Venezuela e Cina condannano le nuove sanzioni statunitensi come "arbitrarie e illegali"
Caracas denuncia violazioni del diritto internazionale, Pechino avverte: "Guerre commerciali non hanno vincitori"
Il governo venezuelano ha definito "arbitraria, illegale e disperata" la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi del 25% sui paesi che commerciano con gli idrocarburi venezuelani, annunciata dall’amministrazione del presidente Donald Trump. In un comunicato diffuso dal ministro degli Esteri Yván Gil, Caracas ha respinto "in modo fermo e categorico" la misura, sostenendo che essa "conferma il fallimento delle sanzioni" imposte da Washington nell’ultimo decennio.
Il testo accusa inoltre l’opposizione di estrema destra venezuelana di aver promosso queste coercizioni "nell’illusione di piegare il paese", nonostante l’inefficacia dimostrata nel provocare un cambio di regime. "Hanno fallito perché il Venezuela è una nazione sovrana, perché il suo popolo ha resistito con dignità e perché il mondo non si sottomette più a dittature economiche", si legge nel documento.
Le autorità venezuelane hanno denunciato la violazione delle norme del commercio internazionale, in particolare il principio di non discriminazione tra partner commerciali e il divieto di barriere commerciali occulte. "Il Venezuela agirà presso gli organismi internazionali per difendere i suoi diritti e denunciare questa aggressione all’ordine economico globale", annuncia il governo bolivariano.
La posizione della Cina e le ripercussioni economiche
Anche la Cina ha espresso forte opposizione alle nuove sanzioni, definendole un abuso di "giurisdizione extraterritoriale" e un’ingerenza negli affari interni di altri paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha ribadito il rifiuto di Pechino verso queste misure, esortando gli USA a revocare tutte le sanzioni unilaterali e a favorire lo sviluppo pacifico del Venezuela.
Guo ha sottolineato che le guerre commerciali non hanno vincitori e che i dazi danneggeranno imprese e consumatori statunitensi. La Cina, uno dei principali partner commerciali del Venezuela, nel 2024 ha importato 1,4 milioni di tonnellate metriche di petrolio venezuelano, collocandosi come dodicesimo maggior fornitore di greggio del gigante asiatico.
#FMsays Foreign Ministry spokesman Guo Jiakun has stated that China is resolutely opposed to Washington's fresh threat of tariffs for countries that buy oil or gas from Venezuela and urged the US "to stop interfering in Venezuela's internal affairs" and to "abolish the illegal… pic.twitter.com/NQZEmsrGDY
— China Daily (@ChinaDaily) March 25, 2025
Trump ha giustificato i dazi citando una presunta "ostilità" del Venezuela, accusandolo di aver "inviato clandestinamente migliaia di criminali violenti" negli USA, affermazioni respinte da Caracas come infondate. Intanto, l’Ufficio per il Controllo degli Attivi Esteri (OFAC) ha prorogato fino al 27 maggio la licenza alla Chevron per operare in Venezuela, consentendole un "ritiro graduale" dalle attività autorizzate nel 2022.
Mentre Washington intensifica la pressione, Venezuela e Cina ribadiscono la loro collaborazione e la resistenza a quella che evidentemente si è rivelata come una strategia fallita di coercizione economica.