Trump, gli interessi economici e la dottrina Monroe

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Trump, gli interessi economici e la dottrina Monroe

 

di Michele Blanco

Sin dai tempi della dottrina Monroe gli Stati Uniti vivono le ingerenze delle altre potenze nel continente americano come una minaccia e una presenza inaccettabile.

La dottrina Monroe indica un messaggio ideologico di James Monroepresidente degli Stati Uniti d'America, contenuto nel discorso sullo stato dell'Unione pronunciato innanzi al Congresso il 2 dicembre 1823, che esprime l'idea della supremazia assoluta degli Stati Uniti nell’intero continente americano. Monroe affermò, senza mezzi termini, in quel discorso che qualsiasi intromissione di potenze straniere negli affari politici del continente americano sarebbe stata considerata come ostile agli Stati Uniti. Inoltre, per Monroe i processi di indipendenza dell'America Latina non potevano essere repressi da nessuna potenza europea (dalla Spagna soprattutto). Giustamente considerata come la primissima formulazione teorica dell'imperialismo statunitense, essa fu ripresa in occasione dell'annessione del Texas (1845-48) a seguito della guerra messico-statunitense. La dottrina, dapprima intesa dai suoi ideatori come una proclamazione ideale degli Stati Uniti contro il colonialismo degli stati europei in favore del colonialismo statunitense, in seguito fu rivista da Theodore Roosevelt e intesa nel senso di affermazione dell'egemonia assoluta  statunitense nel continente americano. Successivamente essa fu posta a fondamento, insieme con il Manifest Destiny, dell'idea di protettorato USA in tutta l'area centroamericana e caraibica, e infine durante la guerra fredda per giustificare gli innumerevoli interventi politici, favorendo colpi di stato antidemocratici,  e direttamente militari statunitensi in America centrale e meridionale ( si veda anche la cosiddetta questione cubana).

In realtà tutta la politica estera degli Stati Uniti d’America è incentrata sulle ingerenze non solo in America Latina. Infatti Le ingerenze degli Stati Uniti in politica estera hanno compreso azioni sia esplicite, interventi militari diretti, che segrete volte a modificare, sostituire o preservare governi stranieri anche non democratici e a favore di sanguinose dittature. Gli Stati Uniti hanno eseguito almeno 81 interventi noti, tra espliciti o sotto copertura, in politica internazionale durante il periodo 1946-2000. Dopo la seconda guerra mondiale, il governo degli Stati Uniti ha organizzato operazioni per favorire cambi di regime, nel contesto della guerra fredda, per contendersi l'influenza e la leadership a livello globale con l'Unione Sovietica.

Operazioni significative comprendono il colpo di Stato iraniano del 1953 (operazione Ajax) orchestrato da Stati Uniti e Regno Unito, l'invasione della baia dei Porci del 1961 contro Cuba, il favoreggiamento esplicito dei massacri indonesiani: Con l'espressione massacri indonesiani del 1965-1966 (eventi definiti anche con il nome di genocidio indonesiano) vengono designati una serie di massacri su larga scala e disordini civili avvenuti in Indonesia nel corso di diversi mesi tra il 1965 e il 1966, aventi come obiettivi militanti del Partito Comunista Indonesiano (PKI), presunti simpatizzanti di sinistra e membri di diverse minoranze etniche e religiose, condotti da gruppi paramilitari con il supporto delle forze armate indonesiane. Le uccisioni di massa, praticate con drammatica ferocia e senza riguardi per donne, anziani o bambini, sono considerate una delle più sanguinarie tragedie del XX secolo, malgrado la scarsa conoscenza presso l'opinione pubblica mondiale. È accertato che il governo statunitense oltre ad essere a conoscenza di tali eventi, li abbia appoggiati, si calcola, per difetto, il numero delle vittime superiore ai cinquecentomila. Gli eventi portarono alla caduta del presidente dell'Indonesia Sukarno, il cui regime autoritario filo-sovietico e filo-cinese faceva parte del Movimento dei Paesi non allineati. Il sistema politico ideato da Sukarno, caratterizzato dal bilanciamento di tre componenti (nazionalismo, religione e comunismo), noto con il nome di Nasakom, venne definitivamente smantellato. Gli eventi del 1965-1966 sono quindi interpretabili come la reazione di due di questi elementi, ovvero l'esercito e l'Islam politico, contro il PKI, risultando nell'eliminazione di quest'ultimo. Con il decreto Supersemar (Surat Perintah Sebelas Maret - Decreto dell'11 marzo [1966]) Sukarno trasferì gran parte del potere a Suharto. Nel 1968 l'assemblea consultiva popolare indonesiana (Majelis Permusyawaratan Rakyat Republik Indonesia) nominò formalmente quale presidente Suharto, dando inizio al suo regime autoritario, dittatura connotata in senso nazionalistico e moderatamente filo-occidentale che sarebbe durata per i tre decenni successivi, fino al 1998.

Nell’america Latina sono stati fatti innumerevoli interventi tutti in violazione del diritto internazionale vigente. Si pensi al sostegno alla "guerra sporca" argentina portata avanti dal 1976 dalla dittatura militare appoggiata apertamente. Inoltre, gli Stati Uniti hanno interferito nelle elezioni nazionali di molti paesi, tra cui il Giappone negli anni '50 e '60 per mantenere al potere il Partito Liberal Democratico di centro-destra utilizzando fondi segreti. Nelle Filippine organizzando la campagna per la presidenza di Ramón Magsaysay nel 1953, in Libano per aiutare i partiti cristiani nelle elezioni del 1957 usando finanziamenti segreti[, in Italia per favorire la Democrazia Cristiana in funzione anticomunista durante le elezioni politiche.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti nel 1945 ratificarono la Carta delle Nazioni Unite, la quale vincolava legalmente il governo degli Stati Uniti alle disposizioni della carta, compreso l'articolo 2 (paragrafo 4), che proibisce la minaccia o l'uso della forza nelle relazioni internazionali, tranne in circostanze molto limitate, pertanto qualsiasi rivendicazione legale avanzata per giustificare il cambio di regime da parte di una potenza straniera comporta un onere particolarmente pesante.

La politica estera degli Stati Uniti è sempre stata guidata da queste due ambizioni:

Difendere gli interessi degli Stati Uniti cercano di proteggere i propri interessi economici, politici e di sicurezza, sempre e solo dei loro interessi, nel mondo. Ciò include il mantenimento dell'accesso ai mercati e alle risorse, la prevenzione di attacchi al territorio statunitense e la promozione dei suoi valori all'estero. A volte tutto questo ha comportato azioni non giustificabili, come scritto prima, l'intervento militare diretto o il sostegno a regimi non democratici.

Contribuire a costruire nazioni sul modello americano: gli Stati Uniti hanno una lunga tradizione di promozione dei propri valori nel mondo. Ciò può essere visto come un'estensione dell'ideologia del "Destino manifesto".

L'ambizione di essere un modello per l'umanità è un elemento chiave della politica estera statunitense, che deriva dall'idea di "eccezionalismo americano". Secondo questa convinzione, gli Stati Uniti sono un Paese unico con una missione speciale nel mondo. Questa idea di essere un "faro" per il resto del mondo è radicata nella storia americana. I Padri fondatori degli Stati Uniti concepirono il Paese come un esperimento democratico, basato su principi di libertà, uguaglianza e giustizia che ritenevano potessero servire da modello per altre nazioni. Nel corso degli anni, questa idea si è manifestata in molti modi, alcuni li abbiamo prima citati.

Negli ultimi anni la Cina ha accresciuto la sua influenza nel continente latino americano. Un documento del Congressional Research Service quantifica in 22 i paesi latino americani che hanno aderito alla Belt and Road Initiative cinese.

L’Economist stima l’aumento degli scambi commerciali fra Cina e latino America da 18 miliardi di dollari nel 2002 a 450 miliardi di dollari nel 2022 (dato pubblicato da Foreign Policy, citando appunto The Economist)

Il porto di Chancay in Perù, molto grande e finanziato dalla Cina, ha aperto una nuova porta di penetrazione commerciale

Il canale di Panama (nazione che ha firmato gli accordi della Belt and Road Initiative con i cinesi) ha due porti terminali che sono controllati dalla Hutchison Ports PPC, azienda di Hong Kong che con l’evoluzione della situazione nell’ex colonia britannica è finita nell’orbita del governo cinese (il timore è che in caso di tensioni i cinesi possano usare il controllo dei porti per danneggiare i commerci e le catene di approvvigionamento statunitensi)

Questi sono i motivi dietro la “sparata” di Trump sul canale di Panama, di cui riprendere il controllo “anche militarmente”

Trump farà ciò che ha detto? Difficile dirlo, è sicuramente imprevedibile (ha abituato in passato a mosse che nessuno si aspettava, non è semplice leggere le sue reali intenzioni). Di certo, però, segnala la volontà esplicità degli Stati Uniti di tornare a una politica più interventista e pericolosa in America Latina e nel resto del mondo, riaffermando gli interessi statunitensi, ma nel farlo contraddicono palesemente la stessa Costituzione degli Stati uniti d’America, che nel preambolo parla di giustizia, di benessere, di libertà come un bene irrinunciabile: “Noi, popolo degli Stati Uniti, al fine di perfezionare la nostra Unione, garantire la giustizia, assicurare la tranquillità all'interno, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale, salvaguardare per noi e per i nostri posteri il bene della libertà, poniamo in essere questa Costituzione quale ordinamento per gli Stati Uniti d'America”. Nella stessa Costituzione sono ribaditi come irrinunciabili i principi di libertà e diritti fondamentali, ad esempio diritti civili come quello di manifestare il pensiero, la libertà religiosa e i diritti economici sulla libertà d'impresa sono tra i più ampi del mondo. Ma questi non valgono sempre e per tutti.

 

 

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