"Torniamo a casa". Le immagini del referendum da Donetsk
di Eliseo Bertolasi - Donetsk
24 settembre 2022
Il 23 settembre sono iniziate le votazioni per l’adesione alla Federazione Russa della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk e delle regioni di Kherson e Zaporozhje.
Mi trovo a Donetsk, sul posto, quindi, ho modo di vedere direttamente come queste votazioni sono organizzate e allestite.
Dopo aver ottenuto il dovuto accredito giornalistico ho visitato tre seggi elettorali, uno a Donetsk nel quartiere Budennovskij e due a Makeevka, un grande centro abitato adiacente a Donetsk.
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La novità di questo evento sta nel fatto che sono stati predisposti dei gruppi mobili di scrutatori, che da una sezione centrale si muovono poi tra le case, tra i cortili, addirittura si recano direttamente negli appartamenti delle persone impossibilitate a muoversi, per dar la possibilità a tutti gli aventi diritti al voto, in maniera capillare, di esprimere la propria scelta.
Il vantaggio, in tal modo, è che le persone non devono fare dei lunghi spostamenti all’aperto, evitano delle lunghe attese, sostanzialmente tutto è molto più sicuro, comodo, facile, e rapido.
Le autorità locali avendo a cuore la sicurezza dei cittadini, di fatto, hanno adottato questa soluzione soprattutto per limitare il rischio di possibili bombardamenti di rappresaglia da parte delle formazioni armate ucraine sui punti di assembramento. I seggi elettorali affollati potrebbero diventare un facile bersaglio.
Tutti hanno ben presente la tragedia e il numero delle vittime civili dei bombardamenti degli ultimi giorni, il 19 e il 22 settembre.
Previa presentazione dell’accredito ai responsabili dei seggi mobili, ho potuto filmare, fotografare, verificare in prima persona come la gente sta votando. Non ho avuto nessun impedimento, nessun diniego, tutto mi è parso svolgersi nel modo più tranquillo e pacifico.
Gli addetti ai seggi mobili sono dotati delle liste degli aventi diritto al voto, verificano i documenti, e poi consegnano la scheda per il voto. Il votante dopo aver espresso la sua preferenza ripone la scheda in appositi contenitori trasparenti trasportabili a mano. Posso solo confermare, in base a ciò che ho osservato, che non viene esercitata nessuna costrizione o imposizione: chi vuole votare incontra questi seggi mobili in prossimità della propria abitazione, chi è impossibilitato telefona e li aspetta a casa.
Nella scheda elettorale il quesito referendario è posto in modo chiaro senza nessun artificio linguistico, in sostanza: favorevole all’adesione alla Russia “si” o “no”. La gente dice: “Torniamo a casa”, col significato che presto torneranno a far parte della Russia.
In questi giorni, in questi territori, si sta scrivendo una pagina di storia, tutti ne sono consapevoli, l’emozione è tanta e le aspettative sono enormi: pace e prosperità. Sono otto anni che gli abitanti del Donbass aspettano la pace, sono convinti che questa è l’unica strada da percorrere.
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