Centosei anni non sono bastati per consegnare alla storia una verità da troppi ancora vergognosamente negata: il genocidio armeno ad opera dei turchi. La brutale e violentissima persecuzione, etnica e culturale, iniziata più di un secolo fa e non ancora terminata.
Ma che continua a perpetuarsi impunemente (complice il vergognoso silenzio dall’occidente) con le aggressioni militari, i bombardamenti sulla popolazione civile dell’Artsakh, le decapitazioni dei soldati, la distruzione di Chiese e cimiteri, la profanazione di tombe, le persecuzioni, le discriminazioni, la diaspora. Con l’unico obiettivo di cancellare un intero e pacifico popolo dalla sua terra. Privandolo per sempre della sua casa, della sua storia, della sua lingua, del suo Dio, delle sue tradizioni.
Chiunque sia genuinamente dalla parte della libertà, indipendenza e autodeterminazione dei popoli, sia con il cuore vicino agli armeni in questo giorno, per loro, di lutto nazionale. Un popolo che, nell’ipocrisia e indifferenza generale, combatte quotidianamente per non scomparire, rivendicando il proprio diritto ad esistere. In pace nella propria terra natìa.
In foto lo Tsitsernakaberd, il Memoriale del Genocidio armeno a Yerevan, dove arde la fiamma eterna in onore di vittime che non vanno mai dimenticate.
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