima dopo la “fatidica telefonata”? Certo, si è trattato di un evento significativo, dato che i rapporti fra Russia e Usa erano praticamente a zero, ma non c’è stato nessun “rumore”, frenesia o esplosione di gioia, è accaduta solo una telefonata, nessuno si fa illusioni, i russi sanno bene che Trump è quello che nel suo precedente mandato ha introdotto il numero più grande di sanzioni contro la Russia e capiscono che oggi Trump è solo un “alleato situazionale”, legato alla situazione attuale. Non è stata la Russia a chiedere questa telefonata, nessuno gliel’ha imposto, nessuno “l’ha imbrogliata”, ma soprattutto l’Operazione Speciale in Ucraina va avanti, i suoi scopi non sono stati né cambiati, né cancellati, la Russia continua a combattere come al solito.
Da notare che Putin non ha nemmeno commentato la telefonata, solo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov lo ha fatto più tardi e in maniera molto tranquilla, al contrario di Trump che ha esultato, dispensando dichiarazioni, post e parlando a una conferenza stampa, tra l’altro senza la terminologia aggressiva a cui aveva abituato il mondo Biden. Comunque vadano le cose, la Russia sa che l’America può benissimo un giorno cambiare e tornare alla turbo-aggressione dei Dem.
Ma pare che questo primo colloquio ufficiale tra i presidenti di Russia e Stati Uniti abbia sconvolto parecchi. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov si è detto “colpito dal fatto che il mondo intero è entrato in una sorta di sconvolgimento per una conversazione che esula dal normale”. Lavrov sottolinea che si è svolta invece “una normale, elementare conversazione tra due persone educate, che non mettono parte i disaccordi, al contrario della precedente amministrazione Biden e dei politici europei che reputavano come dovuto il rifiuto del dialogo e della diplomazia ed erano passati al linguaggio delle minacce, delle sanzioni e del sostegno della guerra. Ecco perché ora sono rimasti sbalorditi”. (https://www.interfax.ru/russia/1007768) Nulla di buono da questa telefonata invece per Zelenskij che non ha più alcun futuro politico. Con Trump è crollata la sua narrazione e i punti fermi su cui si reggeva: l’entrata nella NATO e la ripresa dei territori che con i referendum popolari sono voluti tornare nella storica Madrepatria Russia. Non solo, Trump ha addirittura ventilato un’“Ucraina russa” e ha criticato Zelenskij, dicendo ai giornalisti che “le sue valutazioni non sono particolarmente buone”. Con parole secche “improbabile” e “sconveniente” il presidente statunitense ha bocciato l'idea dell'adesione dell'Ucraina alla NATO, adducendo la posizione irremovibile di Mosca sulla questione. Così, come “irrealistica” è l’idea che l’Ucraina torni ai confini del 2014.
Il Segretario alla Difesa di Trump, Pete Hegseth ha dichiarato ieri che “gli USA probabilmente non sosterranno le principali richieste di pace dell'Ucraina, tra cui il ritorno ai confini precedenti al 2014 e le sue aspirazioni di lunga data all'adesione alla NATO”. Mentre l’Ue continua a difendere strenuamente “l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Insomma la posizione di Trump sembra dimostrare quel buon senso di cui i politici europei sono privi da anni. Solo il dialogo diretto fra Usa e Russia è capace di fermare la guerra, peccato che gli euro burocrati non l’abbiano capito.
È chiaro che Putin e Trump non hanno parlato per un’ora e mezza solo di Ucraina, che per l’Ue sembra essere questione di vita o morte, ma anche dello status del dollaro, che per Trump è ben più importante dell’Ucraina, e soprattutto della nuova architettura della sicurezza, che per la Russia è di fondamentale importanza, infatti alla radice dell’Operazione Speciale russa vi è proprio la questione dell’espansione della Nato verso la Russia che dura dal 1997. Questo è il fulcro del problema da risolvere. Ma i ciechi camerieri dell’Ue non lo hanno mai voluto vedere, né mai riconosciuto e rispettato gli interessi della Russia. Il primo ministro ungherese Viktor Orban li ha paragonati a “conigli codardi e congelati davanti al boa in attesa del loro destino” e gli sbatte in faccia la verità nuda e cruda: “Il problema è che i capi e i leader dell'Unione Europea e delle istituzioni europee, come conigli impauriti, si sono rintanati nel campo, in attesa della loro sorte.
Non c'è futuro per i deboli. Siamo seduti come scimmie ipnotizzate da un serpente e aspettiamo di vedere cosa farà il Presidente degli Stati Uniti. È la cosa peggiore che possiamo fare, perché il presidente verrà e farà cose che ci faranno sudare. Verrà a rappresentare i suoi interessi”. E gli interessi di Trump ora sono scaricare il fardello “Ucraina” sulle spalle dell’Ue. Lo ha fatto capire bene ieri anche il capo del Pentagono Pete Hegseth, dicendo che da adesso deve essere l’Unione Europea a pagare per tutto ciò che accade in Europa: “La difesa della sicurezza europea deve essere fondamentale per i membri europei della NATO. Per questo l'Europa in futuro deve farsi carico di fornire all'Ucraina la maggior parte dell'assistenza letale e non letale. Ciò significa fornire più munizioni ed equipaggiamenti, espandere la base industriale della difesa e, cosa molto importante, educare i cittadini alla minaccia che incombe sull'Europa”, ha detto il capo del Pentagono.
Dovrebbero essere queste parole a preoccupare l’Ue, e invece i ministri degli Esteri di Polonia, Francia, Spagna, Italia, Germania, Regno Unito e Unione Europea si stracciano le vesti per ottenere la partecipazione dell’Europa ai negoziati per la risoluzione del conflitto ucraino e per questo sono pure pronti a rafforzare gli aiuti a Kiev, perché “è necessario garantire gli interessi dell'Ucraina e dei suoi alleati europei”. Ma quali sarebbero qui gli interessi dell’Europa? Ovviamente nel non essere lasciati fuori dalla grande torta geopolitica che secondo gli euro burocrati verrà condivisa dopo la fine del conflitto. Possono gridare quanto vogliono alla “minaccia russa per l’Europa”, ma sta di fatto che i capi europei non hanno una visione realistica del conflitto in atto, che non è tra Ucraina e Russia, ma tra l'Occidente globale guidato dagli Stati Uniti contro la Russia, una guerra condotta con le mani dell'Ucraina. Ecco perché i negoziati devono iniziare tra gli Stati Uniti e la Russia. Poi verrà inclusa l’Ucraina. Ma è importante che a Washington la nuova amministrazione abbia capito che questa guerra deve essere risolta diplomaticamente. Lo ha ribadito il vice capo del Consiglio di Sicurezza russo Dmitrij Medvedev: “Le élite politiche statunitensi dovrebbero rendersi conto che i contatti e le consultazioni sono molto più preziosi del desiderio di infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia. Se non se ne rendono conto, tutto tornerà come prima. L'orologio del giorno del giudizio nucleare continuerà il suo inesorabile corso verso la mezzanotte. E allora apparirà sicuramente “un cavallo pallido, e su di esso un cavaliere il cui nome è ‘morte’...”.