Ucraina: il fronte si sta sfaldando. Ci avviciniamo alla fine della guerra?
di Francesco Corrado
La situazione in Ucraina, sempre più drammatica, sembra vicina ad una svolta. L'esercito è stremato e ridotto ai minimi termini, mentre i russi avanzano su quasi tutto il fronte. L'accelerazione delle operazioni, che già durante questa estate era più intensa rispetto all'anno scorso, è dovuta alla reazione russa causata dall'operazione militare ucraina nella zona di Kursk.
Vista la confusione su quanto sta accadendo, cerchiamo di fare chiarezza. Gli ucraini sono entrati in territorio russo prendendo alla sprovvista le difese russe. Sono entrati per qualche km in una zona boschiva con pochissimi villaggi ma vicino alla centrale nucleare ed al deposito di armi atomiche dell'esercito russo, che però erano difese e non sono state prese. Per fare questa operazione gli ucraini hanno utilizzato 16 brigate prese dalle altre zone del fronte, quindi indebolendo un fronte già in difficoltà, per usare un eufemismo. I russi hanno bombardato le linee di rifornimento, i posti di comando e sostanzialmente hanno intrappolato i soldati ucraini che stanno cercando di avanzare ancora. I russi hanno chiuso le direzioni ovest ed est consentendo agli ucraini di avanzare verso nord allungando le linee di rifornimento e avanzando a costo di enormi perdite.
La mossa di attaccare Kursk è di fatto un mistero strategico: perché? Ci sono varie ipotesi ma le uniche due davvero credibili sono le seguenti: la prima è che l'azione fosse pensata per prendere la centrale atomica di Kursk ma soprattutto il deposito di armi atomiche. Allora avrebbe avuto senso indebolire un fronte che già rischiava di collassare: una centrale atomica e qualche decina di armi atomiche avrebbero potuto essere usate come merce di scambio diplomatico. Si sarebbe trattato quindi di una mossa disperata per evitare ciò che gli analisti militari (assenti nelle TV e carta stampata italica) dicono da un po': che non solo il fronte starebbe per collassare, ma che l'Ucraina stessa starebbe per collassare come entità statuale. Le dimissioni nelle file del governo avvenute negli ultimi giorni potrebbero esserne una spia.
La seconda ipotesi è che gli ucraini abbiano attaccato sperando che, per reagire all'invasione del proprio territorio, i russi spostassero delle truppe dal fronte alleggerendo la pressione cui sono sottoposti i soldati ucraini nel Donbass. In entrambi i casi l'operazione è stata un fallimento.
L'azione di Kursk infatti ha prodotto un solo risultato: umiliare i russi. Questo sì. Sempre se è vero che siano stati presi alla sprovvista. Comunque le truppe attaccanti sono intrappolate e non solo la centrale ed il deposito di armi di Kursk non sono stati presi, ma i russi non hanno nemmeno mosso le truppe dal fronte. Per reagire all'attacco ucraino infatti hanno richiamato altri contingenti non impegnati nella attuali operazioni in Donbass.
Attualmente i russi stanno avanzando un po' su tutto il fronte e lo stanno facendo ad un ritmo sempre più accelerato. Già questa accelerazione era iniziata a metà estate ma con l'attacco a Kursk i russi hanno deciso di accelerare ulteriormente. La riprova di ciò sono le evacuazioni dei civili in atto in molte città: Pokrovsk e Toretsk in testa ma i russi stanno avanzando anche a Chasiv Yar, Luhansk e Karkhov.
In questi giorni i russi hanno montato un'autentica escalation del conflitto. Hanno iniziato a bombardare obiettivi militari che si sono rivelati essere di importanza strategica fondamentale per l'esercito ucraino e a farlo in tutto il paese. Per esempio il bombardamento dei convogli di aiuti militari provenienti via treno dalla Polonia a Lviv. Macroscopico poi ciò che è accaduto a Poltava dove i russi hanno centrato una scuola militare (guerra elettronica, addestramento per gli aerei spia) piena di personale NATO in un momento in cui le attività fervevano: accertata la morte di minimo 600 militari ucraini, cechi, svedesi e non solo. In Ucraina la faccenda è stata vissuta come un'autentica sciagura con accuse da parte di parlamentari e giornalisti al governo per aver pubblicizzato in pompa magna la creazione della scuola, cosa che avrebbe aiutato i russi nella sua distruzione. Accuse non del tutto centrate dato che, viste le dimensioni della scuola (definita la Westpoint ucraina) difficilmente avrebbe potuto essere tenuta segreta. Le lamentele dei negozianti, che non potevano accedere ai propri negozi perché la loro attività commerciale si era ritrovata ad essere all'interno di un'installazione militare, erano sui social da almeno un mese. Di fatto questa è stata una vera mazzata per l'Ucraina. Almeno nella situazione attuale.
Attualmente i problemi dell'esercito ucraino di cui si parla apertamente, e lo fanno i militari stessi sulle loro pagine social come lo fanno giornalisti apertamente filoucraini, quindi niente che provenga da Russia e roba simile, sono i seguenti: partiamo dalla scarsezza di personale. Pochi sono i soldati arruolati e questi servono alla svelta sul campo, quindi ricevono un addestramento di 4 settimane a volte due. Ricordiamo che l'addestramento base è di 13 settimane dopo di che non si sa ancora combattere in quanto bisognerebbe ricevere un addestramento ulteriore in base al ruolo: artiglieria, comunicazioni eccetera. I nuovi militari ucraini vanno al fronte praticamente senza nemmeno l'addestramento base. La cosa si vede e non solo si vede nelle truppe ma anche tra gli ufficiali: la stragrande maggioranze di quelli bravi ed esperti (in stato di guerra dal 2014) è morta e i nuovi arrivati non sono affatto preparati. Questa scarsezza comporta che le rotazioni dei soldati al fronte saltino di continuo ed i soldati siano in buona parte stanchi. Ricordiamo al lettore che in condizioni normali le rotazioni andrebbero fatte ogni settimana, in casi più difficili (inverno rigido) ogni due o tre giorni.
Altro problema gravissimo e basilare è la scarsezza di armi e munizioni. Colpa dell'occidente collettivo che prima ha scagliato l'Ucraina contro la Russia dietro mirabolanti promesse di armi "fine di mondo" ed ora non riesce a stare, con la propria produzione, dietro al consumo in battaglia e gli ucraini ne stanno pagando il prezzo.
Ovviamente poi ci sono le cose che sappiamo da due anni: la Russia domina lo spazio aereo e se pure ora sono arrivati ben quattro F16, di cui uno abbattuto e gli altri 3 ancora mai usati, questi non cambieranno la situazione nemmeno di un millimetro. Quando verranno usati, se mai lo saranno, verranno abbattuti anche essi.
Potremmo continuare con altre questioni ma riteniamo che il punto sia chiaro ed usiamo le parole di Emil Kastehelmi, un amico dell'Ucraina, per evitare, in questo delirio intellettuale chiamato giornalismo mainstream, di passare per putiniani: "Detto semplicemente: gli ucraini non sembrano avere il pieno controllo della situazione. Le fonti ucraine parlano di molti problemi che agiscono simultaneamente: scarsezza di uomini e munizioni, problemi di coordinamento, rotazioni non effettuate, pessima leadership e altri".
Bene, questi problemi si risolvono con anni di lavoro, sempre se si è in pace e si può lavorare con calma. Risolvere questi problemi in guerra è molto più complicato, se poi la guerra è sul tuo territorio la cosa è ancora più difficile, se poi il nemico può vedere tutto ciò che fai e bombardare ogni angolo del tuo paese (vedi Poltava e Lviv) allora siamo nel campo dell'impossibilità.
Potrebbe mancare poco allo sfaldamento delle forze armate ucraine, questa è l'unica verità che abbiamo davanti. I paesi UE, che hanno investito tutto sulla guerra alla Russia potrebbero decidere di entrare sul serio e al 100% nel conflitto cioè coi propri eserciti, anche a rischio di rendersi ridicoli data la condizione in cui versano gli eserciti europei. Ma se ciò non si verifica in tempi rapidi l'Ucraina, militarmente, ha le settimane contate.