Trump-Putin: i padroni del mondo e della parola schiumano rabbia

Date le resistenze, il compromesso non sarà facile, ma la spinta impressa è fortissima

5517
Trump-Putin: i padroni del mondo e della parola schiumano rabbia



Piccole Note
 

Il vertice di Helsinki tra Putin e Trump è andato bene. E i padroni del mondo e della parola schiumano rabbia, come da dichiarazioni di uno dei loro portavoce (vedi John McCain, cliccare qui).


Helsinki


Tanta rabbia politica e mediatica è inquietante per un summit che si prefiggeva l’obiettivo della distensione internazionale.


Evidentemente la prospettiva di un compromesso globale tra l’Impero d’Oriente e d’Occidente spaventa quanti hanno lucrato sulla conflittualità Est-Ovest.


Date le resistenze, il compromesso non sarà facile, ma la spinta impressa è fortissima.


E se vero che i Trump e Putin non sono andati nel dettaglio delle criticità, lo hanno fatto i due ministri degli Esteri, Segej Lavrov e Mike Pompeo, che si sono incontrati all’ombra del presidenti.


Pechino


Non solo Helsinki: ieri alcuni leader della Ue si sono incontrati con il premier cinese Li Keqiang, rilanciando la globalizzazione contro il protezionismo Made in Usa.


Per la narrativa ufficiale si è trattato di una contromossa del mondo avverso a Trump.


Non è così: la Cina ha nella Russia un partner strategico molto più importante dell’Europa, che benché più appetibile sotto il profilo economico-finanziario non può difenderla da un’eventuale minaccia militare.


Il problema è che i padroni del mainstream sono talmente in affanno che cercano di vendere un incontro che li mette ulteriormente nell’angolo come un loro successo…


Infatti, gli stessi ambiti che oggi tuonano contro il vertice di Helsinki, da tempo hanno messo nel mirino anche la Cina. L’opzione di bombardare la Corea del Nord, infatti, aveva come obiettivo Pechino più che Pyongyang, il cui nervosismo nucleare è insignificante per il destino del mondo.


Così ai loro occhi, lo spettacolo della colonie americane che si mettono sotto l’ombrello protettivo cinese non deve esser stato affatto gradito. Favorisce la Cina non i loro progetti globali.


L’Europa


Triste destino quello della Ue, che per gli analisti neocon avrebbe dovuto rappresentare il fulcro della resistenza a Trump. Preso atto della distanza, che consegna le colonie al verbo della globalizzazione, Trump le ha abbandonate al loro destino.


E, per sopravvivere, cercano di vendersi al miglior offerente: la Cina, appunto.


Il punto è che non c’è molto spazio per la Ue in un mondo tripolare, quello che si sta disegnando con la pax coreana e la pax russa.


Il Vecchio Continente è meno interessante per il mondo. Un po’ come avvenne alla fine dell’Impero romano, quando il fulcro della civiltà divenne  Bisanzio e l’Europa fu spazio aperto alle scorrerie.


Ma questa è un’altra storia. Una storia, appunto, non la Storia, che ieri si è fatta tra Helsinki e, meno simbolicamente, Pechino.


Il compromesso globale


Certo, la Storia si può fermare: accadde con l’omicidio Moro, che pose fine a una prospettiva di compromesso virtuoso tra Oriente e Occidente; come anche per l’analogo tentativo di Gorbacev.


Vedremo come andrà il tentativo Putin-Trump, che si muove appunto nel solco dei precedenti, anche se in altra prospettiva.


La guerra, oggi come allora, è tra il compromesso Oriente-Occidente e lo scontro frontale Est-Ovest, e tra le ragioni della Politica e quelle dagli apparati militari e finanziari.


E però tanti sono i fattori diversi di allora. Allora l’Occidente era prospero e l’Oriente in declino. Oggi è l’inverso.


Non solo: allora l’apparato militar-industriale orientale faceva blocco con l’Occidente, in un’alleanza tacita che gli consegnava un’influenza decisiva sulla Politica.


Oggi l’Impero d’Oriente, con Putin e Xi Jinping, vede il ritorno della Politica al potere. Una Politica che, peraltro, sta investendo nell’apparato militar industriale in maniera massiccia, per adeguarlo alle nuove prospettive globali.


Cosa che crea un nuovo legame tra tale apparato e la Politica, ribaltando i ruoli del passato.


Infine, allora l’Impero d’Occidente non poteva perdere l’Europa. L’America First di Trump può farne relativamente a meno.


Sono solo alcun dei fattori macroscopici che il tempo e la storia ha mutato da quel tragico ’78. Fattori che rendono il compromesso globale meno impervio del passato.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Trump-Zelensky, leggere la realtà di Marco Bonsanto Trump-Zelensky, leggere la realtà

Trump-Zelensky, leggere la realtà

 Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street di Giuseppe Masala  Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia? di Paolo Desogus Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti di Geraldina Colotti Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Area flegrea e il famoso "IT Alert" di Francesco Santoianni Area flegrea e il famoso "IT Alert"

Area flegrea e il famoso "IT Alert"

La deriva di un continente in guerra di Giuseppe Giannini La deriva di un continente in guerra

La deriva di un continente in guerra

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania di Antonio Di Siena Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi di Michelangelo Severgnini Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX" di Giorgio Cremaschi Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti