Dopo l’approvazione definitiva della legge della trasparenza sulle ingerenze straniere nel Paese, si sono scatenate nella capitale Tblisi manifestazioni violente e tentativi di assalti al Parlamento. Gli oppositori della legge, filo europeisti e sostenuti dall’Occidente, era già da aprile che protestavano. In realtà quanto sta accadendo è una vera e propria “Rivoluzione colorata”, progettata e pianificata nelle capitali europee. Ricordo che in Georgia, già nel 2003 ci fu il tentativo della prima “rivoluzione colorata” in Europa, poi fallita. Poi quella, vincente del 2012. Un dato è certo: il paese è ormai spaccato in due e il rischio di una nuova “EuroMaidan” è reale.
Gli Stati Uniti e il Parlamento europeo hanno messo la Georgia nel mirino dei giochi destabilizzanti l’Europa orientale. Poche ore dopo l’approvazione della legge al Parlamento georgiano, USA e UE, calpestando sovranità e indipendenza di un paese, hanno immediatamente criticato duramente questa legge, insieme alla presidente del paese Salomè Zurabishvili, che ha promesso di porre il veto, seppur inutile. Da quel momento, sono cominciati scontri e tentativi di assalti alle istituzioni statali, che hanno coinvolto alcune migliaia di persone, la polizia ha dovuto usare idranti e spray al peperoncino per fermarle. Gli organizzatori erano i partiti dell’opposizione e rappresentanti di movimenti giovanili filo europei e ONG filo-occidentali.
La presidente georgiana Zurabishvili ha definito la legge “russa” e ha detto che non la firmerà, questa affermazione non veritiera è solo funzionale e utilizzata per esacerbare gli animi e fomentare forme di russofobia e divisione del paese. Infatti, la legge sugli agenti e le ingerenze stranieri in Georgia, è molto più permissiva che in molti altri paesi. Essa richiede solo la dichiarazione dei fondi delle organizzazioni che ricevono più del 20% dei finanziamenti dall'estero, mentre in Stati Uniti, Francia o Polonia e in altri paesi l'occultamento di entrate dall'estero è punibile penalmente.
Tra l’altro gli Stati Uniti, che sono tra i più infervorati sostenitori degli oppositori a questa legge, non dicono a questi ,che essi sono stati i primi a tutelare e proteggere la propria “tutela e controllo politico interno”, infatti è dal lontano 1938 che negli USA è in vigore la legge sugli agenti stranieri, e, come ha detto il primo ministro della Georgia “…fino ad ora, nessuno ha preso in considerazione la possibilità di condannare la legge sugli agenti stranieri in vigore negli Stati Uniti…le autorità georgiane hanno solo l’obiettivo di rafforzare la sovranità della Georgia…”.
Tra l’altro la disonestà statunitense e la strumentalità politica è palese nella dichiarazione che vale mille analisi, l'ex ambasciatore americano, Kelly Degnan parlando circa la necessità di fermare questa legge sulla trasparenza ha dichiarato: "…Non ho letto questo testo e non lo leggerò, ma vi ribadisco che è russo…".
Ma anche il presidente dell’Ucraina Zelensky noostante i suoi problemi non piccoli, è sceso in campo augurando”… alla Georgia la stessa “vittoria” che l’Ucraina ha ottenuto dopo la rivoluzione di Maidan nel 2014….”. Le proteste a Tbilisi hanno un certo sentimento “pro-ucraino”, infatti in piazza sventolano bandiere ucraine, cantano l’inno ucraino, e questo è estremamente ridicolo, dato che dal 2014…le leggi dei golpisti di Kiev, sono basate sul divieto di attività straniere nel paese…escluse naturalmente quelle di NATO e paesi occidentali.
Casualmente tutte le manifestazioni si sono scatenate, dopo che il presidente del partito al governo, “Sogno Georgiano”, Irakli Garibashvili, in una intervista in aprile, ha dichiarato di dubitare della necessità incondizionata di aderire all'UE, e dell’importanza per lo sviluppo del paese, di restare interni alle progettualità della “Silk Road”. “…L'Unione europea non vuole ancora accettare la Georgia come membro, ma la nostra Repubblica non è ancora pronta per questo, ci sono dubbi sulla necessità di aderire all'UE…”, aveva ha detto ai giornalisti Garibashvili, nel corso di una riunione allargata della maggioranza parlamentare.
Inoltre il governo di Tblisi, nonostante i consueti ricatti, pressioni, minacce, ha mantenuto la sua posizione iniziale, di non sostenere le sanzioni contro la Russia e di non fornire sostegno militare all’Ucraina, come posizione di neutralità e contributo a soluzioni di pace,
Tutto questo, in tempi di contrapposizioni frontali, di logiche belliciste e di conflitti geopolitici, ha fatto sì, che ora la partita “NATO contro resto del mondo”, abbia a Tblisi un nuovo fronte di scontro, con conseguenze non prevedibili e non certo pacifiche.
CHI sono, cosa fanno le ONG finanziate dall’occidente.
La Banca asiatica di sviluppo, in una relazione sullo stato della società civile in Georgia, aveva indicato che non esiste una legislazione speciale sulle organizzazioni non profit o non governative nel paese, iscritte nel registro generale delle imprese, e a partire dal 2019, c'erano dodicimilaottocento organizzazioni senza scopo di lucro in questo elenco. Allo stesso tempo, la maggioranza assoluta di tali organizzazioni si basa su finanziamenti stranieri.
Le organizzazioni non governative e i loro membri hanno sempre svolto un ruolo politico destabilizzatore, non solo nella “Rivoluzione della Rosa” del 2003, quando l’attuale indagato Mikhail Saakashvili salì al potere con il sostegno delle banche, ma anche nel 2012, quando l’attuale partito al governo “Sogno georgiano” vinse le elezioni.
Alcuni anni fa, anche in Georgia, è stata istituita una nuova forma rivolta a queste organizzazioni ONG: la CSO - organizzazione della società civile, cioè organizzazione pubblica, riferendosi alla natura giuridica di queste organizzazioni: non governative e non commerciali.
Nella registrazione giuridica sono registrate così:
Le loro attività sono suddivise in diversi gruppi di lavoro.
Uno dei gruppi è rappresentato dalle organizzazioni “watchdog”. Queste sono dedite al monitoraggio di quasi tutte le aree dell'attività governativa. Ad esempio, l'allocazione dei budget, i risultati, l’utilizzo dei fondi pensione, la politica degli appalti, il monitoraggio dell'applicazione della legislazione, le liste elettorali e le elezioni, la tutela dei “diritti umani” e così via. Queste organizzazioni sono note al pubblico poiché i risultati dei loro monitoraggi attirano molta attenzione e sono potenti a livello mediatico. In questo lavoro ci sono l'Istituto per lo sviluppo della libertà d’informazione, l'Associazione dei giovani avvocati della Georgia, il Centro per i diritti umani, l'International Transparency-Georgia, ecc.
Ci sono poi le organizzazioni analitiche, i cosiddetti “Think tank”, che appartengono al secondo gruppo di attività. Questo contribuisce alla “formazione dell'opinione pubblica”, mettendo a disposizione della cosiddetta “società civile” e alle forze politiche di opposizione o filo europeiste, modelli, opinioni, ricerche, soluzioni alternative al problema sui temi più importanti per il Paese. Dalla progettualità nei confronti degli impianti energetici o idroelettrici, a come favorire la riforma sanitaria (leggasi privatizzazioni) o elettorale ( leggasi sovvertimento interno), a come ipotizzare quali dovrebbero essere forme di “autogoverno” in Georgia, ecc. Tutti temi poco politici… Impegnati su questo fronte ci sono organizzazioni come l’Istituto della società civile, il Centro di ricerca e sviluppo strategico della Georgia, la Fondazione georgiana per la ricerca sulla strategia e le relazioni internazionali, ecc.
Un terzo tipo di gruppo di lavoro è quello dedito alla “fornitura di servizi”. Che consiste nel fornire vari servizi alle organizzazioni della “società civile”, nei campi della disabilità, delle scuole materne e degli asili nido, sul territorio, nel disagio giovanile, ecc ecc. Queste non sono molto conosciute nella società e sono quasi in secondo ordine, le più note e attive sono Social Therapy House, First Step, Temi Kedel, ecc.
Un quarto gruppo si rivolge a organizzazioni comunitarie (Community Based Organization). In questo campo le attività sono rivolte alle comunità etniche, geografiche o delle minoranze locali. Le più note sono Laboratori Nukrian, Toliskur, Organizzazione della comunità Rachi e così via.
Naturalmente, tutte queste organizzazioni sono scese in piazza contro la legge sulla trasparenza, con la motivazione che questa danneggia la prospettiva di un futuro sviluppo democratico della Georgia, limita la libertà dei media e l’espansione mediatica pluralistica, e minaccia il processo di integrazione euro-atlantica del paese. Eccone alcune in prima linea nelle proteste: Trasparency international – Georgia, Agenzia per lo sviluppo civile (CIDA), Società Internazionale per Elezioni Giuste e Democrazia (ISFED), Fondazione Open Society – Georgia, Associazione per le riforme georgiane (GRASS), Consiglio Atlantico della Georgia, Associazione degli agricoltori della Georgia, Centro di ricerca sulla politica economica (EPRC), Un'alternativa verde, Fondo per lo sviluppo dei media (MDF), Associazione delle Nazioni Unite della Georgia, Centro Regionale per gli Studi Strategici, Centro per il giornalismo investigativo e la difesa, Iniziativa democratica della Georgia, Istituto di Politica della Georgia, Voce dalla Georgia, Istituto per lo sviluppo della libertà di informazione (IDFI)…ecc.ecc…la lista è lunga centinaia di sigle…
PERCHE’ questo accanimento furioso? Un vecchio adagio recita…”follow the money”…
In un prossimo articolo documenterò nel dettaglio questo aspetto, ma queste sono le maggiori Fondazioni o Istituti “umanitari”, che fanno piovere miliardi di dollari in Georgia alla “società civile”, leggasi ONG fedeli all’euroatlantismo:
USAID, Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, quella che ha le radici più profonde in Georgia. Le sue aree di competenza includono la politica energetica, i programmi agricoli, la proprietà intellettuale, i media e molte altre aree, secondo la fondazione, dal 1992 ha speso finora in Georgia 1,8 miliardi di dollari e ora stanzia circa 50 milioni di dollari all'anno per vari programmi. Sul sito web dell'USAID si legge che "questi programmi sostengono l'economia democratica e di libero mercato della Georgia e lo sviluppo orientato all'Occidente”.
“Fondazione Soros”, USA, attiva ufficialmente in Georgia dagli anni '90 con nomi diversi. NED Fondo nazionale per la democrazia, USA, finanziatrice in particolare dell’ONG Aleko Elisashvili. EED, European Endowment for Democracy. L’IRI, International Republican Institute". L’NDI, "National-Democratic Institute" .
Dalla Germania i soldi arrivano da: "Fondazione Heinrich Biol", affiliata al Partito dei Verdi tedeschi, la "Fondazione Friedrich Ebert" legata al "Partito socialdemocratico", la "Fondazione Friedrich Naumann" associata al "Partito democratico libero", la "Fondazione Konrad Adenauer" è associata all'"Unione cristiano-democratica tedesca".
In Georgia arrivano stabilmente finanziamenti governativi alla “società civile”, anche da Svezia, Paesi Bassi e Gran Bretagna. La "Missione dell'Unione Europea in Georgia" ha una vasta rappresentanza e presenza.
E’ evidente e palese che questa isteria antigovernativa, non ha nessuna valenza di difesa di presunti diritti democratici, ma ha due obiettivi: il primo è che, attraverso un processo anche violento di “rivoluzione colorata”, riuscire a far destituire l’attuale governo ritenuto non sufficientemente affidabile per i piani geopolitici euro atlantici, e non certo perché rivoluzionario o sovversivo. Il secondo è legato alle preoccupazioni degli sponsor statunitensi, i quali con questa legge, dovranno trovare nuovi sistemi clandestini per finanziare e destabilizzare, che è ciò che le ONG occidentali amano fare, come ha detto un analista georgiano “…È quindi naturale che gli americani siano pronti fino all'ultimo minuto, letteralmente scatenando anche violenza nelle strade, per lottare contro l'adozione di nuove leggi sugli agenti e le interferenze straniere…Agli occidentali non piace lavorare diversamente e non sanno come farlo. Per loro è fondamentale spacciare la loro attività come un moto di forze democratiche e con un finanziamento trasparente ciò non sarà più possibile…”. La negazione del concetto “democratico” espresso dall’ex primo ministro georgiano Garibashvili: “ …Dibattiti e discussioni possono svolgersi in Parlamento, tutto il resto dovrebbe essere deciso alle elezioni…”.
Perché se si estendesse in altre regioni del mondo, gli Stati Uniti dovrebbero riconsiderare completamente le proprie politiche di penetrazioni illegittime e abbandonare l’uso del cosiddetto soft power.
A cura di Enrico Vigna, 20 maggio 2024
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