Trump e potenze emergenti: come cambia lo scenario in America Latina
I primi giorni del secondo mandato di Donald Trump hanno messo in chiaro che l'America First non significa disimpegno globale, ma piuttosto un ritorno aggressivo sulla scena internazionale. L'America Latina, un tempo considerata il "cortile di casa" di Washington, è tornata al centro della strategia statunitense, tra minacce, ritorsioni e nuove alleanze che sfidano l'ordine multipolare.
Il confronto con la Colombia, costretta a cedere di fronte alle pressioni tariffarie statunitensi, e le tensioni con Panama sul controllo del Canale segnalano un cambio di passo rispetto agli anni di relativo disimpegno USA nella regione. La nomina di Marco Rubio come Segretario di Stato conferma la volontà di Washington di riaffermare la propria influenza, soprattutto per contrastare l'espansione cinese, russa e iraniana nel continente.
Eppure, lo scenario è ben diverso da quello del passato. La Cina ha ormai superato gli Stati Uniti come principale partner commerciale del Sud America, consolidando la propria presenza con infrastrutture strategiche come il porto di Chancay in Perù. La Russia, dal canto suo, investe nella diplomazia culturale, mentre l'Iran rafforza le proprie reti politico-militari in Venezuela e Bolivia.
Questa competizione riflette un ordine mondiale sempre più fluido, dove i paesi latinoamericani non vogliono scegliere tra Washington e Pechino, ma piuttosto massimizzare i propri interessi sfruttando il nuovo equilibrio multipolare. La sfida per gli Stati Uniti sarà convincere questi paesi che l'alleanza con Washington sia la scelta migliore. Ma con Trump deciso a imporre la sua visione unilaterale, il rischio è che America First si traduca in America Alone.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
----------------------
https://www.newsweek.com/donald-trump-latin-america-china-russia-iran-2023448
https://www.foreignaffairs.com/united-states/price-trumps-power-politics