Tutte le fake news del delegato golpista venezuelano in gita in Italia
Francisco Sucre, il delegato del golpista venezuelano arrivato in Italia parla apertamente di "guerra umanitaria"
Il golpista venezuelano - che a 3 settimane dal colpo di stato ordito dagli Stati Uniti è ancora chiuso in casa - ha mandato in gita in Italia una sua delegazione guidata dal presidente della Commissione esteri di quel Parlamento che dal 2015 è in ribellione contro gli altri poteri costituzionali del paese.
Nell’intervista a Rossana Miranda, giornalista italo-venezuelana su cui già vi avevamo scritto e che propone le sue prestigiose riflessioni, oltre che per il portale Formiche, anche per il giornale dell’ultra-destra venezuelana El Universal, Sucre ammette i piani golpisti. E per questo commenteremo punto per punto le sue dichiarazioni molto significative.
“Tuttavia, per il richiamo ad elezioni libere, c’è bisogno di scegliere un nuovo Consiglio Nazionale Elettorale, affidabile per tutti; abilitare tutti i partiti politici, senza prigionieri politici né politici inabilitati, e garantire l’osservazione internazionale professionale, obiettiva e imparziale.”
Nell’intervista a Formiche, praticamente Sucre ci sta dicendo di essere illegittimo. Il CNE, Consiglio Nazionale elettorale, uno dei 5 poteri costituzionali del Venezuela che soprassiede tutto il sistema elettorale venezuelano, definito dall’Ong dell’ex presidente Carter come il “migliore al mondo”, ha decretato la vittoria delle destre nelle elezioni parlamentari del 2015, così come quella di Nicolas Maduro nelle elezioni presidenziali del maggio 2018, così come in tutte le 23 delle 25 elezioni tenutesi in Venezuela dal 1999.
Fa poi quasi tenerezza il signor Sucre quando arriva a dichiarare:
“Sì, molte, non solo di diplomatici ma anche di militari (attivi e ritirati), e i sondaggi di opinione indicano che il 91,8% della popolazione riconosce come presidente legittimo Juan Guaidó, e tutto perché Maduro e il suo regime non proteggono nessuno.”
Interlaces, agenzia indipendente, proprio ieri ha offerto il sondaggio che mostra come oltre il 57% dei venezuelani ritiene Nicolas Maduro come il legittimo presidente. Da giorni, come testimoniato anche dal giornalista nord-americano Max Blumenthal che oggi ha finalmente rotto il muro della censura, il popolo venezuelano è in mobilitazione permanente contro la guerra, contro il golpe e per difendere la propria Costituzione e il proprio Presidente.
I’m at Simon de Bolívar square in Caracas where Venezuelans are lining up for blocks to sign a declaration denouncing US intervention and imperialism. One man waiting just told me: “Please put in your picture that we’re not invisible and not being paid.” #HandsOffVenezuela pic.twitter.com/zEDyoWkPfq
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) 10 febbraio 2019
People have been waiting for hours at Simon de Bolívar plaza to sign a declaration opposing US intervention and aggression against Venezuela. Lines stretch for blocks. Maybe some other western media is here but I haven’t seen them. #HandsOffVenezuela pic.twitter.com/9pM9JVKnve
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) 10 febbraio 2019
The Venezuelan opposition and western corporate media want to frame a portrait of Maduro and the army against “the people.” That’s absolutely not what I saw today, where thousands were lining up for blocks all day to sign an open letter to Americans opposing US intervention. pic.twitter.com/4VlC3wxwT6
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) 10 febbraio 2019
Immagini chiaramente censurate su tutti quei poveri media impegnati, per l'ennesima volta, a tirare la volata ai crimini occidentali. La domanda poi tragicomica da fare al povero Sucre sarebbe: “ma scusi, con il 92% dei consensi nel popolo, perché il golpista non è nel palazzo presidenziale e perché non controllate i ministeri, l’esercito e le autorità tutte?”
Non sarà certo Miranda a farla... e quindi andiamo avanti.
Per il diritto internazionale, è noto, come il riconoscimento sia un atto puramente politico e per il diritto internazionale consuetudinario - codificato dall’art 1 e 2 della Carta delle Nazioni Unite - è noto come siano norme di ius cogens, cioè di grado superiore, il rispetto della sovranità di un paese e la non ingerenza negli affari interni delle altre nazioni. Riscrivendo tutto il diritto internazionale, quindi, Sucre dichiara in modo imbarazzato e imbarazzante:
“Dal punto di vista del diritto, specificamente degli obblighi, queste si basano sul diritto romano con l’idea del “pater familias” (buon padre di famiglia).
Il “buon padre di famiglia” e tutto il diritto internazionale si spegne in una frase grazie a Sucre. Il “buon padre” di famiglia – ma questo il delegato del golpista in Italia lo sottintende solo e Miranda non può scriverlo – chiaramente sarebbe Trump e le sue bombe.
Nel proseguo dell’intervista Sucre parla poi di “emergenza umanitaria”.
“Emergenza umanitaria complessa; risultato delle azioni di un regime fuorilegge come quello di Maduro che ha agito come un cattivo padre di famiglia, per non compiere con la responsabilità di proteggere i diritti umani della popolazione.”
La crisi in Venezuela è il prodotto di un decennio di criminale embargo chiesto e richiesto dalle destre agli Stati Uniti e all’Unione Europea con l’obiettivo esplicito di arrivare al colpo di stato attuale e poterlo giustificare. Non lo diciamo noi, è quello che lettera per lettera dichiara senza pudore l’ex ambasciatore nordamericano in Venezuela William Rivington:
Sui costi delle sanzioni criminali contro l’economia in Venezuela, l’istituto Celag nel suo ultimo rapporto ha quantificato in 350 miliardi le perdite complessive. 350 MILIARDI. Si tratta di un massacro, una guerra economica devastante che il relatore per le Nazioni Unite De Zayas definisce “omicidio premeditato”. Ecco in questo omicidio premeditato l’estrema destra golpista che Sucre rappresenta in Italia è complice consapevole. “La crisi umanitaria è una iperbole. Naturalmente c'è scarsità di beni, ma la causa è come ho spiegato nello sforzo congiunto di Stati Uniti, Canada e Unione Europea per causare il caos in Venezuela, con l'obiettivo di far cadere il governo. Il livello machiavellico di cinismo è senza pari. Inoltre, il termine "crisi umanitaria" è solo parte di quello che intendono veramente e cioè "intervento umanitario" o meglio ancora "intervento militare per imporre un regime change", sostiene De Zayas.
Ma andiamo avanti: e riprendiamo l’ultima frase del passaggio precedente di Sucre che è la più significativa di tutta l’intervista perché smaschera i suoi piani e per questo parlavamo di ammissione ad inizio dell'articolo.
“per non compiere con la responsabilità di proteggere i diritti umani della popolazione.”
Da legare con l’ultima risposta:
“E’ la società internazionale a dovere, in maniera collettiva, attendere e proteggere una popolazione vulnerabile attraverso gli aiuti umanitari.”
Qui c’è tutta la strategia golpista in atto. La “responsabilità di proteggere” è la criminale e illegale dottrina che, contro il diritto internazionale e contro la Carta delle Nazioni Unite, ha voluto trovare un pretesto di giustificazione ai massacri contro quei paesi che non si sono piegati ai diktat degli Stati Uniti: Jugoslavia, Somalia, Iraq, Afghanistan, Siria, Libia… con i milioni di morti e profughi che oggi piangiamo. La giustificazione è la “responsabilità di proteggere” e Sucre non ha neanche la decenza di nascondere le sue intenzioni contro il suo paese.
E la verità Sucre finalmente la dice nel finale:
“La rotta è chiara. L’idea è aumentare la pressione internazionale “
Si perché il colpo di stato del 23 gennaio senza nessuna base di consenso politico e senza sollevazione delle forze armate è fallito miseramente. E quindi non resta che la “pressione internazionale”. Da ultimo l’intelligence venezuelana ha sventato un tentativo di presa violenta del Palazzo Presidenzialie previsto per il 30 gennaio e il 2 febbraio. Del resto, questo e solo questo è il piano dei golpisti, semplicemente perché è il piano degli Stati Uniti contro il Venezuela. Dal golpe dell’aprile del 2002 ad oggi nulla è cambiato.
Il dialogo come ammette proprio Sucre nell’intervista non gli interessa, se fosse interessato alla destra venezuelana, del resto, dopo un anno di negoziazione a Santo Domingo avrebbero dato seguito alla LORO richiesta, avanzata per tutto il 2017 mentre organizzavano il terrorismo nelle strade noto come Guarimbas, di “elezioni anticipate”. Non si sono presentati alle elezioni presidenziali e hanno rotto l’accordo ormai raggiunto a Santo Domingo dopo una telefonata dell'allora segretario di Stato Usa Tillerson dalla Colombia, semplicemente perché chi li guida a Washington vuole appropriarsi direttamente delle risorse del paese. E per farlo ha bisogno di distruggere la Costituzione del paese, non mediare o dialogare.
Dichiara sempre De Zayas che come relatore Onu ha avuto incontri con rappresentati dell'Assemblea Nazionale, della Camera di commercio, con il corpo diplomatico, gruppi dell'opposizione, organizzazioni non governative, leader della chiesa, studenti e professori delle Università: “Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha fatto un appello similare di mediazione e ha offerto i suoi buoni uffici. Ma l'opposizione venezuelana rifiuta il dialogo, perché vogliono prendere il potere attraverso un colpo di stato. La storia dell'America Latina è piena di golpe di destra e nulla è più antidemocratico e corrosivo dello stato di diritto di un colpo di stato.”
Chi oggi dopo Jugoslavia, Somalia, Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, Ucraina fa finta di non vedere cosa sta accadendo in Venezuela è in malafede e asservito a quei poteri che hanno sulla coscienza milioni di morti e miliardi di dollari di profitti per le industrie delle armi. Alternative non ci sono. Chi dal Pd alla Lega, da Fratelli d’Italia a Più Europa sta tirando la volata alla prossima “guerra umanitaria”, che come vedete i golpisti venezuelani non nascondano essere l'obiettivo, si conferma il servitore fedele di interessi criminali.
La Redazione