Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

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Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

 

di Geraldina Colotti*

Per leggere lo sconquasso a cui stiamo assistendo con il secondo mandato di Trump, culminato con l'inedito strapazzamento del pagliaccio Zelensky da parte del padrone gringo, si può ricorrere al “sovversivismo delle classi dominanti” di gramsciana memoria. Un'attitudine tanto più arrogante e dilagante nell'assenza di contrasto del soggetto destinato a scavare la fossa a un capitalismo in crisi strutturale, che oggi si declina nella maschera della follia: Trump, Milei, Netanyahu, Zelensky... E prima, se si vuole, anche Berlusconi che, in assenza di droni, si limitava a agitare le corna, ma picconava a modo suo la facciata delle istituzioni borghesi.

È contro la possibilità che possa esistere un mondo diverso da quello prospettato da Trump ed Elon Musk con il progetto di trasformare Gaza in un resort di lusso dopo aver eliminato tutti i palestinesi, che il tycoon e la sua banda stanno ancora una volta scatenando la loro ira contro Cuba e Venezuela. Così, l'amministrazione Trump ha appena annunciato una nuova restrizione sui visti per i funzionari cubani impegnati nei programmi di solidarietà con cui Cuba aiuta altri paesi colpiti da disastri o epidemie inviando medici e personale sanitario.

Trump e il suo scagnozzo Marco Rubio, Segretario di Stato al servizio della più ostinata ossessione mercenaria contro ogni espressione del socialismo, hanno aumentato il bloqueo, per colpire così il messaggio più “esplosivo” che l’isola comunista lancia al mondo da decenni: medici, non bombe.

La prima missione medica fu creata a Cuba nel 1960 in risposta a una catastrofe naturale, nonostante gli Stati Uniti avessero adottato fin dall'inizio della rivoluzione una politica di incentivi criminali per rubare medici di alto livello, formati gratuitamente a Cuba, e trasformarli in controrivoluzionari votati al profitto in Florida.

A tal fine, gli Usa hanno modellato l'intera politica di immigrazione per i cubani sul loro territorio, regolandola, dal 1966, sulla base del Cuban Adjustment Act. Un sistema normativo che favorisce la residenza permanente a chiunque lasci Cuba senza autorizzazione e entri negli Stati uniti. Misure analoghe sono state approntate anche per l'immigrazione dal Venezuela.

Ma ciò che più colpisce è la sfacciata ipocrisia con cui un sistema come quello degli Stati uniti, che lascia morire per strada chi non ha soldi per pagarsi le cure e sfrutta selvaggiamente la manodopera immigrata a basso costo, si permetta di definire la Missione Medica Cubana come "lavoro forzato", e addirittura insinui che inviare personale all'estero priverebbe i cittadini cubani dell'assistenza medica: quando tutti sanno che, nonostante il criminale blocco che Cuba subisce, il suo sistema sanitario è uno dei migliori al mondo. Lo si è visto durante la pandemia con la rapida produzione di vaccini che però, paradossalmente, non hanno potuto essere iniettati atrettanto rapidamente per mancanza di siringhe, arrivate a Cuba grazie alla solidarietà di Paesi e popoli fratelli.

Bloccare le risorse di un paese, obbligare giovani professionisti formati dalla scuola pubblica a emigrare per dimostrare che il socialismo “è fallito”, è stata la strategia usata contro Cuba e poi contro il Venezuela bolivariano dalle amministrazioni Usa e dai loro vassali dell'Unione europea. E così, con arroganza imperialista, Trump, dopo aver cancellato la decisione di Biden di rimuovere Cuba dall'assurda lista di paesi “patrocinatori di terrorismo”, ha acuito il bloqueo, e ha iniziato un osceno balletto di allungamento o sospensione della licenza mineraria della Chevron in Venezuela.

Diosdado Cabello Rondón, ministro degli Interni venezuelano, accogliendo i connazionali deportati da Trump e rimpatriati dal Messico attraverso il Piano Ritorno in Patria del governo Maduro, ha denunciato la campagna di propaganda della destra per promuovere l'immigrazione e le politiche di Trump: “Credono di metterci paura? Non ci conoscono – ha detto – non ci siamo arresi quando ci hanno tagliato la luce e ci hanno impedito di vendere il petrolio e l'oro, e non lo faremo ora”.

Durante la pandemia, i medici cubani sono arrivati anche in Italia, nelle regioni più colpite dalle politiche neoliberiste dei governi subordinati alle grandi istituzioni internazionali, come la Calabria. Per misurare le conseguenze delle politiche migratorie criminali attuate negli ultimi decenni dall’Unione Europea, basta guardare il Mar Mediterraneo, diventato un cimitero per migranti.

Lo si è ricordato a due anni dalla tragedia di Cutro, in Calabria quando, nella notte tra il 25e il 26 febbraio del 2023, solo 54 degli oltre 180 migranti che viaggiavano su un natante partito dalla Turchia, arenatosi a poca distanza dalla riva, si sono salvati. E questo solo grazie ai pescatori locali, che udirono il rumore dello schianto e le grida di aiuto delle persone in difficoltà e avvisarono i carabinieri.

Nell'oscurità totale e il freddo gelido della notte, i loro sforzi servirono solo a recuperare i sopravvissuti e i numerosi corpi senza vita spinti verso la riva dalla violenza delle onde. Sulla spiaggia di Cutro, in Calabria, ci sono ancora le croci con attaccato un salvagente arancione. Alcune sono piccole croci, per ricordare i tanti bambini morti nel naufragio.

Le unità di controllo dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), l'agenzia dell'Unione europea responsabile della sorveglianza e della protezione delle frontiere esterne dell'Unione e dello spazio Schengen, fornì spiegazioni deboli, fortemente messe in discussione dalle testimonianze dei sopravvissuti, secondo i quali la nave avrebbe dato l'allarme dopo il forte impatto contro un banco di sabbia nei pressi della foce del fiume Tacina, poco distante dalla riva. Un aereo di pattuglia di Frontex ha dichiarato di aver ricevuto l'allarme, ma di non essere riuscita a vedere nulla....

Le ciniche dichiarazioni rilasciate dai vertici politici del governo italiano hanno rafforzato il sospetto che si volesse dare un segnale deterrente alla cosiddetta migrazione clandestina, in linea con la propaganda xenofoba dominante. L'unico modo per evitare simili tragedie è "non partire", e tanto meno portare con sé i bambini, aveva affermato in sintesi il governo. In altre parole: è colpa di chi cerca di sfuggire alla guerra e alla carestia, se perde la vita in mare, e il capitalismo ha tutto il “diritto” di fargli fare la fine che “meritano”.

Un cinismo feroce che si è aggiunto, pochi giorni dopo la tragedia, a un altro atto della gigantesca guerra contro i poveri che il sistema dominante sta portando avanti a livello mondiale, e che ha in Europa i suoi vertici più ipocriti. Fu varato, infatti, il “Decreto Cutro”, ora legge, che rese più severe le condizioni di vita di chi tenta di entrare per chiedere asilo.

Oltre trent’anni di “Fortezza Europa”, finanziata da governi di diverso orientamento politico, hanno prodotto decine di migliaia di vittime nel Mediterraneo. Morti nella guerra invisibile che non accenna a finire. Ed è per questo che, nel caso del naufragio di Cutro, si è parlato di “strage di Stato”.

Ma la questione dei migranti e del controllo delle frontiere resta un grande business difficilmente smantellabile, essendo uno dei cardini dell'economia di guerra e della società del controllo: a maggior ragione in presenza dello scontro di poteri tra apparati esploso dopo l'arrivo di Trump al governo degli Stati Uniti. Uno shock che mette a nudo l'anarchia del capitalismo e la sua crisi strutturale, che tocca tutti gli aspetti di un modello fallito e mette in luce il caos su cui si fonda la sua struttura.

Così, il governo Meloni spende fiumi di denaro, che potrebbero essere utilizzati per il benessere delle classi lavoratrici, per costruire inutili centri di detenzione per immigrati in Albania e deportarli a spese dei contribuenti. Solo un mese fa, la Corte di giustizia europea ha affermato che prima di considerare un Paese “sicuro” per l’espulsione degli immigrati, è necessario distinguere tra persecuzione individuale e persecuzione di intere categorie di persone.

Ma ora è tornata sui suoi passi, anche perché in Europa il vento sta cambiando rapidamente, come dimostra il successo del partito nazista AfD in Germania, arrivato secondo dietro a un altro partito della destra conservatrice, la CDU. La crisi avanza e con essa la xenofobia.

E, intanto, nella lotta fra apparati imperialisti, l'unica decisione chiara che i governi dell'UE stanno prendendo è quella di aumentare la spesa militare, come Trump ha chiesto loro di fare. E per mantenere il rigore finanziario, come aveva già affermato Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen ha annunciato che la spesa per il riarmo non sarà condizionata dal pareggio in bilancio, imposto dai parametri di Maastricht.

Per gli aerei e i carri armati sarà possibile andare in deficit, mentre per le scuole e gli ospedali no.

*Articolo per il Cuatro F

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