Trump pronto a guerra commerciale con la Cina

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Donald Trump, candidato favorito per la rielezione a presidente degli Stati Uniti, potrebbe, se vincesse le elezioni del prossimo novembre, scatenare una grande guerra commerciale contro la Cina.

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta soppesando le opzioni per un nuovo importante attacco economico contro la Cina se viene rieletto, il che potrebbe scatenare una guerra commerciale su scala globale, ha scritto il Washington Post.

Joe Biden ha in gran parte mantenuto le tariffe che il suo predecessore ha imposto alla Cina, quando era presidente, nel 2018 e ha anche imposto nuove restrizioni all'economia di Pechino, compresi i limiti ai semiconduttori e altri prodotti simili. Il repubblicano, tuttavia, promette di andare oltre.

In dichiarazioni pubbliche, il favorito per la nomina dal Partito Repubblicano si è espresso a favore di togliere alla Cina lo status commerciale di "nazione più favorita", con misure che potrebbero portare le tariffe federali sui beni cinesi a più del 40%. Tuttavia, in privato Trump ha discusso con i suoi consiglieri la possibilità di imporre una tariffa fissa del 60% a tutti i prodotti provenienti dal gigante asiatico, secondo tre fonti che hanno familiarità con la questione e citate dal giornale.

Gli economisti consultati dal media avvertono che le politiche pianificate causerebbero enormi perturbazioni nelle economie statunitensi e globali che supererebbero di gran lunga l'impatto delle guerre commerciali del primo mandato di Trump. "La guerra commerciale dal 2018 al 2019 è stata immensamente dannosa. Questo andrebbe molto oltre ed è difficile anche fare paragoni", ha detto Erica York, economista senior del gruppo Tax Foundation. "Questo minaccia di alterare e frammentare il commercio mondiale in una misura che non abbiamo visto da secoli", ha aggiunto.

Nel frattempo, Adam Posen, presidente del Peterson Institute for International Economy di Washington, ha descritto le proposte commerciali come "pazze", sostenendo che danneggerebbero le aziende statunitensi privandole di miliardi di potenziali clienti.

A questo proposito, in un rapporto commissionato dal Business Council USA-China, Oxford Economics ha concluso a novembre che porre fine alle relazioni commerciali normali e permanenti tra i due paesi costerebbe all'economia statunitense 1600 miliardi di dollari e causerebbe la perdita di più di 700.000 posti di lavoro.
Secondo i dati del novembre dello scorso anno, la Cina è il terzo partner commerciale degli Stati Uniti, dietro il Messico e il Canada, rappresentando l'11,7% del commercio estero totale del paese nordamericano. (RT)

Andrea Puccio - www.occhisulmondo.info 

Andrea Puccio

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