Trump, fughe di notizie e bombardamenti: un altro capitolo della politica USA
C'è uno scandalo che sta infiammando i media USA, ma non riguarda le bombe in sé. Ciò che sta scuotendo l'opinione pubblica non è la campagna di bombardamenti sullo Yemen, né il massacro di civili palestinesi con il supporto USA, ma una clamorosa falla nella sicurezza nazionale. Alcuni dei più alti funzionari statunitensi, tra cui il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario alla Difesa Pete Hegseth, hanno discusso della recente offensiva aerea contro lo Yemen in chat su Signal, un'app commerciale di messaggistica criptata ma vulnerabile agli spyware.
Tra i partecipanti alla riunione c'era anche Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, incluso per errore e rimasto in silenzio ad ascoltare informazioni riservate. Il problema non è solo l'incredibile leggerezza nell'utilizzo di canali insicuri, ma anche l'ironia della sorte: gli stessi che attaccarono Hillary Clinton per l'uso improprio di email private oggi si trovano invischiati in uno scandalo simile. Tuttavia, la reazione della Casa Bianca è stata più di copertura che di ammissione di colpa: Trump ha definito Waltz un "bravo ragazzo" che ha "imparato la lezione", mentre il vicepresidente J.D. Vance ha minimizzato le tensioni interne, nonostante proprio lui avesse espresso dubbi sulla tempistica degli attacchi.
Mentre i democratici chiedono indagini, quel che resta fuori dal dibattito è l'elemento più grave: i bombardamenti stessi. Ancora una volta, la vera questione non è il sangue versato, ma chi ha fatto trapelare le informazioni. Gli USA continuano la loro lunga tradizione di guerre aeree, ma quanto scandalizza davvero non è la violenza, bensì la maldestra gestione della sua comunicazione.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati