Lasciano stupefatti le parole di Mario Draghi al cosiddetto "Compact with Africa" in corso a Berlino.
Secondo il nostro stimatissimo (sic) l'FMI deve stanziare risorse finanziarie per vaccinare le persone nei paesi poveri dell'Africa dove finora solo l'1,4% della popolazione ha avuto l'onore di essere iniettata con il siero magico (per i conti della Pfizer sicuramente).
Per chi non avesse capito stanziare soldi (che i paesi africani dovranno peraltro restituire) per acquistare vaccini significa dare soldi alle case farmaceutiche, dove in realtà i paesi africani fungono il ruolo di perno centrale della partita di giro tra Fmi e case farmaceutiche. I popoli africani di quei soldi non sentono manco l'odore. E poi per cosa? Per un siero la cui utilità e quantomeno dubbia e di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine. E come se non bastasse "utile" per curare una malattia che uccide al 90% e passa persone che hanno un età superiore agli 80 anni quando la vita media in Africa è di 50 anni.
Vita media molto bassa causata da mancanza di infrastrutture utili all'igiene, ospedali, cure, medicinali per malattie vere (chessò, insulina per diabeciti, farmaci per tumori o per malattie cardiache...e financo stupidi medicinali da banco per la diarrea, perchè le persone in Africa muoiono anche di semplici diarree). Tutta roba che per Draghi non merita nessun investimento, l'importante è il vaccino per una malattia mortale in un età che in Africa manco si sognano di raggiungere.
In questo immenso delirio mancavano i gentili cadeaux alle case farmaceutiche sulla pelle degli africani. Mi raccomando eh, che non manchi la fetta di torta per l'industria della bontà delle Ong occidentali per fare i carrozzoni vaccinatori in Africa: del resto si sa, in Africa mancano i medici. E ai nostri iBuoni bisogna trovare nuovo impiego dopo che sono stati ritirati a decine di migliaia dalla greppia afgana.
Oggi il colonialismo e il saccheggio dei paesi poveri si fa farisaicamente con la falsa carità. Ma non è meno feroce di quello armato e sanguinario dell'ottocento.
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