Zaki e i cantori della democrazia occidentale
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di Antonio Di Siena
La storia di Zaky che non viene più invitato in trasmissione da Fabiofazio perché filo-palestinese potrebbe insegnare moltissimo ai nostri impavidi paladini della democrazia occidentale.
Un regime (vero o presunto) infatti non è tale soltanto se impedisce le elezioni e incarcera i dissidenti. In questo caso parliamo solo di un sistema più pragmatico e molto meno furbo.
Decisamente più subdolo, invece, è mantenere in piedi l’intera impalcatura formale, il teatrino democratico, ma impedendo sistematicamente che qualunque opinione non conforme - e pertanto pericolosa - possa avere una risonanza mediatica anche minima, rischiando di influenzare l’opinione pubblica in senso contrario rispetto al pensiero dominante. E così, in un processo estremamente pervasivo che tende a plasmare il pensiero, si crea un popolo che, attraverso il voto, altro non fa che validare ex post e in modo para plebiscitario un sistema che perpetua l’interesse di pochi ricchi in danno dei molti poveri.
Ma i nostri cantori della democrazia sono troppo stupidi per capirlo. O, molto più semplicemente, sono soltanto gli utili idioti del potere. E contro l’idiozia non c’è davvero niente da fare.