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I vaccini mRNA utilizzati in Italia e in tutto l’occidente hanno mostrato di «funzionicchiare» poco nel limitare i contagi, mentre la variante cosiddetta Omicron riesce a ‘bucarli’. Questo ci mostra la realtà con persone contagiate anche dopo 3 dosi di vaccino. Notizie di tale tenore arrivano anche dal paese topo di laboratorio della Pfizer, Israele, dove il ministro della Difesa Gantz, già vice Primo Ministro del governo Netanyahu, è stato contagiato addirittura dopo la quarta dose.
Si conferma il flop vaccinale in relazione alla protezione dal contagio. Anche la quarta dose viene bucata dal virus. Con il lancio della campagna vaccinale della quarta dose in Israele si è registrato il 19 gennaio un nuovo record di contagi giornalieri: 71.593 nuove infezioni e 526 pazienti che versano in gravi condizioni.
Uno studio condotto dallo Sheba Hospital di Tel Aviv dimostra che l’inoculazione della quarta dose di vaccino a mRNA garantisce solamente una difesa alquanto limitata contro la variante Omicron.
Su 274 sanitari vaccinati - 154 con Pfizer e 120 con Moderna - dopo aver ricevuto 3 dosi di vaccino Pfizer, lo studio clinico ha mostrato aumento degli anticorpi solo leggermente superiore alla terza dose che non ha impedito la diffusione della variante Omicron.
Rimanendo sempre in Israele, il professor Shmuel Shapira, ex capo dell'Istituto biologico del ministero della Difesa di Israele, ha bocciato senza mezzi termini il vaccino della multinazionale farmaceutica Pfizer definendolo "mediocre" ed efficace solo a "breve termine". Per poi rincarare la dose: “E’ un vaccino mediocre: sono stato vaccinato tre volte e mi sono ammalato. Molte persone sono state infettate dopo essere state vaccinate. Definire il vaccino moderatamente efficace è piuttosto generoso”.
Shapira, inoltre, ha ricordato che “ci sono altri vaccini che sono molto più efficaci. Ci sono paesi con tassi di vaccinazione più bassi che hanno sopportato [la pandemia] bene".
Notizie di ben altro tenore giungono invece dalla Russia: il direttore del Centro Gamaleya ha affermato che “tra i vaccinati con lo Sputnik V, non ci sono praticamente ricoveri dovuti all'Omicron". Alexander Guintsburg ha spiegato che il siero del vaccino russo funziona 2,5 volte meglio contro Omicron che nel caso di quelli inoculati con Pfizer.
“I primi rapporti dalle cliniche, che stanno già arrivando e sono stati ripetutamente condivisi con la stampa, indicano che non ci sono praticamente pazienti vaccinati con lo Sputnik V tra quelli ricoverati con omicron", ha detto Alexander Guintsburg, direttore del centro Gamaleya, i cui scienziati hanno creato il vaccino russo contro il coronavirus Sputnik V, in un'intervista a RT.
Il microbiologo ha aggiunto che i dati esatti sul numero di persone ospedalizzate tra quelle vaccinate con lo Sputnik V in Russia arriveranno nei prossimi 10 giorni, e ha espresso la speranza che il loro numero sarà "minimo" e che "questa tendenza continuerà".
L’efficacia del vaccino sviluppato in Russia, primo ad essere approvato contro il Covid, sono confermati anche dallo Spallanzani di Roma. In un comunicato diffuso dal team scientifico del nosocomio romano si legge che “tutti i vaccini attualmente autorizzati perdono parte dell’efficacia nei confronti di Omicron. I risultati degli esperimenti di laboratorio, condotti in collaborazione tra Istituto Spallanzani e Istituto Gamaleya, hanno documentato che oltre il 70% delle persone vaccinate con Sputnik V mantengono un'attività neutralizzante contro Omicron, e tale attività si mantiene in buona parte anche a distanza di 3-6 mesi dalla vaccinazione. Questi risultati, appena usciti in preprint, risultano estremamente incoraggianti e utili per definire nuove strategie vaccinali in rapporto alla evoluzione delle varianti di SARS-CoV-2”.
Lo studio è stato condotto presso l'Istituto Spallanzani, utilizzando campioni di siero comparabili da individui che sono stati inoculati con Sputnik V e Pfizer, e hanno avuto livelli simili di anticorpi IgG e attività di neutralizzazione del virus contro il ceppo Covid originale che è stato identificato per la prima volta a Wuhan, in Cina.
Sputnik Light come booster aumenta significativamente l'attività di neutralizzazione del virus contro Omicron, che è paragonabile ai titoli osservati dopo Sputnik V contro il virus wild-type, associato ad alti livelli di protezione, secondo la ricerca.
Un altro studio condotto su quasi 500.000 operatori sanitari in Sudafrica ha dimostrato un'efficacia dell'85% di Sputnik Light contro il ricovero causato dalla variante Omicron.
L'articolo scientifico riferito allo studio dello Spallanzani è stato scritto da un team composto da 12 ricercatori italiani e nove russi, guidati da Francesco Vaia, il direttore dell'Istituto Spallanzani, e Alexander Gintsburg, il direttore del Centro Gamaleya. I risultati sono stati caricati su medRxiv (una piattaforma per la pubblicazione di ricerche mediche preprint), ed è disponibile per la revisione tra pari.
Insomma, siamo al fallimento totale dei vaccini a mRNA prodotti da Big Pharma e con essi delle strategie vaccinali di quei paesi occidentali che hanno deciso di contrastare il Covid, per motivi squisitamente politici e non sanitari, con dei vaccini che non riuscivano a fermare i contagi. Così facendo hanno voluto trasformare la vaccinazione in un’arma di ricatto geopolitico.
A questo punto la domanda sorge spontanea: perché non è stato ancora approvato lo Sputnik V, così come i vaccini prodotti da Cuba e Cina?
Il governo italiano guidato dal tecnocrate neoliberista Mario Draghi ne esce davvero male. Ha introdotto obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni, imposto un obbligo surrettizio generalizzato attraverso l’utilizzo discriminatorio del ‘green pass’, strumento di ricatto politico e non sanitario, escludendo a priori un vaccino che risulta ben più efficace degli unici due approvati e utilizzati in Italia. Addirittura i vaccinati con il siero russo non possono ottenere il pass sanitario se non accettano di farsi inoculare una terza dose con i vaccini a mRNA.
Come abbiamo visto il green pass e la strategia italiana non fermano i contagi, ma sono uno strumento formidabile per alimentare discriminazione e conflitto orizzontale. Forse è questo che voleva davvero il governo Draghi? I sospetti sono più che leciti a questo punto.
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