Villa Paradiso e la vergognosa russofobia del Comune di Bologna

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Villa Paradiso e la vergognosa russofobia del Comune di Bologna


di Leonardo Sinigaglia

Il consiglio comunale di Bologna, guidato dal membro del Partito Democratico Matteo Lepore, ha deliberato la rimozione di “Villa Paradiso” dall’elenco delle Case di Quartiere della città. La struttura ospita da cinque anni un centro sociale culturale che si trova quindi fattivamente “sfrattato”. Quella che potrebbe sembrare una semplice decisione amministrativa è in realtà squisitamente politica, perché il centro sociale di Villa Paradiso ha la grave “colpa” di  aver provocato più di un grattacapo ai dirigenti piddini del comune, organizzando, oltre a numerose iniziative sociali, eventi culturali volti a infrangere la cupola di propaganda e mistificazione della realtà costruita dalla macchina mediatica della NATO, dando spazio a temi come il genocidio in corso in Palestina, il ricordo dei partigiani sovietici nella Resistenza italiana, le cause e la realtà del conflitto in corso in Donbass e Ucraina.

L’azione “non-allineata” del centro sociale aveva già portato a diversi episodi di censura, con l’ordine dato da Lepore di desistere dall’organizzare conferenze e proiezioni di documentari, pena la revoca della concessione della struttura. Mancando i presupposti per poter procedere in questo senso, essendosi i gestori sempre adeguati alle liberticidi direttive, il sindaco ha pensato di risolvere la questione alla radice, “chiudendo” la casa di quartiere. Così facendo Bologna si qualifica a tutti gli effetti come “capitale italiana della censura”.

Incontenibile la gioia della fanatica atlantista Pina Picierno, vicepresidente del cosiddetto “Parlamento europeo”, che sul suo profilo X scrive: “Molto bene la decisione del @comunebologna che revoca la convenzione con l’associazione filorussa che gestiva Villa Paradiso; Villa Paradiso sarà destinata al welfare e al benessere dei cittadini e non più alla diffusione di disinformazione di stampo putiniano; La consapevolezza delle istituzioni locali che la disinformazione del regime putiniano è un problema di sicurezza nazionale cresce giorno dopo giorno e continueremo ad essere vigili e attenti, ognuno per la propria parte di responsabilità. Intanto grazie al Sindaco di Bologna Matteo Lepore per questa importante iniziativa[1].

Quello che Lepore e la sua ghenga piddina ammettono solo a denti stretti è orgogliosamente sbandierato dalla Picierno: una struttura è stata sottratta all’uso pubblico unicamente per le opinioni politiche dei suoi gestori, che rifiutano di essere arruolati nella guerra della NATO contro la Russia sottomettendosi a narrazioni tossiche frutto di vere e proprie operazioni psicologiche e propagandiste.

Il vergognoso atto del Comune di Bologna è la “degna” conclusione di più di un anno di campagna censoria e persecutoria volta disperatamente a combattere l’oggettiva tendenza che porta gli italiani sempre più lontani dalle bugie della NATO e li spinge a cercare punti di vista alternativi. Non si tratta di un caso isolato: solo in questa settimana ben due strutture comunali, a Tortona e Arezzo, sono state negate per motivi politici a chi voleva organizzare la proiezioni di documentari prodotti da Russia Today. L’ambasciata di Kiev in Italia è scesa direttamente in campo per cercare invece di impedire la proiezione di un documentario a Resana, in provincia di Treviso. In questo caso si tratta del documentario  “I bambini del Donbass”, che getta luce su coloro che, dal 2014 ad oggi, nella loro vita non hanno conosciuto altro che la guerra e le bombe sganciate dalle milizie del regime di Kiev.

E’ chiaramente in atto una campagna a livello nazionale dalla chiara matrice euro-atlantica che mira a combattere la libertà d’informazione ed esercitare una censura politica preventiva su qualsiasi iniziativa culturale. Questa campagna, nonostante gli sforzi degli agenti del potere imperialista, dal “Parlamento europeo” ai consigli comunali, è destinata a fallire, non solo per il declino dell’egemonia statunitense, ma per la tenace resistenza di chi in Italia continua ad opporsi all’esistenza di una narrazione a senso unico, di un monopolio informativo atlantista che avvelena le coscienze della nostra popolazione.

[1] https://x.com/pinapic/status/1877811615518560272?t=TNq8bgpIuqkskcy3o-DNrQ&s=19

Leonardo Sinigaglia

Leonardo Sinigaglia

Nato a Genova il 24 maggio 1999, si è laureato in Storia all'università della stessa città nel 2022. Militante politico, ha partecipato e collaborato a numerose iniziative sia a livello cittadino che nazionale.

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