Sviluppo non significa solo investimenti, significa anche avere energia abbondante e a buon mercato affinché gli investimenti (materiali e immateriali) possano realizzarsi.
Quella dell'energia è una variabile imprescindibile nell'equazione dello sviluppo.
Questa cosa, immagino, sarà scontata per matematici, fisici e ingegneri.
E' stata in questo lungo post guerra invece talmente scontata per gli economisti che non la tenevano nella minima considerazione. In quanto occidentali abbiamo sempre avuto tutta l'energia che volevamo a basso costo e in abbondanza e dunque ci siamo dimenticati che non è necessariamente così.
Ora le cose sono cambiate, l'energia per creare tutto quello che desideriamo non c'è e se c'è dobbiamo pagarla a prezzi alti tali da rendere economicamente non conveniente l'investimento.
Vi ricordate le belle parole sulla futura prossima digitalizzazione?
E vi ricordate Conte quando ci spiegava da Palazzo Chigi che lo sviluppo del sud Italia si sarebbe fondato sull'Alta Velocità Ferroviaria?
Ecco, i microchip, i server per la digitalizzazione esattamente con quale energia li costruiamo e li alimentiamo? E l'energia per far andare i nuovi treni ad Alta Velocità fino a Catania da dove la prendiamo? E se per caso la trovassimo a quali prezzi?
Si, ma in 10, 15 anni possiamo costruire le centrali atomiche dirà qualcuno. Vero, ma dieci o quindici anni sono un'era geologica dal punto di vista economico, accumuli un distacco dai tuoi concorrenti (Russia, Cina e USA) enorme.
Poi lasciamo perdere il problema dell'uranio necessario che dovremmo sempre prendere dai russi. Voi pensate che gli svizzeri, tanto per fare un esempio, vogliono spegnere l'acceleratore di particelle del Cern a causa dei costi energetici. Evidentemente non è possibile né alimentarlo a pannelli solari, ad eliche o a pedali. Anche questo poi con il tempo si trasformerà in ritardo tecnologico, arretratezza ed impossibilità ad avere uno sviluppo economico.
Avete chiaro in che guaio ci hanno ficcato?
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