Un nuovo 8 Settembre?

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Un nuovo 8 Settembre?

 

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

 

L'Antefatto

 

Il 2 Febbraio 1992 il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga sciolse le camere, indì nuove elezioni e incaricò il Governo Andreotti di disbrigare gli affari correnti come da prassi costituzionale. Il 7 Febbraio 1992, in Olanda, il Ministro degli Esteri Gianni De Michelis e il Ministro del Tesoro Guido Carli firmarono a nome dell'Italia il Trattato di Maastricht che sanciva il percorso per creare l'unione monetaria attraverso una convergenza macroeconomica fondata sull'austerity e sul principio del "meno stato più mercato" tra i paesi dell'Unione Europea. Può essere considerato questo atto un disbrigo degli affari correnti da parte di un governo senza maggioranza e a camere sciolte? Direi di no! Come chiamare questo atto? Con una semplice parola, Colpo di Stato. Perchè Andreotti e Cossiga fecero tutto questo? Probabilmente sotto il ricatto di forze potentissime che volevano dare un colpo di spugna alla Costituzione e alla Prima Repubblica per entrare nel mondo post guerra fredda. Che tipo di ricatto subirono Cossiga e Andreotti (ma probabilmente anche Craxi era quantomeno informato)? Probabilmente le forze potentissime avevano promesso un lasciapassare giudiziario per quello che sarebbe accaduto tra poco: l'inchiesta mani pulite che spazzò via la Prima Repubblica (con il giubilo dei ragazzini dell'epoca tra i quali il sottoscritto, senza capire che la pietanza dell'operazione eravamo noi).

Tutto inutile, il 17 Febbraio 1992, appena 10 giorni dopo la sottoscrizione del Trattato di Maastricht, i fanatici della procura di Milano furono scatenati: iniziò l'operazione Mani Pulite e con essa la demolizione della Prima Repubblica e dei principi basilari della Costituzione.

I democristiani erano ossi durissimi, un partito-stato, e certamente non bastava una inchiesta della Procura di Milano per abbatterli. Ma a completare l'opera arrivarono le cosiddette stragi politico mafiose, a partire della strage di Capaci. La Prima Repubblica fu abbattuta anche grazie ad un sapiente uso dei pentiti a comando. Anni dopo, scoprimmo che i buoni, quelli che ci volevano regalare l'Europa e soprattutto mettere le mani nell'immenso patrimonio dello stato italiano, trescavano con i mafiosi: fu lo stesso ministro di Grazia e Giustizia dell'epoca, Giovanni Conso ad assumersi (direi eroicamente, da eroe sofocleo, va detto) la piena responsabilità della trattativa con la Mafia. Chiaro che la sua assunzione di responsabilità aveva lo scopo di salvare le istituzioni e chi stava sopra di lui: l'allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi e l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Così la penso io, solo un tordo può credere che si faccia una trattativa tra Stato e Mafia senza che i vertici dello stato ne siano informati e abbiano dato autorizzazione. Poi se voi ci volete credere, fate pure.

Risultato. entrammo nella Seconda Repubblica: assistemmo a privatizzazioni che ora possono essere definite delinquenziali, una svendita a prezzo vile agli amici. Ma noi eravamo accecati dal sogno, l'Italia non ci bastava, volevamo l'Europa. E l'Europa avemmo, al prezzo di sacrifici immani.

 

Il Fatto

Una volta entrati in Europa - lo abbiamo detto tante volte - il nostro sistema produttivo fu spappolato e quel che ne rimase diventò un segmento delle enormi global chain value con le quali l'Europa dava l'assalto ai mercati mondiali. La Germania e i suoi vassalli nord europei, va detto, ebbero una posizione di preminenza. La battaglia per la conquista dei mercati fu vinta: i paesi nord europei accumularono ricchezze sconfinate a danno soprattutto degli USA. Il piano della Merkel, va detto, fu ben congegnato: dove oltre alle global chain value, aveva un ruolo fondamentale le forniture di materie prime a prezzi stracciati dalla Russia.

 

L'attualità

Nulla dura per sempre, questo vale soprattutto quando le ricchezze accumulate sono protette da chi è stato spennato come un pollo nel nome del libero mercato e della concorrenza, ovvero gli Stati Uniti d'America che dal 2011 iniziarono a scalciare chiedendo prima la firma del Trattato Transatlantico per gli investimenti e il commercio. Poi iniziarono ad usare le maniere forti facendo scoppiare il dieselgate contro le auto tedesche che gli invadevano il mercato interno. Poi iniziarono a chiedere apertamente la fine dell'import europeo di energia dalla Russia a prezzi bassi. Poi con Trump chiesero il pagamento di quote adeguate per la difesa europea che non doveva più essere a carico di Washington. Infine arrivò Biden che fece scoppiare la guerra in Ucraina manovrando i pupazzi di Kiev con il risultato di imporre sanzioni rovinose formalmente contro la Russia ma sostanzialmente contro l'Europa.

Ora la guerra è persa. Gli americani guidati da Trump possono trattare da pari a pari con i vincitori, i russi. Noi siamo i reietti, gli sconfitti e quelli chiamati a pagare i danni di guerra: l'Ucraina rasa al suolo dovrà entrare in Europa e la ricostruzione sarà ovviamente a carico dei paesi europei. Inoltre non potremo prendere nulla, perchè quel poco di buono rimasto sarà incamerato dagli americani (che vogliono ridurre l'Ucraina ad una immensa cava a cielo aperto per l'estrazione di terre rare) e dai russi. Inoltre non saremo più difesi a spese degli americani e inoltre tra un po' subiremo i dazi di Washington per bloccare le nostre esportazioni per l'oltreatlantico. Soprattutto, gli americani ci disconoscono e ci considerano anche culturalmente arretrati: si ascolti a tale proposito il discorso di Vance alla conferenza di Monaco.

Un disastro immane per l'Europa, che sarà marginalizzata e impoverita a livelli inimmaginabili. Che fare? Dobbiamo uscire dall'Europa e guardare al Mediterraneo. Non dobbiamo manco voltarci indietro. In caso contrario, non posso neanche escludere che il riarmo che gli europei vogliono fare (a danno dei brandelli di welfare rimasti) servirà ad ucrainizzare l'Europa, ovvero a farne una piattaforma russofobica in attesa di essere lanciata contro Mosca.

 

PS Va da se, che la classe dirigente italiana va totalmente rottamata...non prima del sequestro di tutti i loro asset. Siamo ad un nuovo 8 Settembre.

 

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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