Venezuela. 600 artisti, attivisti e accademici esprimono sostegno a Maduro
La rete di intellettuali, artisti e movimenti sociali in difesa dell'umanità ha pubblicato una dichiarazione dove chiede il rispetto della sovranità del Venezuela e della sua popolazione. Rigettando inoltre i continui tentativi degli Stati Uniti e dei governi di destra di delegettimare le elezioni del maggio 2018 in Venezuela, in cui Nicolas Maduro fu eletto per un secondo mandato alla presidenza del paese.
La dichiarazione è stata firmata da circa 600 intellettuali, accademici, artisti, rappresentanti di organizzazioni religiose, legislatori, ambasciatori, avvocati, attivisti e persone amanti della pace di tutto il mondo.
La dichiarazione sostiene la legittimità delle elezioni e della presidenza di Maduro, che entrerà in carica il 10 gennaio 2019.
"Le elezioni si sono svolte in un clima di pace e tranquillità con la partecipazione del 46,02% del totale degli elettori, una cifra molto simile a quella registrata nelle elezioni americane", si legge nella dichiarazione. "Il risultato elettorale e la risposta democratica del popolo venezuelano dimostrano la loro determinazione a continuare un percorso di costruzione indipendente e democratica del loro destino".
Le amministrazioni degli Stati Uniti negli ultimi cinque anni hanno implementato tattiche per rovesciare il governo democraticamente eletto, circostanza che viola la sovranità del Venezuela e della sua popolazione.
"Nel marzo del 2015, sotto il decreto esecutivo, il governo degli Stati Uniti ha definito il Venezuela come una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti ", dichiarando un'emergenza nazionale per affrontare questa minaccia". Un altro ordine esecutivo nell'agosto 2017 ha richiesto al Dipartimento del Tesoro di applicare sanzioni "irreversibili" contro l'economia e il sistema finanziario venezuelano, una serie di misure coercitive unilaterali, inaccettabili nel diritto internazionale", viene spiegato nella dichiarazione.
"Con questi quadri legali, l'assedio economico è stato attivato contro i piani di ripresa dell'economia venezuelana, che è stata condizionata dalla caduta dei prezzi del petrolio a partire dall'estate 2014”.
Gli Stati Uniti usano anche i media per creare un'opinione negativa sul Venezuela. Descrivendo una "crisi umanitaria" che permetterà agli Stati Uniti di optare per un intervento militare nel paese sotto la maschera di "aiuti umanitari".
La dichiarazione si conclude affermando: "... chiediamo al popolo degli Stati Uniti e alla comunità internazionale di non intervenire e di riconoscere e rispettare la volontà sovrana del popolo venezuelano, che continua a tracciare il proprio percorso di pace, guidato dal diritto inalienabile alla libera autodeterminazione e indipendenza".