“L’Unione europea ha coperto i crimini commessi nella Repubblica democratica del Congo”

L'intervista esclusiva al giornalista francese Charles Onana

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“L’Unione europea ha coperto i crimini commessi nella Repubblica democratica del Congo”

La Seconda Parte dell'Intervista a Charles Onana
(Per consultare la prima: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6527

di J. Kazadi Mpiana

- La versione del genocidio è stata quindi scritta dai vincitori o dai presunti tali?
 
Dal 1994 è stata validata la menzogna che i tutsi ruandesi erano vittime del genocidio da parte degli hutu. La realtà è che si è trattato nel 1994 di un colpo di stato con l’attentato al Presidente Habyarimana, a seguito del quale crimini e massacri sono stati commessi da ambedue le parti: tutsi e hutu, benché in proporzioni diverse. L’ho spiegato meglio in Les secrets du génocide rwandais.  
Non è un caso che il Tribunale Internazionale per il Ruanda sia considerata da più parti come una giustizia dei vincitori sui vinti. Facendo lo sforzo di dissociare la morte del Presidente Habyarimana dagli eventi del genocidio si finisce per presentare la storia in modo distorto, fino a legittimare l’intervento del Ruanda nella RDC per, secondo la versione ufficiale ruandese, dare la caccia ai responsabili del genocidio che si sono rifugiati in Congo dal 1994! 
Quest’alibi della presenza del Ruanda non regge ma viene sostenuto da alcuni ambienti occidentali. A titolo indicativo, l’attuale Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, all’epoca ministro del governo britannico per le questioni legate alla cooperazione allo sviluppo, avrebbe rilasciato una dichiarazione in cui affermava che se fosse stata tutsi, avrebbe sostenuto la politica del regime di Kagame della caccia agli autori del genocidio in Congo. Questa politica non trova nessun fondamento credibile nel diritto internazionale anche se si tende a giustificarla con l’esercizio della legittima difesa o della difesa preventiva. 
Il regime ruandese, grazie a lobby pro tutsi molto attive in Europa, è riuscito a presentare una versione unica del genocidio (crimini commessi dagli hutu sui tutsi) che ha convinto l’Europa a qualificare come negazionista ogni tentativo di rimettere in discussione la versione ufficiale. Tutti coloro che cercano anche sul piano interno di presentare un’altra versione vengono perseguitati o incarcerati. L’impressione è che la storia del genocidio sia stata veramente scritta dai vincitori. Molti studiosi specialisti della regione dei Grandi Laghi si lasciano influenzare dalla versione ufficiale e i loro libri mancano di oggettività scientifica nell’analizzare e commentare i fatti.
Vorrei essere chiaro per evitare ogni fraintendimento. Che il Ruanda abbia diritto di vivere in sicurezza è una cosa normale.  Che i responsabili del genocidio siano ricercati e portati dinanzi alle giurisdizioni competenti è una conseguenza ragionevole. Ma si smetta di invocare tutte le volte l’alibi della caccia agli autori del genocidio per calpestare in Ruanda la libertà di espressione, le libertà politiche e di giustificare nella RDC la presenza delle truppe ruandesi. Questa presenza è motivata da due fattori essenziali: lo sfruttamento delle numerose ricchezze naturali ubicate nelle province congolesi confinanti con il Ruanda (Kivu) e il perseguimento, da parte di Kigali, di una influenza politica e strategica nella RDC. Il regime del Ruanda agisce secondo questo disegno con l’appoggio delle potenze occidentali e di alcune multinazionali, anche se ultimamente l’appoggio sembra un po’ vacillare. L'ho spiegato in Ces tueurs tutsi. Au coeur de la tragédie congolaise.
 
- Qual è, in questo contesto, la responsabilità più grave che riscontra nell'operato dell’UE ?
 
L’UE è il primo sostenitore di progetti di sviluppo nella regione dei Grandi Laghi e investe ingenti somme di denaro senza che il Parlamento europeo sia coinvolto nella presa di decisioni e conosca veramente le finalità di un contributo così rilevante. La regione dei Grandi Laghi rimane molto insicura con governi legittimati dall’uso della forza. L’UE ha finanziato le elezioni in alcuni Stati come il Ruanda, la RDC, ma la democrazia tarda a trovarvi spazio.  
Nonostante i vari appelli dei difensori dei diritti umani affinché l’UE riconsideri il suo aiuto a questa parte dell’Africa in modo da renderlo più efficace per le popolazioni, le autorità dell’UE sono inamovibili nel sostenere questi paesi, non per rispetto dei principi della democrazia, dello stato di diritto, delle libere elezioni, della pace, ma per seguire la politica estera di Stati Uniti e  Gran Bretagna nella regione dei Grandi laghi. È deplorevole che le ricchezze della RDC vengano sfruttate in tutta impunità dal Ruanda e dai gruppi armati che Kigali sostiene per il semplice motivo che gode ancora del sostegno assai significativo del mondo anglosassone. Da sottolineare, per inciso, che prima dell’ascesa al potere dell’attuale regime di Kagame, il francese era la lingua ufficiale del Ruanda, ora è l’inglese ovviamente accanto al kinyarwanda! 
Come spiegare la cecità dell’UE di fronte alle tragedie congolesi, dove, nello spazio di pochi anni sono morti più di 5 milioni di congolesi senza che l’UE sostenga la proposta dell’istituzione di un tribunale internazionale per il Congo o esiga l’istituzione di una commissione internazionale d’inchiesta? Le vittime della guerra nella RDC non hanno diritto alla riparazione, alla giustizia come si è fatto in tanti casi analoghi come in Sierra Leone, nello stesso Ruanda, nell’ex Jugoslavia ? Qualcuno dirà che c’è la Corte penale internazionale (CPI). Ma i crimini che sono stati documentati dal Progetto del Rapporto “Mapping” prendono in considerazione il periodo tra il 1993-2003. Che dire del periodo post 2003 in cui alcuni gruppi armati e forze regolari della RDC avrebbero commesso gravi crimini internazionali ? 
L’operato della CPI nella RDC è tutt’ora focalizzato sugli eventi del 2002 e 2003 (dato che non può indagare sui fatti anteriori al 1/7/2002) contro attori di secondo piano dando così l’impressione che la giustizia rimarrà negata per migliaia di vittime dei conflitti armati nella RDC. Perché i recenti rapporti degli esperti delle Nazioni Unite che sottolineano l’appoggio delle truppe ruandesi ai gruppi armati nella RDC non sono stati l’occasione per il Consiglio di Sicurezza di esaminare attentamente la situazione, tenendo conto anche delle denunce di reclutamento forzato dei bambini soldati nei ranghi dei gruppi armati? Con il seggio di membro non permanente al Consiglio di Sicurezza che il Ruanda occupa dall’inizio del 2013 diventa difficile essere giudice e parte in causa. È un segreto di pulcinella, nonostante le ripetute smentite, che il Ruanda sostiene dal 1996 i vari movimenti armati che destabilizzano il Congo. 
Avendo scelto di seguire ciecamente la politica estera degli Stati Uniti nella regione dei Grandi Laghi, l’UE ha calpestato i valori che propone di promuovere all’estero: pace, sicurezza, rispetto dei diritti umani, democrazia, giustizia, svolgimento di elezioni libere. Avendo scelto di non dare seguito alle numerosissime segnalazioni dei crimini commessi nella RDC, crimini documentati da varie fonti, anche diplomatiche europee, l’UE ha coperto i suddetti crimini nella regione dei Grandi Laghi. I principi fondanti dell’UE, compresa la sua rispettabilità, si sono frantumati.

Continua a leggere. La terza parte dell'Intervista a Charles Onana: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6529

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